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Giovanni Malagò: “Dobbiamo migliorare il rapporto sport-scuola, Bussetti per risolvere il problema. L’Italia è un grande Paese ma…”

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Giovanni Malagò insiste da sempre sull’importanza dello sport nella scuola, fin dal suo insediamento alla Presidenza del Coni batte il tasto su questo punto del suo programma e giorno dopo giorno cerca di raggiungere il suo obiettivo. Si tratta di una missione molto complicata e certamente non semplice da attuare e che richiede parecchio tempo.

Il numero 1 dello sport italiano oggi ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero parlando proprio di questo tema. In merito alla nomina di Marco Bussetti a ministro dell’istruzione ha infatti dichiarato: “Sono felicissimo che sia stato indicato lui per questo ruolo. E’ l’uomo giusto per risolvere questa situazione. Finalmente abbiamo la grande occasione per farlo. Parliamo di una persona che si è laureata in scienze e tecniche delle attività motorie, che ha fatto l’allenatore in diverse squadre di basket e che ha trasformato la Lombardia, di cui è stato dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, in esempio virtuoso da seguire“.

Giovanni Malagò ha spiegato nel dettaglio cosa manca nel rapporto tra sport e scuola: “L’Italia è un grandissimo Paese a livello di risultati sportivi e tra i primi per molteplicità delle discipline che facciamo. Il Coni ha l’onore e l’onere di seguirle ma tutto si tiene in piedi grazie alle 118mila associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro. Mi spiego meglio: se un bambino oggi fa sport e ha la chance di diventare un campione domani è perché un genitore dopo la scuola lo porta in una di queste associazioni. Con questo sistema che è unico al mondo, e meno male che c’è altrimenti pensate che disastro, noi riusciamo a essere una delle prime dieci Nazioni al mondo. Noi partiamo con un gap mostruoso rispetto a tutti gli altri. Perché se qualcuno non ha un genitore disposto a fare dei sacrifici lo perdiamo“.

E infatti il rischio è quello di perdere ogni anno tanto potenziali atleti come conferma il Presidente del Coni: “A me piace citare due casi: Pietro Mennea e Federica Pellegrini. Il primo fu scoperto da un suo insegnante mentre giocava a ruba bandiera a scuola. Per Federica, invece, dobbiamo ringraziare la mamma che lavorava come segretaria della Serenissima nuoto di Spinea. Magari se non avesse lavorato lì oggi non avremmo una campionessa come la Pellegrini“.

Spesso la scuola boicotta gli atleti:Conosco bene questa problematica e per questo devono esserci delle offerte didattiche che consentano ai ragazzi di non dover scegliere tra lo sport e lo studio“. E poi sull’impiantistica di base: “La grande sfida di Bussetti, e se non ci riesce non so chi possa riuscirci, è quella di ricercare luoghi dove poter fare sport. Come dico sempre, e questo fa parte del mio programma, deve esserci integrazione tra scuola e associazioni sportive“.





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