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Ciclismo
Giro d’Italia 2018, Davide Cassani: “Dipendiamo da Nibali e da Aru. Bisogna aspettare cinque o sei anni per avere dei risultati diversi”
Non è stato senza dubbio un Giro d’Italia esaltante per i colori azzurri. Questa edizione 2018 ha riservato il quinto posto in classifica generale di Domenico Pozzovivo ed il decimo di Davide Formolo, le 4 vittorie di tappa di Elia Viviani allo sprint ed una di Enrico Battaglin. Questo è il bottino italico nella Corsa Rosa n.101. In questo senso, colpisce l’assenza di un corridore del Bel Paese nei primi quattro della classifica generale. Bisogna tornare al 1987 quando fu Flavio Giupponi a giungere quinto nel Giro vinto dall’irlandese Stephen Roche.
Un segnale un po’ preoccupante, che il ct della Nazionale Italiana Davide Cassani ha analizzato, intervistato da La Stampa: “Diciamo che l’anno scorso avevamo vinto una sola tappa, con Vincenzo Nibali, mentre quest’anno siamo già a cinque.E’ anche vero però che mi aspettavo qualcosa di più, ma non parlerei di delusione. Pozzovivo ha pagato una giornata storta che l’ha allontanato dal podio. Comunque è 5° e nei primi 10 della classifica c’è anche Formolo. Qui Nibali non c’era ed Aru si è ritirato perché non stava bene. Senza i nostri due uomini migliori era difficile andare a podio“, ha ammesso il tecnico azzurro.
Sulla preparazione di Aru, con poche corse nelle gambe e tanta altura, Cassani ha sottolineato: “Sono cose che deve valutare. Magari ha solo dei problemi fisici, altrimenti dovrà ripensare alla preparazione fatta. Comunque deve guardare avanti, alla Vuelta e al Mondiale, perché la sua stagione non finisce qui“.
Per quanto riguarda gli altri italiani che si sono messi in evidenza, il selezionatore nostrano ha lodato Viviani: “Ottime davvero le sue prestazioni, bravo anche Bonifazio. Peccato per corridori come Cattaneo, Masnada, Ciccone e Brambilla che hanno sfiorato la vittoria di tappa, ma in questo Giro le fughe hanno avuto poca fortuna”.
E poi una valutazione molto sincera sul movimento nostrano: “Io tra i professionisti sono un selezionatore, ma abbiamo già cercato di intervenire sui dilettanti, aumentando il numero delle corse di qualità, e nei settori giovanili, dove ci sono alcuni corridori che fanno ben sperare. Bisognerà aspettare però cinque o sei anni per vedere i risultati“.
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Foto: Davide Cassani – By Martin Mystère (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons