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Giro d’Italia 2018: Domenico Pozzovivo, la miglior Corsa Rosa della carriera a 35 anni

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Ieri, sullo Jaffreau, sono naufragate tutte le chance di podio: arrivo in undicesima piazza ad 8’29” di distanza da un Chris Froome scatenato. Non è stata una vera e propria crisi, come quelle che hanno afflitto Simon Yates e Thibaut Pinot, ma Domenico Pozzovivo non è riuscito a dare il tutto per tutto in questo finale di Giro d’Italia 2018. Questa, la numero 101, resta comunque la miglior Corsa Rosa della carriera del lucano: un percorso di crescita iniziato una decina di anni fa e che è andato a migliorarsi stagione dopo stagione, fino ad arrivare a questa quinta piazza finale.

Tre quarti di Giro all’altezza dei migliori, soprattutto per quanto concerne la salita. Fino al tappone che comprendeva la Cima Coppi, dov’è arrivato il momento più difficile per lo scalatore della Bahrain-Merida. L’ex Bardiani ed AG2R ha tenuto sempre il passo dei vari Tom Dumoulin e Simon Yates, facendo sognare addirittura i tifosi italiani per una possibile (improbabile) Maglia Rosa. Si è difeso al meglio nei circa 40 chilometri a cronometro, poi, nel campo più favorevole, Pozzovivo ha davvero dato spettacolo, provando spesso e volentieri a dire la sua, attaccando i rivali diretti: le tappe su Gran Sasso, Zoncolan e, soprattutto, in quel di Pratonevoso, hanno dimostrato un coraggio che fino ad oggi non si era mai visto nella carriera del lucano.

Ora, all’età di 35 anni, c‘è bisogno di un ultimo passo importante per riuscire a mettere la ciliegina sulla torta, magari con un successo importante. Il piazzamento alla recente Liegi-Bastogne-Liegi ha fatto capire allo scalatore che può riuscire a giocarsela, su percorsi molto duri, anche nelle classiche di un giorno. Un posto nella selezione italiana di Davide Cassani per i Mondiali di Innsbruck, i più difficili di questo nuovo Millennio, sembra essere praticamente prenotato: dovrebbe essere la spalla ideale per il compagno di squadra Vincenzo Nibali, potendosi giocare, magari a sorpresa, anche le sue chance da possibile outsider. In programma dovrebbe esserci anche la Vuelta di Spagna e, perché no, magari un assalto al Giro di Lombardia, con un percorso che potrebbe ispirare il lucano a provarci.

 





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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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