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Golf, US Open 2018: il sogno proibito di Francesco Molinari

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Un sogno nel cassetto. Un desiderio mai nascosto ma espresso sommessamente, quasi fosse irraggiungibile. Eppure dallo scorso anno qualcosa è cambiato per Francesco Molinari, che per la prima volta nella sua già folgorante carriera ha sfiorato il trionfo in un torneo dello Slam.

Il secondo posto nel PGA Championship 2017, alle spalle del fuoriclasse statunitense Justin Thomas, ha confermato una volta di più che vincere un Major è possibile anche per Molinari, un autentico fenomeno del golf, che da due anni ha ritrovato quello smalto che sembrava aver inesorabilmente smarrito.

Uno smalto che nelle ultime settimane è stato ulteriormente rinnovato con prestazioni d’autore, che lo hanno condotto alla vittoria nel BMW PGA Championship e al secondo posto nell’Open d’Italia. Due grandi risultati nel giro di una settimana nell’European Tour, circuito che ormai frequenta soltanto di rado. Due riscontri di grande rilievo che hanno proiettato Molinari al primo posto della Race to Dubai. Nel prossimo weekend, intanto, è in programma lo US Open 2018, che andrà in scena tra giovedì 14 e domenica 17 giugno sul percorso di Shinnecock Hills a Southampton, New York.

Un torneo solitamente indigesto al fuoriclasse torinese, smanioso però di sfatare un tabù che lo ha visto restare sempre ai margini della contesa in questo Major. Non è un caso che il suo miglior piazzamento nello US Open sia un 24° posto conseguito nel 2014 e che in otto partecipazioni al torneo Molinari sia incappato quattro volte nel taglio.

Ma qualcosa sembra cambiato nella testa e nella tecnica dell’atleta torinese, punto di riferimento del movimento golfistico italiano dell’ultimo decennio. La freddezza con cui ha affrontato le ultime tornate del BMW PGA Championship e l’approccio nell’Open d’Italia confermano che Molinari sta attraversando uno stato di grazia davvero invidiabile. E sarebbe un peccato non sfruttare questa condizione psicofisica.

A fare la differenza, però, sono soprattutto i progressi tecnici. La precisione nei putt, infatti, è cresciuta a dismisura ed anche il suo difetto più marcato sembra ormai ridotto ai minimi termini. Un miglioramento che gli ha consentito di ridurre all’osso i bogey nelle ultime gare. E chissà che questa non sia la volta buona per scrivere la storia e proiettare Molinari nella leggenda dello sport italiano.




mauro.deriso@oasport.it

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Foto di Valerio Origo

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