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24 Ore di Le Mans 2018: Fernando Alonso IN TRIONFO! Lo spagnolo vince ed entra nella storia: è doppietta Toyota!
Fernando Alonso ce l’ha fatta. Si era presentato alla 24 Ore di Le Mans con il chiaro obiettivo di vincerla e ci è riuscito. La lotta a due tra le Toyota del team Gazoo Racing è stata vinta dalla numero 8, guidata dallo spagnolo, dallo svizzero Sebastien Buemi e dal giapponese Kazuki Nakajima. Si è rotta, quindi, la maledizione della Toyota, che ha finalmente raggiunto quella tanto agognata vittoria. Non poteva essere altrimenti, vista l’assenza di rivali che ha reso la corsa una lotta a due con la numero 7, guidata dal giapponese Kamui Kobayashi, dall’argentino José María López e dall’americano Mike Conway, alla fine seconda al traguardo. Il distacco inflitto dalle due TS050 Hybrid alla terza classificata è stato abissale: la Rebellion Racing #3 guidata da Thomas Laurent, Mathias Beche e Gustavo Menezes è giunta con ben 12 giri di ritardo.
Ma è soprattutto Alonso a prendersi le luci della ribalta. L’obiettivo della Tripla Corona prende sempre più corpo, soprattutto dopo oggi, perché ora manca un solo tassello, la 500 Miglia di Indianapolis, per completare l’opera. Lo scetticismo, specie da parte degli “specialisti”, non mancava, ma lo spagnolo ha zittito tutti perché non è stato un semplice comprimario ma ha recitato il ruolo di protagonista. Sin dal suo primo stint: Conway si era preso la testa della gara su Buemi , ma ci ha pensato Alonso a portare al comando la #8 prima di sera, rimontando e superando López. Il capolavoro, però, Fernando l’ha fatto di notte. Buemi si è visto infliggere un minuto di penalità per eccesso di velocità in slow zone, lasciando il testimone ad Alonso con due minuti di ritardo: l’oscurità non ha spaventato lo spagnolo, che ha spinto al massimo ed ha ripreso l’altra Toyota. Poi è toccato a Nakajima finire l’opera, proprio all’alba, nonostante la reazione di Kobayashi.
Le posizioni non sono quindi cambiate fino al traguardo, ma il dramma non è mancato alla Toyota, come vuole la “tradizione” recente a Le Mans. In partenza Buemi è stato tamponato dalla Rebellion #1, senza conseguenze, ma le difficoltà sono arrivate al mattino. Prima López si è girato, nel tentativo di ricucire lo strappo su Alonso, poi, a un’ora e mezza dalla fine, la #7 si è piantata di colpo. Si è trattato solo di uno spavento, però: Kobayashi ha saltato il pit stop e si è visto costretto a rallentare per risparmiare carburante e riuscire a raggiungere i box. Il distacco tra le due TS050 è diventato quindi troppo grande da colmare (due giri), rendendo la fine della corsa una vera e propria parata. Stavolta non c’è stato nessun colpo di scena. Festa totale per la Toyota: primo e secondo posto con i due piloti giapponesi al volante.
Nella classe LMP1 si è quindi lottato per la terza piazza, come prevedibile. Ad aggiudicarsela, come detto, è stata la Rebellion Racing #3, precedendo la #1 (Andre Lotterer, Bruno Senna, Neel Jani), che dopo la partenza in salita ha rimontato fino alla quarta posizione, approfittando dei tanti ritiri. Come quello della Dragonspeed di Ben Hanley, che procedeva in quarta posizione, e delle due SMP Racing. Sulla #11 al volante c’era anche Jenson Button: la vettura è rimasta ferma a lungo per dei problemi in avvio, ma dopo una bella rimonta la beffa è arrivata ad un’ora dal termine, con il britannico costretto a parcheggiare e scendere.
LMP2 – C’è stata ancora meno lotta nella classe LMP2, letteralmente dominata dalla Oreca-Gibson della G-Drive, che ha stravinto, chiudendo al quinto posto in classifica generale, ma soprattutto vincendo la sua categoria con ben due giri di distacco sulla concorrenza. Nessun problema per Roman Rusinov, Jean-Eric Vergne e Andrea Pizzitola, che hanno chiuso davanti alla Signatech-Alpine (Nicolas Lapierre, Andre Negrao, Pierre Thiriet), che ha approfittato del ritiro, a cinque ore dal termine, della Ligier della Panis Barthez (Timothe Buret ,Will Stevens, Julien Canal). La Cetilar Villorba Corse ha termina in 22esima posizione assoluta, 13esima di classe, dopo una gara costellata da tanti problemi.
GTE-PRO – Doppietta Porsche nella classe GTE-PRO. Dopo le prime schermaglie, la #92 di Michael Christensen, Kevin Estre e Laurens Vanthoor ha preso il largo, dominando la gara e chiudendo con oltre un minuto e mezzo sulla gemella #91, guidata da Gianmaria Bruni oltre che da Richard Lietz e Frederic Makowiecki. Quest’ultima ha provato a più riprese a rincorrere l’altra GT, ma la sua rimonta è terminata al mattino per via di diverse bandiere gialle che hanno costretto la Porsche a difendere la seconda posizione dall’assalto dalle Ford del Team Chip Ganassi, terza e quarta. La Ferrari è stata solo parzialmente della partita: la #51 di James Calado ha lottato con la Ford ma poi ha perso terreno per una foratura, e così la prima al traguardo è stata la #52 di Antonio Giovinazzi, sesta di categoria. Il pilota pugliese ha impressionato, perché ha condotto la gara con personalità. Il debutto alla 24 Ore è comunque positivo per il giovane pilota italiano.
GTE-AM – Vittoria Porsche anche nella GT-AM. Ha vinto la #77 del team Dempsey Racing. Non c’è stata storia: Matt Campbell, Christian Ried e Julien Andlauer si sono messi al comando praticamente dall’inizio della gara, senza più voltarsi indietro. Non è arrivata la doppietta, però, perché la Porsche #88 è stata costretta al ritiro al mattino, mentre al volante c’era proprio Matteo Cairoli, finito contro le barriere dopo un problema meccanico. La piazza d’onore è stata così conquistata dalla Ferrari 488 Spirit of Race di Giancarlo Fisichella, accompagnato da Francesco Castellacci e Thomas Flohr.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: Shutterstock.com