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Roland Garros 2018: l’Italia si affida a Camila Giorgi in campo femminile. Sara Errani per proseguire la sua risalita
Due sole saranno le presenze italiane certe nel tabellone femminile del Roland Garros, Camila Giorgi e Sara Errani. Due protagoniste diverse, il nuovo e il “vecchio” si potrebbe dire. Da un lato l’esuberanza della marchigiana, dall’altro la grinta della romagnola. Due modi di intendere il tennis differenti che sui campi di Parigi si incroceranno, chiamati a rappresentare i colori azzurri.
Per Camila non è un periodo felice. La stagione era cominciata alla grande, con la semifinale a Sydney; poi, però, è arrivato qualche stop di troppo, proprio quando si cominciava a pensare che il 2018 potesse essere finalmente l’anno della tanto attesa svolta. Il motivo è stato prettamente fisico, uno stiramento all’adduttore nato in Australia che ha terribilmente condizionato i mesi successivi. Camila ha infatti giocato a singhiozzo e solo a Praga è riuscita a spingersi fino in semifinale. Un risultato di cui aveva estremo bisogno, rimasto però isolato. A Madrid non ha partecipato, mentre a Roma, dove tornava tre anni dopo l’ultima partecipazione, si è fermata all’ultimo turno di qualificazioni.
La terra non è certamente la sua superficie, quella su cui si esprime meglio, poco adatta ad una giocatrice dotata di un anticipo come quello di Camila, sempre alla ricerca dell’accelerazione, del colpo definitivo. A Parigi, però, con l’aiuto della sorte l’azzurra potrebbe ritrovarsi a fare strada, senza necessariamente dover arrivare lontano: la 26enne ha bisogno di ritrovare quel feeling con il campo e soprattutto con la vittoria, fondamentale per poi giocarsi le proprie chance nelle cinque settimane su erba, superficie su cui ha ottenuto i migliori risultati della carriera.
L’opposto di Sara, che invece trova nella terra battuta il suo habitat naturale. Errani si presenta a Parigi con sensazioni opposte, perché si tratta del suo ritorno in uno Slam, dopo due assenze consecutive. Il giusto premio per una ragazza che dopo la vicenda della squalifica si è rimboccata le mani e si è guadagnata il posto nel main draw sgomitando.
Gli ultimi 16 mesi sono stati un viaggio verso l’abisso per Sarita, andata e ritorno. Il 2017 l’ha vista scivolare progressivamente indietro, fino al culmine della positività al letrozolo: da numero 49 a inizio anno, a numero 280. Molte si sarebbero abbattute, ne avrebbero approfittato per chiudere la carriera, ma non Sara, che anzi ha trovato motivazioni ulteriori proprio per cambiare direzione. Quando le altre si sono fermate per l’inverno, la romagnola ha spinto sul gas, giocando tornei su tornei soprattutto in località semi-sconosciute al resto del mondo. Come Suzhou, dove ha vinto un torneo ITF, che non è certo Wimbledon ma era il massimo a cui l’azzurra potesse aspirare in quel momento.
I passi falsi non sono mancati, anche e soprattutto contro giocatrici di un livello inferiore, ma non hanno fermato Errani, che dopo aver chiuso l’anno al numero 143 ha proseguito la sua risalita fino a rientrare tra le prime 100 (attualmente è numero 74). Anche grazie alla vittoria ad Indian Wells, non il Premier ma il modesto 125K. L’aver cominciato la stagione così presto si è fatto o si farà sentire, ma poco importa: Parigi rappresenta il giusto premio per l’umiltà con cui Sara si è rimessa in gioco e con cui si è conquistata sul campo un posto nel tabellone del Roland Garros, proprio il torneo in cui la sua carriera raggiunse il culmine, con la finale giocata e persa contro Maria Sharapova.
Quella cavalcata è probabilmente irripetibile, ma certamente, per proseguire la risalita, Parigi è un palcoscenico più stimolante della modesta Suzhou.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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