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Basket 3×3, chi è Rae Lin D’Alie? Il folletto italo-americano che ha trascinato l’Italia sulla vetta planetaria!

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Il pubblico di Manila, a un certo punto, ha iniziato a impazzire per lei. Le hanno dato il titolo di MVP della manifestazione, ed è anche diventata, con 52 punti segnati, la più prolifica realizzatrice del Mondiale 3×3. Rae Lin D’Alie, che all’anagrafe è anche Marie, ha trascinato l’Italia sul tetto del mondo di questo basket veloce, nato nei playground, ma diventato specialità riconosciuta in ambito internazionale fino a vedersi assegnato un posto alle Olimpiadi di Tokyo 2020, accanto al suo omologo tradizionale.

Rae Lin D’Alie, di cognome, non doveva chiamarsi D’Alie. Nata a Waterford, vicino Milwaukee, il 31 ottobre 1987, è di origini italiane per discendenza dei nonni (di Calvanico, provincia di Salerno), che si chiamavano D’Elia, ma che una maldestra trascrizione all’anagrafe americana trasformò in D’Alie. Prima di sposare se stessa al basket all’età di 15 anni, ha provato con i classici sport americani, baseball e football.

Gli anni di università li trascorre alla Wisconsin University: lì ci sono i Badgers, che militano nella conference Big Ten della NCAA. L’università, a livello cestistico, non è proprio una sprovveduta: ci ha allenato Stan Van Gundy per una stagione, ci hanno giocato l’ex Virtus Roma e Reggio Calabria Kim Hughes, l’ex Virtus Bologna Rashard Griffith, l’ex Virtus Roma Jordan Taylor, oltre a diversi giocatori NBA (spiccano Wes Matthews senior e Devin Harris). Da lì arriva l’attuale giocatore di Brescia Marcus Landry.

Al femminile, il periodo di Rae Lin è anche uno dei più floridi in termini di giocatrici: molte trovano la via del professionismo in Europa, qualcuna riesce pure a fare il salto, seppur breve, nella WNBA. È Jolene Anderson, a tutt’oggi l’unica ad aver fatto oltre 2000 punti per l’ateneo: dopo una sfortunata esperienza con le Connecticut Sun, è diventata grande a Schio e nella prossima stagione la vedremo a Venezia. Play di quella squadra è sempre D’Alie, che parte in quintetto in tutte le partite tranne una, finendo i suoi anni universitari con più di 800 punti e oltre 400 rimbalzi.

La vuole in Italia Roberto Ricchini, per il Cras Taranto allora Campione d’Italia, prima della sparizione del club dal basket di vertice. Sembra fatta sia per l’ingaggio che per il doppio passaporto, ma la FIP decide di cambiare le regole per i tesseramenti proprio quell’estate, col risultato che del matrimonio D’Alie-Taranto non se ne fa nulla. Il cerchio, tuttavia, si chiude lo stesso: forse per caso o forse no, arriva in A2 a Salerno. Rae Lin ci gioca tre stagioni sempre in doppia cifra per media punti realizzati, sebbene la squadra, nell’ultima stagione, debba sforzarsi molto per evitare la retrocessione.

Da Salerno a Bologna, il passo è breve: alla Libertas sponsorizzata Meccanica Nova, D’Alie porta la squadra alla poule promozione, dove però gli ostacoli insormontabili si chiamano Ariano Irpino, GEAS Sesto San Giovanni e Ferrara. A essere promossa, in un certo senso, è però Rae Lin stessa, perché Marco Savini la vuole con sé in Serie A1, a Vigarano, che oltre a lei prende anche lo sponsor Meccanica Nova. Il roster è di buona qualità, ma lei più in là degli 8,2 punti di media non va: l’avventura finisce agli ottavi contro la Lavezzini Parma (che in quell’estate chiude i battenti), lei torna a giocare in Serie A2.

D’Alie gioca le ultime due stagioni a Bologna, anche se la società è diversa, il Progresso: nella prima, con Alessandra Tava ed Elisabetta Tassinari, arriva fino alla finale promozione contro il GEAS. La vittoria in gara-3, però, è inutile, perché le risorse per affrontare l’A1 non ci sono. La seconda stagione, quella appena passata, è anche la migliore della sua carriera, con 20,14 punti di media in A2. È terza miglior realizzatrice tra girone Nord e Sud, nonché nona miglior tiratrice da 3 col 38% e quarta per palle recuperate con 2,5 ad allacciata di scarpe. Il Progresso, però, prima si vede soffiare dalla solida Empoli la promozione diretta, poi fallisce anche i playoff perché si trova davanti la Faenza di un’ancora indomita Simona Ballardini, una che ha contribuito a non far crollare la Nazionale nei difficili primi anni 2000 assieme a Macchi e Masciadri, all’epoca nella fase iniziale della loro carriera.

In Nazionale maggiore, prima del 3×3, Rae Lin D’Alie ci arriva per giocare sei partite tra 2012 e 2013, sotto la gestione di Roberto Ricchini, che non aveva dimenticato colei che voleva a Taranto prima degli inghippi burocratici. I nomi delle compagne fanno tremare: ci sono Ilaria Zanoni, Raffaella Masciadri, Giorgia Sottana. Lei si fa trovare pronta e qualcosa di buono lo fa, poi il sipario cala.

Il basket tutto velocità, tiro dalla lunga distanza e fantasia di Rae Lin D’Alie s’incontra col basket 3×3 proprio negli anni in cui la Nazionale di basket tradizionale s’allontana in modo per lei definitivo. Il percorso del 3×3 azzurro femminile non è molto facile: nel 2012 l’Italia al Mondiale non c’è, nel 2014 esce nei gironi, nel 2016 pure. Qualcosa di buono, con Rae Lin in campo, inizia a vedersi nel 2017: quattro vittorie su quattro partite nel girone, con lei protagonista assieme a Marcella Filippi, Federica Tognalini e Alice Richter. Poi arriva una partita strana, con l’Ungheria, e la sconfitta nei quarti di finale con annesso addio ai sogni di gloria.

Poi ecco il 2018. Storia recente, anzi, recentissima. “If you don’t dream, then you can’t arrive”. Se non sogni, allora non puoi arrivare. Il sogno ce l’avevano in quattro: Rae Lin D’Alie, Giulia Rulli, Giulia Ciavarella, Marcella Filippi. Anzi, ce l’avevano in cinque, perché non va dimenticata Angela Adamoli, coach che è già istituzione nel femminile, livornese di Roma, spinta ad allenare da Paolo Di Fonzo, il baffo alle spalle del Vate Valerio Bianchini. Quel sogno se lo sono preso, tutte insieme, e sono arrivate. L’Italia è Campione del Mondo, Rae Lin D’Alie è MVP. I sogni son desideri, e qualche volta si realizzano.

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