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Calcio, Mondiali Russia 2018: le possibili sorprese e rivelazioni. Belgio, Colombia e Polonia le osservate speciali

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Prosegue la nostra marcia di avvicinamento all’ormai imminente inizio dei Mondiali 2018 di calcio in Russia. La rassegna iridata prenderà il via il 14 giugno (ore 17.00), con il match tra i padroni di casa e l’Arabia Saudita, incontro valido per il gruppo A, presso il Luzhniki Stadium di Mosca. Un impianto che ospiterà anche la finale del torneo, domenica 15 luglio.

Un campionato del mondo che non vedrà ai nastri di partenza selezioni di grande tradizione: l’Italia e l’Olanda, su tutte, che si sono affrontate in un’amichevole tenutasi all’Allianz Stadium di Torino (4 giugno) e terminata 1-1. Le favorite dovrebbero essere Brasile, Spagna, i campioni in carica della Germania e la Francia anche se poi i valori in campo non rispettano sempre quelli sulla carta. Di conseguenza, è opportuno considerare chi non parte in prima fila e potrebbe stupire.

Nel roster delle sorprese sono tre le squadre che vengono in mente: il Belgio, la Colombia e la Polonia. Parlare di generazione d’oro per quanto riguarda i Diavoli Rossi non è certo una forzatura. La rosa belga è completa ed ha in sé tanti calciatori di talento in ogni reparto: tra i pali, il portiere del Chelsea Thibaut Courtois; in difesa Vincent Kompany (Manchester City), Thomas Vermaelen (Barcellona) e Jan Vertonghen (Tottenham); a centrocampo Yannick Carrasco (Dalian Yfang), Kevin De Bruyne (Manchester City), Moussa Dembelé (Tottenham), Axel Witsel (Tianjin Quanjian) e Marouane Fellaini (Manchester United); in attacco Dries Mertens (Napoli), Michy Batshuayi (Borussia Dortmund), Romelu Lukaku (Manchester United) ed Eden Hazard (Chelsea). Un gruppo di grandissime qualità in cui la creatività e le capacità realizzative di Hazard, Mertens e Lukaku, abbinate alla completezza di gioco di De Bruyne, potrebbero rivelarsi delle armi letali per gli avversari.

Un movimento che, dopo anni di sofferenze ed eliminazioni (ultima delle quali quella del 2010 nei girone di qualificazione degli Europei), ha saputo investire nella disciplina, credendo maggiormente nel legame sport-scuola e nello sviluppo degli impianti sportivi. Aspetti che, forse, servirebbero anche in Italia. Non è un caso che poi, a livello giovanile, il Belgio sia tra i Paesi più all’avanguardia e nel contempo abbia migliorato i propri riscontri a livello seniores, come dimostrano i quarti di finale raggiunti nell’ultima edizione iridata in Brasile. Un gruppo di livello così alto da permettersi di lasciare a casa un giocatore del calibro di Radja Nainggolan (Roma). Una decisione definita “tattica” dal ct Martinez, che ha fatto discutere, e vedremo se il campo gli darà ragione. Di fatto, i belgi si presentano ai nastri di partenza come la selezione terza nel ranking FIFA e da prendere in grande considerazione, inserita nel gruppo G con l’Inghilterra, la Tunisia e la “Cenerentola” Panama.

Altrettanto degna di attenzione è la Colombia. Presenti nel girone H, insieme a Polonia, Giappone e Senegal, i Cafeteros sognano di migliorare la prestazione dei Mondiali 2014 in Brasile, dove si fermarono ai quarti di finale, eliminati dai verdeoro. Il tecnico José Pekerman avrà a disposizione una rosa competitiva: la stella del Bayern Monaco James Rodriguez, i rapaci d’area Carlos Bacca (Villareal) e Radamel Falcao (Monaco), il guizzante Juan Cuadrado (Juventus) ed i difensori collaudati Christian Zapata (Milan) ed Oscar Murillo (Pachuca). La vera incognita, nel gruppo sudamericano, è la gestione mentale dei momenti critici delle partite che, a volte, non è stata esaltante. Basti pensare al ko interno nelle qualificazioni contro il Paraguay, che ha rischiato di vanificare la conquista del pass iridato.

Rimanendo nel raggruppamento H, giusto approfondire il discorso sulla citata Polonia. Tornata nella fase finale iridata dopo 12 anni, la formazione allenata da Adam Nawałka potrebbe sorprendere. Trascinata dal bomber del Bayern Robert Lewandowski, a segno in 16 occasioni nelle qualificazioni e detentore del record di marcature con la maglia della nazionale polacca (50), questa compagine è parte del club degli “outsider“. Un Lewandowski, riferimento offensivo, non unico giocatore da temere. Si pensi a Arkadiusz Milik e Piotr Zieliński del Napoli, giocatori molto abili tecnicamente ed in area di rigore, capaci di essere determinanti nel corso delle partite.

 

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Foto: AGIF / Shutterstock.com

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