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Calcio, Mondiali Russia 2018: il Brasile ai raggi X. Talento e concretezza per vendicare il Mineirazo di quattro anni fa

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È una delle favorite per la conquista del titolo, inutile nascondersi. Il Brasile si presenta a Russia 2018 con l’obiettivo di arrivare fino in fondo, non solo perché non può essere altrimenti per i verdeoro, ma soprattutto perché occorre vendicare l’onta subita quattro anni fa. Pensi al Brasile e ai Mondiali e pensi al Mineirazo, ovvero alla semifinale di quattro anni fa, quando la squadra carioca fu umiliata per 7-1 in casa dalla Germania poi campione. Una ferita rimasta sulla pelle dei giocatori brasiliani, perché nelle due estati successive sono arrivate due disastrose campagne in Copa America (eliminazione ai quarti col Paraguay nel 2015 e alla fase a gironi nel 2016). Fino all’esonero di Dunga e all’arrivo di Tite. Con lui il Brasile ha cambiato marcia, mettendo insieme nove vittorie consecutive che hanno proiettato Neymar & co. verso la Russia. Non solo, i verdeoro ci arrivano come la principale favorita insieme proprio a quella Germania. Chissà che in finale non possa consumarsi una tremenda vendetta…

Rosa: è la solita concentrazione di talento, altrimenti non sarebbe il Brasile. Gli esclusi di lusso non mancano (su tutti Dani Alves), ma questa sembra la rosa migliore possibile per i verdeoro, perché oltre al talento c’è tanta concretezza. Soprattutto in difesa: nelle 18 partite di qualificazione sono 11 le reti subite dal Brasile, 8 delle quali però “appartengono” alla gestione Dunga. Una solidità fortificata dagli equilibratori di centrocampo Casemiro, Fernandinho e Paulinho e che rappresenta il miglior modo per mettere i giocatori offensivi nelle condizioni di brillare. Bastano i nomi: Willian, Fred, Coutinho, Neymar, Gabriel Jesus, Douglas Costa, Firmino.

Portieri: Alisson (Roma), Ederson (Man City), Cassio (Corinthians).

Difensori: Marcelo (Real Madrid), Danilo (Man City), Filipe Luis (Atletico Madrid), Fagner (Corinthians), Marquinhos (PSG), Thiago Silva (PSG), Miranda (Inter), Pedro Geromel (Gremio).

Centrocampisti: Willian (Chelsea), Fernandinho (Man City), Paulinho (Barcellona), Casemiro (Real Madrid), Philippe Coutinho (Barcellona), Renato Augusto (Beijing Guoan), Fred (Shakhtar).

Attaccanti: Neymar (PSG), Gabriel Jesus (Man City), Roberto Firmino (Liverpool), Douglas Costa (Juventus), Taison (Shakhtar).

Stella: Neymar, e chi sennò. Quattro anni fa non riuscì nell’obiettivo di trascinare la squadra alla vittoria e proprio per questo motivo due estati fa ha preteso di far parte della spedizione olimpica a Rio. Una spedizione vincente, missione che O’Ney spera di ripetere in Russia. Talento sconfinato, l’unico in grado di potersi sedere al tavolo di due fenomeni come Messi e Ronaldo, Neymar non è però reduce dalla miglior stagione della carriera, anzi. Approdato al PSG per essere attore protagonista della propria squadra, l’asso brasiliano ha disputato l’ultima partita a marzo (è tornato in campo solo pochi giorni fa nell’amichevole contro la Croazia), rinviando il rientro proprio per presentarsi al meglio ai Mondiali.

Obiettivo: la vittoria, per i motivi già sopracitati. L’ultima risale al 2002, ai Mondiali di Corea e Giappone, nonostante il talento non sia mai mancato. Da allora sono arrivate due eliminazioni ai quarti di finale e il quarto posto casalingo del 2014. Troppo poco per i Pentacampeões.

 





 

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Foto: AGIF / Shutterstock.com

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