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Ciclismo

Giro d’Italia 2018, Richard Carapaz: il nuovo gioiello di un ciclismo sempre più globalizzato

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Nella giornata di oggi il Giro d’Italia ha piantato un’altra bandierina nel mondo e più precisamente in Ecuador. Richard Carapaz, vincendo a Montevergine, è diventato il primo corridore ecuadoregno ad imporsi in una tappa nelle 101 edizioni di storia della corsa rosa, allargando il numero di Paesi capaci di ottenere questo risultato a 34. Pochi, forse, ma negli ultimi anni è sempre più evidente la globalizzazione all’interno del mondo del ciclismo che invece fino a pochi anni si limitava a vivere all’interno dei confini europei o spostarsi in pochi altri bacini come quello statunitense o quello australiano/neozelandese.

Carapaz non è di certo una sorpresa: giovane di talento, corre da due anni nella Movistar dove sta crescendo grazie anche alla presenza di corridori forti ed esperti come Alejandro Valverde o Nairo Quintana, giusto per fare due nomi. Già in maglia bianca dopo un’ottima scalata all’Etna, quando non ha mai perso le ruote dei migliori, oggi è stato l’unico corridore ad avere il coraggio di lanciarsi all’attacco: è stato sufficiente per vincere e per guadagnare 17” su tutti gli avversari per la classifica dei giovani. Pur con la presenza in corsa di un fenomeno come Miguel Angel Lopez, favoritissimo alla partenza del Giro, ora la maglia bianca può diventare un vero obiettivo anche per Carapaz, che ha dimostrato di essere forte e coraggioso in un arrivo che non ha invogliato nessun altro a provare un attacco.

Tornando al discorso della globalizzazione del ciclismo, basti pensare che su otto tappe che si sono disputate fino a questo momento sono salite sul gradino più alto del podio ben sei nazioni diverse: l’unica con più di un successo è proprio l’Italia grazie ad Elia Viviani ed Enrico Battaglin, che sommano tre vittorie in tutto. Nove bandierine diverse, invece, nelle prime 10 posizioni della classifica generale, dove la Gran Bretagna ha il ruolo di prima forza con Simon Yates e Chris Froome. Nel ciclismo degli anni 2000, e soprattutto 2010, però, queste scene sono sempre più all’ordine del giorno.

 





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Foto: Massimo Paolone – LaPresse – Comunicato Rcs

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