Ciclismo
Giro d’Italia 2018: Elia Viviani un gradino sopra tutti in un contesto di velocisti mediocre
Una crescita esponenziale, sia sotto l’aspetto fisico che mentale. Elia Viviani è definitivamente entrato nell’élite dei velocisti mondiali. Non serviva la vittoria odierna, nella seconda tappa del Giro d’Italia 2018 con partenza da Haifa ed arrivo a Tel Aviv per dirlo, ma è l’ennesima conferma in una stagione da record per il velocista di Isola della Scala, alla settima vittoria in questa stagione. La classe e le qualità ci sono sempre state, ma c’è stato bisogno di lavorare al meglio, concentrandosi sulla strada e tralasciando in parte la pista (dove si è tolto la soddisfazione incredibile dell’oro a Rio 2016 nell’omnium) per riuscire a fare un passo avanti.
Arrivando a braccia al cielo a Tel Aviv il campione olimpico ha dimostrato di essere un gradino sopra tutti gli altri. C’è da sottolineare che chi vince ha sempre ragione, ma il contesto presente nella Corsa Rosa non è al top a livello internazionale. Assenti i più importanti velocisti al mondo: Peter Sagan, campione del mondo, Arnaud Démare, Alexander Kristoff, Dylan Groenewegen, Fernando Gaviria e Marcel Kittel, tutti hanno deciso di puntare sul Tour de France. Spazio e occasione importante per Viviani: oltre alla vittoria di oggi potrebbero arrivare ancora successi e, se non dovessero esserci problemi, sembrerebbe assicurata la Maglia Ciclamino.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Elia Viviani – Foto: Comunicato stampa RCS – LaPresse – D’Alberto