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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, i favoriti a confronto. Aru, Froome, Dumoulin, Pinot e Lopez: l’analisi ai raggi X

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Cinque pretendenti alla maglia rosa: dal vincitore della scorsa edizione al dominatore dell’ultimo lustro nelle grandi corse a tappe, insidiati da tre giovani molto pericolosi. Abbiamo provato ad individuare i cinque grandi favoriti del Giro d’Italia 2018, edizione numero 101 della corsa a tappe: andiamo a vedere, per ognuno, punti deboli e punti di forza.

 

CHRIS FROOME

Salita: 9
Discesa: 8
Cronometro: 10
Intelligenza tattica: 9
Tenuta, recupero, evitare tempo perso: 9

Totale: 45

Dal punto di vista razionale, a lui tanto caro, sembra una macchina perfetta. E non a caso ha vinto quattro delle ultime cinque edizioni del Tour de France, con cinque podi nelle ultime sei, e lo scorso anno ha completato la doppietta con la Vuelta a España. Chris Froome è senz’ombra di dubbio il corridore da grandi giri più forte dal 2012 a questa parte, ma per la prima volta si confronterà con il Giro d’Italia da capitano e con ambizioni di vittoria: riuscirà a tenere controllata la corsa con la sua squadra, sempre molto competitiva, o pagherà il percorso del Giro? A tal proposito, i chilometri a cronometro non sono troppi e questo lo potrebbe mettere nelle condizioni di guadagnare su tutti senza perdere troppo da Dumoulin, mentre per quanto riguarda le salite ha dimostrato di saper digerire al meglio ogni scenario che gli si è palesato davanti, come ad esempio sull’Angliru. Corre sempre al meglio delle sue potenzialità, con un’intelligenza di corsa sopraffina per evitare di perdere terreno anche nelle giornate più dure. Da valutare la condizione, anche pensando che in linea teorica dovrebbe presentarsi anche al Tour de France per vincere.

 

FABIO ARU

Salita: 9
Discesa: 8
Cronometro: 7
Intelligenza tattica: 8
Tenuta, recupero, evitare tempo perso: 7

Totale: 39

Questo dev’essere il Giro della svolta. I valori sopra indicati si riferiscono all’Aru che abbiamo conosciuto fin ad oggi, un talento cristallino che però ha faticato ad esprimersi ad alti livelli e soprattutto ad avere continuità. In salita può lottare con tutti: abbiamo ancora negli occhi la vittoria dell’ultimo Tour de France a la Planche des Belles Filles, ma allo stesso modo si è staccato stremato su uno strappetto in concomitanza con l’arrivo di qualche giorno dopo. Spesso e volentieri gli capita la giornata storta, una constante dei suoi grandi giri negli ultimi anni. Difficile, così, vincere, specialmente considerando la concorrenza. A cronometro può difendersi dagli avversari diretti, ma perderà sicuramente da atleti come Froome e Dumoulin.

 

TOM DUMOULIN

Salita: 9
Discesa: 8
Cronometro: 10
Intelligenza tattica: 8
Tenuta, recupero, evitare tempo perso: 8

Totale: 43

Dalla sua parte, ovviamente, la cronometro. Dall’altra, però, una terza settimana nel 2017 che lo ha visto spesso in difficoltà: difficile, considerando che non ha più corso un GT, capire se è migliorato sotto questo punto di vista. La tappa del Finestre, con queste premesse, potrebbe trasformarsi in un autentico calvario, mentre il Monte Zoncolan potrebbe essere troppo anche per un fenomeno come lui, che però rispetto agli altri pretendenti alla vittoria paga diversi chili da scarrozzare sulle pendenze più dure. Le prossime tre settimane per lui rappresentano la voglia di conferma, per dimostrare che la Rosa del 2017 non è stata un caso e che da qui in avanti potrebbe prendere il posto di Froome come numero del ciclismo mondiale delle grandi corse a tappe. Nonostante qualche dubbio, è il secondo favorito.

 

MIGUEL ANGEL LOPEZ

Salita: 10
Discesa: 8
Cronometro: 6
Intelligenza tattica: 7.5
Tenuta, recupero, evitare tempo perso: 7

Totale: 38,5

È la scheggia impazzita, il corridore che offre meno punti di riferimento. Lo scorso anno è esploso alla Vuelta a España, dove è stato assoluto protagonista nonostante una terza settimana non indimenticabile dove ha perso lo smalto che invece gli aveva consentito, in precedenza, di vincere anche una tappa. Il suo percorso di avvicinamento alla corsa rosa è stato perfetto, in crescendo fino al Tour of the Alps (terzo in classifica generale). Difficile indicarlo come favorito, ma non può che impensierire gli altri candidati alla Rosa per le sue doti da scalatore. A crono potrebbe pagare qualcosa, ma le Alpi sembrano il suo terreno di caccia ideale, anche se fino ad ora ha concluso un solo GT in carriera arrivando ottavo. Tanti punti di domanda, ma anche la consapevolezza di un talento che se non nel prossimo mese ci farà divertire nei prossimi anni. L’Astana lo può supportare alla perfezione con un organico forse superiore anche a quello della Sky.

 

THIBAUT PINOT

Salita: 8
Discesa: 7
Cronometro: 8
Intelligenza tattica: 8
Tenuta, recupero, evitare tempo perso: 7

Totale: 38

Ha delle lacune e questo non si può negare, ma è molto forte e forse ha trovato il giusto livello di maturità. Il francese che si è innamorato dell’Italia, tanto da essere alla seconda partecipazione consecutiva, è alla ricerca di quel podio che nelle corse a tappe di tre settimane gli manca dal Tour de France 2014 vinto da Nibali quando lui era ancora giovanissimo. Certo, diversi avversari si erano autoeliminati e il distacco dallo Squalo di oltre 8′ è esplicativo riguardo la sua prestazione. Quest’anno sembra aver fatto un deciso passo in avanti, ma andrà valutato sulle squadre del Giro per capire la concretezza dei suoi miglioramenti. A volte soffre qualche giornata meno brillante ma non teme la seconda settimana e a cronometro si può difendere. Le prime tre piazze sono assolutamente alla sua portata, ma la concorrenza è tanta.





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Foto: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto – Comunicato Stampa Rcs

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