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MotoGP, GP Italia 2018: Marc Marquez è già (nettamente) in fuga. Dovizioso, serve una vittoria per tornare in corsa

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Come tradizione ad inizio giugno è tempo del Mugello, ovvero del Gran Premio d’Italia della MotoGP. Sullo splendido tracciato toscano saranno in palio 25 punti di capitale importanza che, nonostante siano passate solamente cinque gare del calendario, rischiano di poter dare un indirizzo ben definito ad ogni discorso riguardante il titolo iridato. Ci stiamo sbilanciando forse? Guardando la classifica generale assolutamente no.

Al comando della graduatoria troviamo, non a sorpresa, Marc Marquez con 95 punti. Il vantaggio del campione del mondo in carica (e quattro volte iridato nei cinque anni nei quali ha corso in questa categoria) parla già di fuga. +36 su Maverick Vinales, +37 su Johann Zarco, +39 su Valentino Rossi e addirittura +49 sul suo rivale più accreditato, Andrea Dovizioso. I numeri, ovviamente, non possono certo assegnare la matematica del titolo ma, come detto, la direzione sembra già presa. Il numero 93, senza guardare la classifica, è il grande favorito per questo Mondiale 2018, dimostrando di essere il pilota più forte, più in forma, e che ha a disposizione la moto migliore. Non solo, la Honda si sta dimostrando competitiva e performante ad ogni appuntamento, un lusso che Ducati e Yamaha si sognano. Cosa deve accadere, dunque, per invertire questo trend che appare ormai inevitabile?

In primo luogo i rivali devono darsi una svegliata. Sin dal Mugello. Evitare di commettere errori e finire nella ghiaia, per esempio, come visto a Le Mans. Nel breve volgere di pochi giri, infatti, Andrea Iannone, Johann Zarco e Andrea Dovizioso si sono sdraiati e hanno consegnato il successo nel GP di Francia al Cabroncito che, per usare un eufemismo, non ha certo bisogno di regali. In secondo luogo le scuderie devono chiudere il gap tecnico nei confronti della Honda. La Ducati, per esempio, deve dimostrarsi una moto valida su ogni tipo di tracciato, mentre la Yamaha deve compiere passi avanti notevoli, dal punto di vista dell’elettronica e, soprattutto, sul comportamento delle gomme.

Il 25enne catalano sbarca al Mugello con una serie aperta di tre successi consecutivi, e il rischio che si ripeta il filotto di 10 come nel 2014 è davvero dietro l’angolo. La pista toscana, tuttavia, non è il terreno di caccia ideale per lo spagnolo che ha vinto in una sola occasione. Se, da un lato, non è facile pensare che Jorge Lorenzo possa migliorare il suo bottino di quattro vittorie negli ultimi sei anni, la speranza reale per mantenere aperto il Mondiale è sulle spalle di Andrea Dovizioso. Il romagnolo, infatti, sbancò il Mugello dodici mesi fa, dando il via ad una cavalcata che lo ha portato a sfiorare il suo primo alloro iridato.

Sarà la Ducati, dunque, la prima sfidante al “Re”. La Yamaha, infatti, come ha dimostrato nei test delle scorse settimana, disputati proprio sulla pista toscana, sembra lontana anni luce. Una brutta notizia per Valentino Rossi e Maverick Vinales che, invece, avrebbero un bisogno disperato di ritrovare certezze con la propria M1, e non solo a Le Mans, pista ideale per loro. Per tutti questi motivi, dunque, il Gran Premio d’Italia assume ancora maggiore importanza.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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