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Internazionali d’Italia Roma 2018: l’ottava recita di Rafa Nadal? Alexander Zverev sogna il colpaccio

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Il Centrale del Foro Italiano è pronto per ospitare la finale degli Internazionali d’Italia 2018. Saranno Rafael Nadal e Alexander Zverev a sfidarsi, ovvero quanto di meglio il tabellone di quest’anno era in grado di offrire. Lo dicono la classifica, il seeding e il cammino dei due duellanti. Lo spagnolo non ha bisogno di presentazioni, è il “Signore” della terra rossa, ha già vinto sette volte qui; dall’altro lato della rete, invece, il nuovo che avanza e che sembra già pronto per prendersi di prepotenza la scena mondiale.

Inutile dire che il favorito è Rafa. Perché ogni volta che si gioca sul rosso non può che essere lui l’uomo da battere. Il draw del torneo sembrava insidioso, ma Nadal si è liberato in scioltezza prima di Dzumhur e poi di Shapovalov. Poi è arrivato Fognini, che oltre ad avergli negato la rivincita con Thiem, è stato anche l’unico ad avergli sottratto un set (impresa riuscito solo all’austriaco nell’ultimo anno su terra). Il meglio, però, Rafa lo ha riservato per la semifinale, dove ha sconfitto l’arci-nemico Djokovic. Un test importante, superato dallo spagnolo in maniera brillante, anche se non priva di difficoltà.

Cos’altro dire su Nadal? I numeri parlano per lui: 55 dei 77 trionfi in carriera sono arrivati sul rosso, superficie su cui appare imbattibile. Vincere a Roma, titolo che gli manca dal 2013, significherebbe per il fenomeno di Manacor anche ritornare in vetta al ranking, riprendendosi lo scettro dalle mani di Roger Federer. Ma l’ostacolo tra lui e il numero uno non è così semplice da aggirare.

Già, perché all’inizio della stagione su terra la maggior parte degli addetti ai lavori indicava in Thiem il principale antagonista di Rafa, ed invece quel ruolo se lo è preso di prepotenza Zverev, prima con l’affermazione di Madrid (annichilendo in finale proprio l’austriaco), poi ripetendosi in finale a Roma (dove ha già vinto lo scorso anno). E sembra calzargli anche alla perfezione. Il tedesco non è più una sorpresa e, anzi, è l’alternativa più credibile al duopolio marcato Federer-Nadal. La partita di oggi sarà un esame di maturità per il giovane Sascha: ha già battuto Roger in una finale 1000 (a Montreal, ma lo svizzero era a mezzo servizio); ripetersi contro Rafa sulla terra, in una finale, sarebbe la certezza, non necessaria ma assolutamente definitiva, che siamo di fronte al padrone del circuito negli anni a venire.

I precedenti, però, sono impietosi e dicono 4-0 per l’iberico. L’ultimo è recentissimo, sulla terra rossa di Valencia, in Coppa Davis, con vittoria di Nadal in tre comodi set. Dell’anno scorso, invece, l’altra sfida sulla terra, a Montecarlo, quando lo spagnolo lasciò al giovane rivale solo due game. Oggi la storia potrebbe cambiare e, forse, anche il finale.

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Alessio Marini

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