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MotoGP, Valentino Rossi: ha senso restare con questa Yamaha? C’è un contratto, difficile cambiare. Intriga la Suzuki

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Valentino Rossi ha firmato un contratto biennale con la Yamaha, dunque correrà con la scuderia dei tre diapason fino al 2020: altre due stagioni e mezza con questo mezzo sembrano però davvero infinite, il Dottore sta guidando una moto ingestibile e lontana anni luci dai vertici del circuito. Le Honda, le Ducati e adesso anche le Suzuki sono decisamente più performanti, il centauro di Tavullia fatica a tenere il passo degli avversari, non riesce più a inventarsi dei miracoli complice una Yamaha che fatica a tornare quella dei giorni migliori: la vittoria per questa casa manca da addirittura 14 gare, dal GP di Spagna 2017 alla gara di Jerez dell’anno successivo non è cambiato nulla, il tracollo è totale.

Il centauro di Tavullia ha voluto dare fiducia alla scuderia con cui ha vinto quattro Mondiali in MotoGP e che lo ha ripreso dopo l’esperienza in Ducati, ha deciso di prolungare il suo matrimonio ma la scelta presa a febbraio potrebbe essersi rivelata sbagliata. L’obiettivo di Valentino Rossi è naturalmente quello di conquistare il decimo titolo iridato della carriera, ormai un vero e proprio tabù, ma è innegabile che se la Yamaha dovesse andare avanti così sarà davvero molto difficile realizzare il sogno che lo proietterebbe ancora di più nella leggenda di questo sport.

Il Dottore ce la sta mettendo tutta, collauda tanto, prova e sperimenta ma il team è lento a reagire e gli avversari volano senza lasciare diritto di replica. Il contratto è ormai firmato ed è difficile cambiare in corsa viste anche le probabili penali ma non è così scontato che non si pensi a un possibile cambio di rotta se la moto non dovesse riuscire a fare un salto di qualità in avanti per la prossima stagione (quella attuale sembra già compromessa visto il distacco da Marc Marquez e lo stato di forma dello spagnolo). L’idea Suzuki potrebbe anche essere stuzzicante: stiamo parlando di fanta MotoGP ma mai dire mai…

 





(foto Valerio Origo)

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