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MotoGP, analisi Test Jerez 2018: la Honda mette le ali, la Yamaha continua ad inseguire

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Giornata di test a Jerez per la MotoGP. Dopo la gara di ieri si è tornati subito in pista per una lunga sessione di prove a cui però non hanno partecipato tutti i team. Ducati, Suzuki e Aprilia, infatti, hanno già abbandonato la Spagna alla volta del Mugello, dove effettueranno dei test privati nel corso dei prossimi giorni.

L’attenzione, oggi, era quindi rivolta principalmente alla Honda. Il team Repsol ha effettuato un lavoro sull’aerodinamica, rispolverando la carena con le ali già provata durante i test invernali. Una prova che ha lasciato sensazioni positive, confermate dai due piloti, e fondamentale per il prosieguo della stagione. Il regolamento, infatti, consente una sola modifica, per cui “sarà importante giocarsela bene“, parola di Marc Marquez.

Niente attacco al tempo, dunque, per i due piloti della Honda, che hanno comunque chiuso al terzo (Pedrosa) e quinto posto (Marquez). Sintomo della tranquillità che regna nella casa giapponese, consapevole della forza della RC231V versione 2018, confermata anche dal secondo tempo di Cal Crutchlow. Ma non è stato l’unico lavoro condotto nel box del team ufficiale, perché i test sono stati utili anche per compiere dei passi avanti in termini di elettronica. Step evolutivi importanti, come dichiarato da Pedrosa, le cui parole (“con questi miglioramenti possiamo essere ancora più competitivi“) sanno tanto di “minaccia” per gli altri team…

Se in Honda si ride, in casa Yamaha la situazione è praticamente opposta. Oggi il lavoro di Maverick Viñales e Valentino Rossi ha riguardato la prova di nuove parti meccaniche, che però non sembrano essere così gradite dai due piloti, che hanno denunciato ben altri problemi e l’urgenza di trovare una soluzione. Il deficit principale della M1 riguarda sempre l’elettronica. Un problema che sembrava superato in questo avvio di campionato, ma ricomparso a Jerez, proprio come un anno fa, con la Yamaha incapace di gestire l’usura delle gomme e le alte temperature. Test in ogni caso a due facce, perché mentre lo spagnolo ha mostrato un miglioramento in termini di velocità, è stata una giornata più difficile per Rossi, che solo negli ultimi minuti è riuscito a trovare il giro buono. A complicare il lavoro del team ufficiale, poi, il “solito” Johann Zarco, autore del miglior tempo oggi.

Poco da segnalare per gli altri team, se non la prova di Franco Morbidelli. Il pilota romano si sta adattando progressivamente alla MotoGP ed oggi è riuscito a concludere la giornata con il sesto tempo, a mezzo secondo da Zarco e a pochi millesimi da Marquez, ottenuto al termine di una giornata piuttosto soddisfacente. La prima Ducati in classifica (clienti, vista l’assenza del team ufficiale) è stata invece quella dello spagnolo Tito Rabat, settimo dopo una mattinata positiva (premio stakanovista, 88 giri totali), mentre è più indietro la KTM, con Bradley Smith e Pol Espargaro staccati di un centesimo l’uno dall’altro, in undicesima e dodicesima posizione.

Va segnalato, infine, che Michelin ha portato in questi test una gomma posteriore soft con una composizione diversa da quella che i team montano durante il campionato. Una prova utile in vista del 2019, dal momento che l’allocazione delle coperture per questa stagione non potrà essere cambiata.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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