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Internazionali d’Italia Roma 2018: GRAZIE ROBERTA VINCI! Piccola gigante con un tennis che non c’è più

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11 Settembre 2015. E’ giusto partire da quella data per ricordare la carriera di Roberta Vinci e non è un giorno casuale, ma è quello della semifinale degli US Open 2015 contro Serena Williams. La pugliese l’ha definita la più bella vittoria della sua carriera, ma quello per noi non è solo un successo tennistico, ma è uno dei momenti più emozionanti per tutto lo sport italiano. Un’impresa che è scritta nella storia, che farà dire a coloro che hanno visto quella partita “Io c’ero, ho vissuto quei tre set” e che potranno tramandare le emozioni di una serata che non si cancellerà mai.

Una vittoria che è un simbolo di un tennis che forse ora non vedremo più. Le smorzate, i back di rovescio, le palle corte, gli attacchi in controtempo e le volèe quella sera hanno avuto la meglio sulla forza e la potenza. Roberta è stata unica nel circuito, con quel suo modo di giocare che ha esaltato il pubblico. Mai banale, sempre divertente, con quella capacità di inventarsi colpi e variazioni in ogni momento dello scambio. Piccola tra le giganti, diventata top ten in un’era tennistica che forse non era la sua come stile di gioco, ma proprio per questo la rende ancora più grande.

Una carriera cominciata vent’anni fa praticamente, con quel primo successo in WTA a Bali nel lontano 2001 ed il primo titolo risale al 2007 a Bogotà, in finale contro Tathiana Garbin. Un derby azzurro proprio come qualche anno dopo a New York, ma forse il destino stava già cominciando a scrivere la storia. Storica componente di un Dream Team che ha vinto quattro Fed Cup, ma all’inizio considerata come una giocatrice da usare solo in doppio e che invece in singolare non potesse essere al livello delle sue compagne.

Un doppio comunque che ha dato a Roberta delle gioie incredibili. Dal 2012 al 2014 in coppia con Sara Errani ha vinto tutto quello che era possibile vincere, centrando anche il Career Grand Slam con il successo a Wimbledon nel 2014. Indimenticabile quella finale dei Championships con le due azzurre capaci di trionfare dove nessun italiano era mai riuscito. Dopo essere salite sul tetto del mondo, Roberto e Sara hanno deciso di lasciarsi e di continuare in singolare.

Proprio quel singolare dove la pugliese sembrava non potesse emergere, ma Roberta ha centrato tutti gli obiettivi che si era posta in carriera e nemmeno questa volta ha fallito. Il 14 Febbraio 2016 è un’altra data che ha segnato la carriera della nativa di Taranto: siamo a San Pietroburgo e Roberta riesce a trionfare, conquistando il suo primo WTA Premier, decimo della carriera e soprattutto riuscendo ad entrare per la prima volta nella Top Ten della classifica mondiale. Proprio lei, con quel suo gioco delizioso e senza muscoli, tra grandi picchiatrici. Un piccolo miracolo.

Abbiamo cominciato questo articolo ricordando quella semifinale degli US Open 2015, ma il giorno dopo è quello di quando il tennis italiano ha conquistato l’americana. Dal derby di Bogotà con Garbin alla finale dell’Open degli Stati Uniti a New York contro l’amica Flavia Pennetta. Poco importa se alla fine ha vinto Flavia, perché nell’abbraccio dopo l’ultimo punto non c’erano solo loro due ma tutta l’Italia. Quell’abbraccio che il pubblico di Roma ha voluto dare alla tarantina per un’ultima volta oggi. Il Pietrangeli tutto esaurito, brividi, lacrime, emozioni ad ogni punto di Vinci. Alla fine un lungo e scrosciante applauso, interminabile ed un solo unico pensiero: “Grazie Roberta”.

 

 





 

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foto Twitter Federtennis

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