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Triathlon, Alessandro Degasperi si racconta: “Il nostro è sicuramente uno sport in crescita. L’obiettivo è ottenere il pass per i Mondiali”

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Nonostante la sua terra lo spingesse verso gli sport invernali, dal 1996, anno del suo esordio nel triathlon dove vince i Campionati Italiani nella categoria Allievi, Alessandro Degasperi non ha mai smesso di nuotare, pedalare e correre in giro per il mondo, mettendo alla prova i propri limiti in alcuni dei triathlon di lunga distanza – tra i più difficili e impegnativi del calendario internazionale di Ironman –, collezionando ottimi risultati anche nel settore off road che ha praticato durante i primi anni.

Il 26 maggio lo aspetta un’altra tappa importante alle isole Canarie dove si schiererà ai blocchi di partenza dell’Ironman di Lanzarote, storica prova del circuito IM e non a caso soprannominata “El más duro”. Competizione che, nonostante le difficoltà riservate dal percorso, lo ha spesso visto protagonista, se si considera il secondo posto dell’anno scorso e, soprattutto, la vittoria nel 2015. E questa potrebbe essere anche l’occasione per strappare per il terzo anno consecutivo il prestigioso biglietto per l’Ironman World Championship delle Hawaii, ovvero i mondiali della triplice disciplina.

Alessandro, sei a tutti gli effetti il volto del triathlon in Italia e non solo. Che effetto fa essere il punto di riferimento di una disciplina seguita e praticata da sempre più appassionati?

“Devo dire che il nostro è sicuramente uno sport in crescita, soprattutto per quanto riguarda i settori giovanili e gli amatori. Dall’altra parte bisogna dire che in Italia vedo ancora qualche difficoltà nel professionismo, dove si fa ancora tanta fatica a primeggiare. Non so se è a causa del momento attuale, anche a livello economico, o per altre ragioni, ma riuscire a “vivere di triathlon” è purtroppo ancora abbastanza difficile. Detto questo, è senza dubbio una disciplina che sta crescendo nel corso degli anni”.

 Manca sempre meno al 26 maggio quando parteciperai all’Ironman di Lanzarote. Una gara che puoi quasi definire di casa visto che hai spesso ottenuto buoni risultati e hai anche trionfato nel 2015. Sensazioni a questo punto della stagione?

“Ritengo di aver fatto una buona preparazione. A metà aprile ho gareggiato in Sudafrica in una prova in cui il livello era molto alto. Dopo quell’appuntamento sono riuscito a recuperare bene e quindi posso dirmi fiducioso in vista delle Canarie. Inoltre, ho gareggiato anche negli ultimi due weekend in modo da sviluppare meglio tutti quegli aspetti che in allenamento vengono trascurati”.

Tra le competizioni a cui fa riferimento “il Dega” così ormai tutti lo chiamano nell’ambiente, vi è il successo al Triathlon medio di Candia Canavese di domenica 13 maggio scorso. Riprendendo la chiacchierata con Alessandro affrontiamo il prossimo futuroQuali saranno gli aspetti fondamentali per riuscire a essere anche quest’anno uno dei protagonisti della gara?

“La cosa fondamentale nell’Ironman di Lanzarote è, più che in altre competizioni di questo genere, quella di fare la propria gara senza pensare di seguire gli altri concorrenti. Dico questo perché è una prova più impegnativa di un Ironman normale, per via del forte vento e della conformazione del territorio su cui è disegnato il percorso. Bisogna quindi riuscire in primis a trovare il proprio ritmo e poi a gestirlo, cosa che seguendo gli altri si rischia di perdere. In una gara del genere l’aspetto primario è senza dubbio la gestione dello sforzo”.

Una gara di triathlon sulla lunga distanza è la sequenza di 3.8 chilometri di nuoto in acque libere, 180 chilometri di ciclismo su strada (senza la possibilità di sfruttare la scia del ciclista che ti precede) e in ultimo una maratona a piedi, ovvero 42 chilometri e 195 metri. Insomma, l’allenamento per potervi partecipare è determinante. La preparazione in uno sport come il triathlon è sicuramente molto complessa perché bisogna riuscire ad essere competitivi su tre diverse discipline. Hai qualche segreto da svelarci?

“Nell’impostazione di una gara di triathlon è fondamentale studiare il corretto allenamento su ognuna delle tre discipline avendo ben in mente i propri punti di forza e i punti deboli. Serve una buona preparazione fisica generale che unisca le doti di forza alla resistenza. Naturalmente l’allenamento è un aspetto imprescindibile per ottenere la giusta preparazione, ma sono molto utili anche i dispositivi di supporto. L’elettrostimolazione, ad esempio, è un supporto che mi aiuta sia nella preparazione fisica generale, ma anche nel momento in cui devo lavorare su alcuni muscoli in modo più specifico. Inoltre, un aspetto che non bisogna sottovalutare quando ci si allena molto come facciamo noi atleti di triathlon, è la fase di recupero sia energetico che muscolare, e devo dire che l’elettrostimolatore Compex è molto utile anche in questo”.

 Il tuo obiettivo, neanche troppo segreto, immagino sia staccare il pass per il Campionato mondiale delle Hawaii. Preferisci rimanere scaramantico oppure puoi sbilanciarti sulle tue ambizioni?

No, effettivamente non è un segreto. Nel triathlon lungo non ci sono molte gare all’anno e quindi quando ci si presenta bisogna essere se non al 100%, al 99%. Vado a Lanzarote cercando di ottenere il massimo per quello che posso dare in questo momento. Se riuscirò a strappare il pass per le Hawaii mi concentrerò per fare al meglio delle mie possibilità anche in quella prova.

Ripetersi non è mai facile e per schierarsi al via dell’Ironman World Championship 2018 a Kona servirà sicuramente una grande prestazione, ma con la determinazione e, soprattutto, con tanta voglia di divertirsi, nessun risultato è impossibile da raggiungere, e il “Dega” questo lo sa!

 





 

Intervista a cura di Carlo Brena

 

Credit: Tiziano Ballabio

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