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Giro d’Italia 2018, Fabio Aru: “Non mi accontento, si corre per vincere. Al top negli ultimi dieci giorni: tra Zoncolan e Cervinia…”

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Fabio Aru sarà uno dei grandi protagonisti del Giro d’Italia 2018. Il capitano della UAE Emirates è tra i favoriti per la conquista della maglia rosa, sfiderà Chris Froome e tutti gli altri big per la classifica generale con la speranza di salire sul gradino più alto del podio. Il sardo ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport prima della partenza da Gerusalemme:

Fabio Aru non ha ancora vinto in questo 2018 e nelle gambe ha soltanto 22 giorni di gare, probabilmente si è preparato con l’obiettivo di arrivare al top negli ultimi dieci giorni della Corsa Rosa: “Sì, è stata una scelta precisa, condivisa col mio preparatore Paolo Tiralongo e il resto del team. Si è visto al Tour of the Alps, dove stavo abbastanza bene ma mi mancava qualcosa rispetto ai primi. Logico: al Giro conta ognuna delle 21 tappe e bisogna farsi trovare pronti fin da subito, ma dallo Zoncolan fino a Cervinia ci aspettano giorni durissimi. E poi è importante anche la seconda parte della stagione con il Mondiale e, prima la Vuelta“.

Il Cavaliere dei Quattro Mori si è infatti risparmiato molto in inverno:Sì, nel ciclismo moderno bisogna fare delle scelte e, in passato, a volte ho forzato erroneamente i tempi. Ma nelle mie corde quelle grandi corse restano, per esempio verso fine anno ci sono Mondiale e Lombardia. E poi ormai sono professionista da sei anni e ho notato che ormai non basta più neanche il 101 per cento per vincere, serve il 110. Non solo nei grandi appuntamenti“.

Il percorso del Giro d’Italia sarà molto duro e con tante salite: “L’Etna sarà molto più duro rispetto al solito. A metà ci sono due chilometri veramente impegnativi. E degli ultimi 3-4 km, uno è tostissimo. Inoltre è meno esposto al vento, che nelle ultime volte da altri versanti ha frenato gli attacchi. Lo Zoncolan mi galvanizza, mi gasa tutto ciò che è storico. E lo Zoncolan ha una storia incredibile. Si sono decisi dei Giri d’Italia, mi ricordo in particolare quello vinto da Basso nel 2010. E la panoramica con tutta quella gente mi ricorda il Colle delle Finestre. Sono dei magnifici teatri a cielo aperto“.

Il sardo non si accontenterà di un piazzamento ma ovviamente punta alla vittoria finale: “Non mi piace fare pronostici e non mi pongo limiti. Per uno sportivo penso sia così, non appartiene alla nostra natura porci delle barriere già in partenza. Sarebbe sbagliato. “Mi accontenterei”… No, non lo dico, non mi piace. Sono pronto ad affrontare questo Giro con spensieratezza e serenità, consapevole di essermi preparato molto bene. Sono dove volevo essere“.

Poi sugli avversari:Ci sono due cronometro e quella di Trento è molto veloce. Froome e Dumoulin hanno un vantaggio. Io ho lavorato molto a cronometro per limitare i danni. Diciamo anche, però, che c’è molto terreno, molta salita per recuperare e guadagnare tempo. Pinot, Pozzovivo, Lopez, Bennett, Yates, Chaves, Formolo: ce ne sono una quindicina da prendere in considerazione“.





(foto pagina Facebook UAE)

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