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Roland Garros 2018: le favorite. Simona Halep ed Elina Svitolina davanti a tutte. Attenzione alle variabili Maria Sharapova e Serena Williams

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Pochi giorni, poi sarà tempo del secondo Slam stagionale. La terra rossa di Parigi sarà teatro del Roland Garros. Il tour de force di Madrid e Roma ha emesso alcuni verdetti, stabilendo i rapporti di forza in vista delle due settimane parigine. Rapporti delicati in campo femminile, dove a differenza degli uomini non si può parlare di una chiara favorita.

In cima alla lista delle pretendenti alla corona c’è in ogni caso la numero uno del mondo, Simona Halep. La romena è sempre alla ricerca della consacrazione e dopo la tremenda delusione di Melbourne ci riproverà, per l’ennesima volta, a Parigi. Ovvero nel posto in cui si trova meglio, perché prima di quest’anno le sue uniche due finali Slam erano arrivate proprio sui campi parigini, l’ultima lo scorso anno, quando sembrava fatta, ma poi è arrivata Jelena Ostapenko a privarla del sogno del primo trionfo Slam. Simona si presenterà a Parigi dopo i quarti di Madrid e la finale di Roma, persa proprio come nel 2017 da Elina Svitolina. Se c’è qualcosa che manca all’ucraina per fare quel definitivo salto di qualità è, come per Halep, il successo in uno Slam. Elina ha vinto 13 titoli in carriera, 8 dei quali condensati nell’ultimo anno e mezzo, ma nei Big Four non ha mai superato lo scoglio dei quarti, sintomo che uno Slam (e Simona ed Elina lo sanno bene) è differente.

Se uno Slam è differente allora entrano in gioco Maria e Serena. Il campo ci dice che le possibili duellanti sono Halep e Svitolina, ma nel tennis ci sono tante varianti da tenere in considerazione e due di queste sono due ex vincitrici Slam. A Madrid la Sharapova è sbattuta contro Kiki Bertens (a proposito, tenetela a mente come possibile outsider, lei come Anett Kontaveit), a Roma è tornata protagonista, rivedendosi in semifinale in un grande torneo. Masha sta ritrovando il suo tennis; la grinta, invece, non l’ha mai persa ed è il motivo per cui sarà difficile per chiunque buttarla fuori da Parigi, dove non vince dal 2014.

Per la Williams, invece, “basta la parola“. Anche non al 100%, come si fa a tenerla fuori da qualsiasi considerazione per la vittoria? Indian Wells e Miami sono stati un antipasto (comunque sorprendente, perché vedere perdere Serena prima dei quarti è comunque una sorpresa), a Parigi, invece, la campionessa americana torna con ben altre aspettative e convinzioni. È arrivata nella capitale francese con largo anticipo, perché fa sul serio, perché la maternità non ha frenato la sua voglia di competere e vincere. Perché è Serena, basta la parola, appunto.

Due costanti (ma mai considerare qualcosa certo o sicuro nel tennis femminile) e due variabili (più o meno impazzite) principali. La terza si chiama Garbiñe Muguruza. L’inizio di anno non è stato ideale, poi ha vinto a Monterrey, ma anche sulla terra non ha mai brillato. Ma è “un animale da competizione”, una giocatrice da Slam. Lo ha dimostrato due anni fa, quando proprio a Parigi riuscì a battere Serena Williams in finale; lo ha confermato lo scorso anno, quando in un periodo poco esaltante seppe trovare le sensazioni giuste a Londra, vincendo Wimbledon. L’aria dello Slam potrebbe farla restituircela protagonista.

Poi ci sono le altre, pronte a fare la loro parte, ovvero rendere incerto il torneo. A cominciare da Caroline Wozniacki, numero due del mondo, finalmente sbloccatasi in uno Slam ma poco incline alla terra rossa. A Parigi, infatti, non si è mai spinta oltre i quarti (solo a Wimbledon ha fatto peggio), risultato che sarà complicato migliorare quest’anno. Stesso discorso per Angelique Kerber, Petra Kvitova (sebbene abbia vinto a Madrid, dove in ogni caso trova condizioni più favorevoli rispetto alla capitale parigina) e Karolina Pliskova: sono capaci di battere chiunque, questo è certo, ma il rosso non è una superficie favorevole al loro gioco, per cui sarebbe comunque a suo modo una “sorpresa” vederle trionfare.

Un po’ come per Victoria Azarenka, che sta provando a mettersi alle spalle il burrascoso (per le note vicende legali per l’affidamento del figlio) ritorno ai campi dopo la maternità. Venus Williams, poi, non parte con i favori del pronostico, ma a 37 anni, dopo ben due finali Slam nel 2017, è lecito aspettarsi di tutto.

Già detto di Bertens e Kontaveit, protagoniste a Madrid e Roma, quest’anno appare improbabile un altro exploit come quello di Jelena Ostapenko, già chiamata ad una a dir poco complicata difesa del titolo. Le speranze francesi sono affidate a Caroline Garcia, lo scorso anno ai quarti, che in effetti il tennis per mettere in difficoltà chiunque ce l’ha e che proprio a Parigi potrebbe trovare il tanto agognato step che la renderebbe definitivamente una top player. Difficile che questo salto possa farlo, invece, Johanna Konta, mai oltre il primo turno a Parigi.

Gli ingredienti, in ogni caso, per un torneo imprevedibile e proprio per questo divertente, ci sono tutti.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: profilo Twitter Roland Garros

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