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Golf, US Open 2018: Shinnecock è indomabile! Dustin Johnson si fa riprendere, che rimonta per Berger e Finau
Sarà un ultimo giro infuocato quello che andrà in scena domani allo Shinnecock Hills Golf Club di Southampton. È uno US Open dominato dal vento perché è stata un’altra giornata a dir poco complicata, su un percorso difficile e ai limiti dell’ingiocabile. Ma d’altronde la magia del Major americano è anche questa. Una magia che, forse, Dustin Johnson non apprezza come nelle prime due giornate: l’americano ha girato sopra il par, in 77 colpi, sciupando il vantaggio di quattro colpi con cui aveva iniziato il sabato. DJ ha cominciato con un doppio bogey alla 2, ha perso altri quattro colpi nelle prime nove, poi si è ripreso la testa solitaria con il birdie alla 11. Proprio sul green della 18, però, ha perso un altro colpo per un totale di +3 per il torneo: non c’è più un singolo giocatore con score negativo.
Girare sotto il par in queste condizioni fa quindi la differenza. Se lo si fa in un terzo giro del genere, poi, il guadagno aumenta e si trasforma nella possibilità di giocarsi la vittoria. Daniel Berger e Tony Finau hanno trovato un prezioso 66 al mattino, a un colpo dal record del percorso (65), che a fine giornata li ha portati in vetta con Johnson: la loro giornata era cominciata con 11 colpi da recuperare, mentre domani giocheranno l’ultimo match del torneo. In testa, però, sono in quattro, perché anche Brooks Koepka è della compagnia, dopo un giro in 72. A un colpo dai leader insegue invece l’inglese Justin Rose (73), seguito a +5 dallo svedese Henrik Stenson, crollato nelle seconde nove con cinque bogey (74). A +6 ci sono invece il thailandese Kiradech Aphibarnrat (68) e gli americani Patrick Reed (71) e Jim Furyk (72). Ma in queste condizioni nessuno nel giro di dieci colpi dalla vetta è realmente tagliato fuori dalla lotta.
Quello che spera Francesco Molinari, 23° a +9. Chicco è sceso in campo presto, quando il campo era un po’ più “giocabile”. Il torinese ha avuto comunque il suo bel da fare: dalle prime nove è uscito con due bogey e un birdie, ma le maggiori difficoltà le ha avuto alla buca 13, in cui ha trovato un doppio bogey. Alla fine, però, il birdie alla 18, il terzo della sua giornata, gli ha consentito di terminare con un 72, punteggio più che positivo per risalire la classifica. L’obiettivo sarà ripetersi domani.
In tanti oggi sono andati fuori giri, a cominciare da Scott Piercy e Charley Hoffman: il primo ha trovato un 79 ed ora è 23° a +9, il secondo è due colpi avanti dopo il 77 di oggi. Anche l’inglese Tommy Fleetwood è sceso in 23esima posizione dopo un giro in 78, mentre ha fatto ancora “meglio” Rickie Fowler: il suo 84 (tre doppi, un triplo bogey e sei bogey) è il peggior round del sabato di Shinnecock e gli vale la 61esima posizione a +16.
La giornata è stata poi caratterizzata dal giallo che ha visto protagonista Phil Mickelson alla buca 13. L’americano, in una giornata a dir poco complessa (81, 64° a +17), ha sbagliato un putt e vedendo la palla scappare in discesa, ha deciso di raggiungerla e colpirla mentre era ancora in movimento, avvicinandola alla buca. Un gesto chiaramente irregolare, che ha fatto discutere (e indignare anche qualche collega per la volontarietà, che potrebbe costargli la squalifica) ma che è stato spiegato dallo stesso giocatore. “Ho semplicemente sfruttato una piega del regolamento a mio favore. Avrei voluto farlo già altre volte e finalmente ci sono riuscito“. Phil, in sostanza, ha candidamente ammesso di averlo fatto per abbreviare “l’agonia” (aveva già impiegato quattro colpi per arrivare in green), preferendo avvicinare la palla alla buca (chiusa con un 10) e prendersi la penalità di due colpi piuttosto che continuare a giocare e ottenere uno score ancora più alto.
Che brutto esempio si dà a non squalificare Phil Mickelson dopo quello che è successo alla 13…il golf è diverso da altri sport e secondo me andava squalificato! #usopen
— Edoardo Molinari (@DodoMolinari) June 16, 2018
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: Tony Bowler / Shutterstock.com