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F1, GP Austria 2018: le caratteristiche della pista. Ferrari favorita sulla Mercedes, ma la Red Bull…

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Il Mondiale di Formula Uno è pronto a fare tappa tra i monti della Stiria per il secondo appuntamento del trittico di inizio estate che ha preso il via con il Gran Premio di Francia e che si concluderà nel prossimo weekend a Silverstone per il Gran Premio di Gran Bretagna. Questo filotto di gare ha nel suo mezzo la tappa austriaca che si disputa sull’A1 Ring, ora chiamato, per chiare questioni di sponsor, Red Bull Ring. 

Ci troviamo su uno dei circuiti più brevi e rapidi di tutto il calendario, con i tempi sul giro che superano di poco il minuto. La pista, incastonata tra i paesi di Zeltweg e Spielberg, misura 4318 metri, presenta 10 curve e, soprattutto, diversi tratti di scorrimento puro. Andiamo a conoscere meglio le caratteristiche del Red Bull Ring. 

Il rettilineo del traguardo è il secondo più lungo della pista e si conclude con una notevole salita che porta alla curva 1 la “Castrol” sulla destra. Da questo punto (nel quale avvengono numerosi errori di valutazione da parte dei piloti) prende il via il tratto di scorrimento più lungo del tracciato nel quale si toccano le velocità maggiori. Anch’esso si conclude con una curva a destra la “Remus”, anch’essa in salita. Una sorta di tornantino nel quale è fondamentale non sbagliare il punto di staccata. Usciti dalla “Remus” prende il via un nuovo allungo (inframmezzato da una lieve piega sulla destra) che riporta le velocità oltre i 300kmh, essendo anche in discesa. Si arriva, quindi, alla curva 3, ancora una volta a destra, ma stavolta in discesa, la “Schlossgold”, nella quale è davvero facile sbagliare il punto di inserimento e finire nella ghiaia.

Da questo punto inizia il tratto misto con la lunga curva 3 che anticipa le curve 4 e 5 la “Rauch” e la “Wurth Kurve” molto simili tra di loro, entrambe a sinistra e ad ampio raggio. In uscita dalla 5, non si deve sbagliare la traiettoria perchè i piloti si trovano immediatamente davanti la 6 in una sorta di chicane allungata, che precede l’ultimo rettilineo della pista. Si sale, e non poco, prima di scendere bruscamente in concomitanza della curva 7 la “Jochen Rindt” sempre a destra, che anticipa l’ultima svolta a destra, anch’essa in discesa, la “Red Bull Mobile” che riporta i protagonisti sul traguardo.

La pista austriaca, quindi, non è una delle più complicate presenti in calendario, ma non è da sottovalutare, viste le sue curve nelle quali si passa dai 300kmh ai 100kmh, a vario raggio ed inclinazione. Su questo circuito servono principalmente tre cose: potenza del motore, trazione e capacità di frenata. Le Power Unit di Ferrari e Mercedes, com’è prevedibile, potrebbero fare la differenza sui tratti veloci dell’A1 Ring, spesso con parti in salita nelle quali la potenza serve in maniera ulteriore. A livello di trazione, inoltre, la vettura di Maranello sembra la migliore del lotto, mentre per quanto riguarda la stabilità in frenata e l’inserimento in curva la Mercedes sembra avere ancora un pizzico di vantaggio. E la Red Bull? La scuderia padrone di casa vuole, ovviamente, ben figurare, ma non sembra avere, almeno sulla carta, le caratteristiche ideali per eccellere su un tracciato simile. Il suo motore paga ancora un piccolo gap nei confronti di Ferrari e Mercedes, mentre la sua ottima aerodinamica ha poche curve per poter fare la differenza.

Si annuncia, come nella scorsa stagione (quando vinse Valtteri Bottas con Sebastian Vettel ad appena sei decimi) grande equilibrio in vista del Gran Premio d’Austria. La Ferrari vuole riprendersi dopo la sconfitta del Paul Ricard e, soprattutto, fermare sul nascere il tentativo di fuga di Lewis Hamilton che, con la nuova Power Unit, ha dominato il fine settimana del Gran Premio di Francia.

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alessandro.passanti@oasport.it

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