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Ciclismo

Fabio Aru, ora serve reagire. Resettare tutto e ripartire verso Vuelta e Mondiali

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Dopo una prima metà di stagione molto difficile, caratterizzata dal ritiro durante la diciannovesima tappa del recente Giro d’Italia, Fabio Aru è chiamato a reagire in vista di un secondo scorcio di annata con degli obiettivi da non fallire: Vuelta e Mondiali di Innsbruck. Questi sono gli appuntamenti in cui il sardo può salvare la sua stagione, che finora è stata ampiamente sotto le aspettative.

Recentemente la Gazzetta dello Sport ha svelato che il fallimento di Aru al Giro è dovuto ad una preparazione sbagliata e a delle nuove intolleranze alimentari che hanno condizionato il suo rendimento durante le tre settimane di gara. Non ci sono invece certezze per quanto riguarda il suo ritorno alle gare, infatti non è ancora chiaro se il 27enne sardo parteciperà al Tour de France o se invece si concentrerà esclusivamente sulla preparazione per la Vuelta a España. Il Grande Giro spagnolo sarà appunto determinante in vista del Mondiale di Innsbruck che si svolgerà il 30 Settembre, due settimane dopo la fine della corsa iberica, infatti il CT Davide Cassani ha dichiarato che la Nazionale sarà formata da corridori che avranno dimostrato una buona forma alla Vuelta. 

In un percorso durissimo come quello di Innsbruck, il talento e le qualità da scalatore indiscusse di Aru potranno essere fondamentali per l‘Italia, infatti anche se certamente non sarà la prima punta azzurra (ruolo che rivestirà Vincenzo Nibali), potrà essere un gregario di lusso per lo Squalo o magari potrà tentare un’azione da lontano considerando che le altre nazioni potrebbero non marcarlo stretto. Tutto ciò potrà avvenire solo se il sardo riuscirà a ritrovare la gamba dei giorni migliori, quella che gli ha permesso di vincere la Vuelta 2015 e di essere protagonista nei Giri 2014-2015 e nel Tour 2017. In attesa di capire quale sarà la tabella di marcia di Aru in vista del finale di stagione, ci si augura che il talento del Cavaliere dei Quattro Mori non vada sciupato.





Foto: Valerio Origo

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