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Giro d’Italia 2018, l’amara realtà di Fabio Aru. Fuori forma e podio lontano. Sbagliata la preparazione

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24° all’arrivo a 1’14” dalla maglia rosa Simon Yates, 15° nella generale a 2’36”. Il Giro d’Italia 2018 di Fabio Aru si sta trasformando in un calvario. La salita, solitamente così amica del sardo, sembra ormai una ghigliottina inesorabile dove il capitano della UAE Emirates proprio non riesce a tenere il passo dei migliori.

Se a Caltagirone ed Etna erano suonati due pericolosi campanelli d’allarme, oggi è arrivata la tanto temuta conferma: Aru si è presentato a questa Corsa Rosa completamente fuori forma. Alla vigilia aveva dichiarato di puntare ad arrivare al top in vista della terza settimana, mentre negli ultimi giorni più volte aveva rassicurato su una condizione che “cresce giorno dopo giorno. Mi sento sempre meglio”. Dichiarazioni fatte, probabilmente, più per convincere se stesso che i giornalisti.

Il responso della strada è stato impietoso. Il corridore sardo ha corso sempre defilato rispetto ai favoriti, staccandosi poi sulle rampe più arcigne del Gran Sasso d’Italia, ben prima che si accendesse la battaglia vera e propria. I 3 km conclusivi si sono trasformati in una lenta ed inesorabile agonia. La pedalata dura, le gambe vuote e quella bicicletta che non voleva saperne di salire.

E’ palese, a questo punto, come Aru abbia commesso degli errori in fase di preparazione. Non è mai stato davvero brillante da inizio stagione (invero, non lo è addirittura dalla prima parte del Tour de France 2017: da allora ha sempre faticato in salita), è caduto e si è ritirato al Giro di Catalogna ad inizio aprile, imprevisto che potrebbe aver inciso sulla tabella di marcia verso il Giro, anche se il sardo ha sempre raccontato il contrario. Anche le due settimane in altura che hanno preceduto il Tour of the Alps non hanno portato i benefici sperati.

Dopo appena nove tappe, il Giro d’Italia di Fabio Aru sembra ormai compromesso: anche il podio virtuale è lontano ben 1’58”, oltretutto con una cronometro di 34 km (completamente piatta) ancora da disputare. Questa Corsa Rosa rischia di ridimensionare di molto le ambizioni di un corridore sbocciato da giovane come una promessa fulgida del ciclismo mondiale (in bacheca una Vuelta e due podi al Giro), ma in difficoltà proprio nel pieno degli anni della maturità. A questo punto l’obiettivo potrebbe diventare quello di provare a vincere una tappa, magari a Cervinia o Bardonecchia. Le ambizioni della vigilia erano ben altre…

federico.militello@oasport.it





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