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Volley, Nations League 2018: Simone Giannelli, il leoncino che guida l’Italia. La regia del baby fenomeno per fare volare gli azzurri

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Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena tornano in azzurro ma questa è anche l’Italia di Simone Giannelli, ormai un volto simbolo della nostra Nazionale nonostante i 22 anni ancora da compiere. Il baby fenomeno sarà il nostro palleggiatore titolare, nelle sue mani sicure affideremo la cabina di regia, sarà suo il compito di variare il gioco azionando lo Zar e la Pantera, puntando anche sui centrali e sul secondo schiacciatore con l’obiettivo di mettere in difficoltà gli avversari.

Il ragazzo di Trento, che è riuscito a mettersi in luce con la Diatec (soprattutto nelle semifinale scudetto) nonostante le difficoltà complessive della squadra, è carico per una nuova estate in azzurro: sarà la quarta consecutiva, dalla celeberrima Cacciata di Rio (quando prese il posto di Dragan Travica) non molla più il posto, guadagnato grazie al suo talento indiscusso e a una classe davvero sopraffina.

Da lui dipenderanno per buona parte le sorti dell’Italia che nel weekend esordirà nella Nations League 2018 di volley maschile e che poi si lancerà con il massimo entusiasmo verso i Mondiali casalinghi. Ci ha condotto in Coppa del Mondo, è stato assoluto protagonista durante le Olimpiadi di Rio 2016 concluse con la medaglia d’argento (peccato per qualche sbavatura durante la finale contro il Brasile), nulla ha potuto durante gli Europei 2017 conclusi ai quarti di finale contro il Belgio anche se la passata stagione era poi terminata con il secondo posto nella Grand Champions Cup.

Classe 1996 nato a Bolzano (spegnerà le candeline il prossimo 9 agosto), Simone Giannelli è un palleggiatore con i controfiocchi, cresciuto stagione dopo stagione, capace di migliorarsi partita dopo partita, riesce a trovare degli aspetti da migliorare di volta in volta e già adesso è uno dei migliori cinque palleggiatori al mondo, un’eccellenza a livello internazionale riconosciuta da tutti gli avversari e apprezzata da tutti gli appassionati. Si distingue in particolar modo per la lucidità in fase di impostazione, per la capacità di spaziare il proprio gioco chiamando in causa tutti i compagni, sa sfruttare bene i centrali e riesce a far crescere gradualmente l’intesa con chi gli sta attorno in campo: troverà Zaytsev e Juantorena dopo due anni, presto riabbraccerà Filippo Lanza (suo compagno di squadra) e sicuramente interagirà al meglio anche con Daniele Mazzone e Oleg Antonov.

Le sue invenzioni di seconda sono spesso una spina nel fianco dei rivali, attenzione anche al suo servizio che nelle giornate migliori mette spesso in difficoltà la ricezione avversaria. Ormai è diventato un pilastro inamovibile di questa Italia, un leoncino che sa ruggire nel momento più importante e che può davvero fare la differenza.

 





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