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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, le cinque risposte che dovranno darci le tappe in Sicilia. Caltagirone, Santa Ninfa ed Etna: l’ora della verità

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Se quello in Israele è stato un antipasto, il Giro d’Italia 2018, con il ritorno nello Stivale, entra finalmente nel vivo. Tre tappe in Sicilia (Catania-Caltagirone, Agrigento-Santa Ninfa, Caltanissetta-Etna) su terreni mossi e percorsi che nascondono insidie ad ogni curva. Gli strappi conclusivi di Caltagirone e Santa Ninfa potrebbero risultare indigesti a diversi favoriti: si potranno perdere manciate di secondi importanti. L’arrivo in salita sul versante più duro dell’Etna, inoltre, chiarirà una volta per tutte i veri rapporti di forza tra i pretendenti alla maglia rosa.

Andiamo a scoprire le cinque risposte che dovranno darci queste tre fondamentali frazioni in terra sicula.

Rohan Dennis riuscirà a conservare la maglia rosa? 

L’australiano sembra avere le gambe per tenere la leadership per altre due frazioni. Se sugli strappi di Caltagirone e Santa Ninfa potrebbe provare a difendersi, sarà molto difficile che non paghi dazio sull’Etna. Il capitano della BMC patisce le salite lunghe e, soprattutto, le pendenze accentuate (sul vulcano la massima sarà del 15%).

Tom Dumoulin cercherà di sorprendere gli avversari, incrementando il proprio vantaggio? 

Per quanto migliorato a dismisura in salita, il campione del mondo in carica della cronometro dovrà pensare a limitare i danni sull’Etna, salendo con il proprio passo e senza rispondere agli attacchi degli scalatori. L’olandese è in forma straripante e conta di perdere poco o nulla dagli avversari diretti. Attenzione però alle due tappe precedenti, quelle di Caltagirone e Santa Ninfa: entrambe presentano uno strappo conclusivo (il primo di 1 km al 13%, il secondo di 2 km al 12%) dove potenza ed esplosività potrebbero garantire un bel gruzzolo di secondi a chi avrà il coraggio di attaccare. In questo tipo di arrivi, in passato, Dumoulin ha dimostrato di trovarsi a proprio agio: gli scalatori dovranno fare estrema attenzione alle possibili rasoiate del capitano del Team Sunweb.

Come sta veramente Fabio Aru?

Al Tour of the Alps il corridore sardo aveva sfoderato una condizione di forma discreta, di sicuro da affinare: al rientro da due settimane in altura, gli mancava il cambio di ritmo in salita. “Il mio obiettivo è arrivare al top per la terza settimana, che sarà durissima“, ha più volte ribadito il Cavaliere dei Quattro Mori. Potrebbe non bastare: per vincere questo Giro, bisognerà andare forte sin da subito. Tom Dumoulin, infatti, non solo avrà a disposizione una cronometro di 34 km in cui fare la differenza, ma cercherà anche di guadagnare secondi in tappe di media montagna. Sulle salite dure, dunque, bisognerà attaccare l’olandese: attendere Zoncolan, Jafferau, Colle delle Finestre e Cervinia potrebbe rivelarsi tardivo.
Aru, anche nella cronometro di Gerusalemme, non ha convinto del tutto, accusando un distacco eccessivo in meno di 10 km. Probabilmente è all’85/90% della forma. Per il capitano della UAE Emirates sarà cruciale non perdere nulla sugli strappi di Caltagirone e Santa Ninfa, per poi dare un segnale deciso sull’Etna: lì capiremo per davvero fin dove potranno spingersi le sue ambizioni.





Chris Froome correrà sempre all’attacco? 

I 37 secondi accusati da Dumoulin nella cronometro di Gerusalemme sono un fardello importante. Dopo aver dominato per anni i Grandi Giri grazie ad una netta superiorità nelle prove contro il tempo, ora il keniano bianco ha trovato sulla propria strada un avversario superiore in questa specialità. Per vincere il Giro, dunque, dovrà attaccare e staccarlo in salita. Il Froome delle ultime due stagioni, tuttavia, non ha mai fatto una reale differenza in montagna, limitandosi a gestire il vantaggio accumulato in precedenza sugli avversari proprio nelle cronometro. Avrà la gamba per sfiancare tutti con le sue celebri ‘frullate’? Sinora non ha convinto, ma siamo di fronte ad uno dei più grandi fuoriclasse della storia del ciclismo. Sull’Etna potrebbe provarci, ma attenzione a Caltagirone e Santa Ninfa: su strappi così secchi il britannico potrebbe fare fatica a tenere il passo di Dumoulin.

Fin dove possono arrivare Davide Formolo e Domenico Pozzovivo?

Pozzovivo ha incantato nella cronometro di Gerusalemme, andando ben oltre le aspettative. Non era così in forma da oltre cinque anni e salite come quella dell’Etna (ma anche, nelle frazioni successive, Montevergine e Campo Imperatore) sono perfette per le sue caratteristiche (a differenza di quelle alpine, dove storicamente fa più fatica). Non va escluso che il lucano tenti addirittura l’assalto alla maglia rosa sull’Etna, anche se dovrebbe staccare in maniera decisa Dumoulin. In ogni caso, l’obiettivo top5 appare assolutamente credibile per Pozzovivo, corridore che ha sempre espresso una grande regolarità nell’arco delle tre settimane.
Per quanto riguarda Formolo, l’Italia attende da tempo un nome nuovo da affiancare a Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Il 25enne veneto è migliorato molto a cronometro ed ha preparato con cura questo Giro con lunghi ritiri in altura. Nel 2016 giunse nono alla Vuelta, lo scorso anno decimo nella Corsa Rosa. I prossimi giorni potrebbero rappresentare per Formolo uno spartiacque della carriera: semplice buon corridore o atleta capace di spiccare il volo nelle corse a tappe?

federico.militello@oasport.it

Tutte le tappe del Giro d’Italia La classifica generale

Foto: comunicato RCS

 

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