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Mondiali 2018: Leo Messi e la maledizione albiceleste. Vincere con l’Argentina per superare Maradona

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563 gol in carriera, con la maglia del Barcellona, 64 con la selezione argentina, battendo il record di marcature di Gabriel Omar Batistuta e 45 realizzazioni in 54 partite, tra Liga e Champions League, in questa stagione. Sono solo alcuni dei dati della carriera calcistica del cinque volte pallone d’oro Lionel Messi, fenomeno del calcio mondiale di questa epoca che, insieme a Cristiano Ronaldo, rappresenta la figura di spicco dello sport più diffuso del mondo. Statistiche che parlano chiaro della grandezza di un giocatore straordinario dalle caratteristiche uniche: creatività e velocità al servizio della squadra. In altre parole, un numero uno.

Scontato, per un atleta di queste qualità, il confronto con i geni del calcio del passato, vale a dire Pelè e Maradona. In particolare con quest’ultimo, il dualismo tra chi sia il più forte ed il più decisivo è all’ordine del giorno, soprattutto in corrispondenza delle grandi competizioni internazionali, con la maglia del club e della Selección. E’ il caso degli imminenti Mondiali 2018 in Russia.

Se guardassimo solo alle cifre, probabilmente, Messi già da ora, a 30 anni, avrebbe fatto meglio di Diego per la continuità avuta nel tempo e le vittorie conquistate con la maglia del Barcellona. Il vero grande appunto però mosso nei confronti del “10” blaugrana è il suo essere leader dentro e fuori dal campo con la maglia dell’Argentina. Nonostante le 64 segnature, Leo non è mai riuscito a conquistare un successo con la sua Nazionale, come fece Maradona in Messico nel 1986.

Un’incidenza diversa, dunque, da parte dei due che porta a delle riflessioni. Per un giocatore di questo calibro, l’aver fallito con la maglia albiceleste è un grosso limite. Certo, si vince in undici e si perde in undici, tuttavia si ha sempre l’impressione che la sua presenza carismatica, all’interno dello spogliatoio, incida meno di quello che si potrebbe pensare.

Sarà perchè lui è un argentino atipico cresciuto in Spagna? Sarà perchè questo costante confronto con Maradona lo metta sotto pressione ancor più di quando gioca col club? Tutto domande lecite. Resta il fatto che, dopo la sconfitta in Copa America di due anni fa contro il Cile ai rigori ed il suo errore dal dischetto, le finali perse sono salite a quattro. “Ci sono state quattro finali, tre di seguito, e non mi sono bastate per vincere. Ci ho provato. Era la cosa che desideravo di più, ma non ci sono riuscito. E’ un peccato, ma è così. Per me l’esperienza con la Selección termina qui. Penso che sia meglio per tutti, per me e per molte persone che lo vogliono. La decisione è presa”, aveva detto Leo.

Parole di amarezza e rabbia che poi non hanno avuto conferma nella realtà. La qualificazione molto stentata degli argentini, per questa rassegna iridata, è un segnale che si vedrà ancora una volta gli altri festeggiare? Il rettangolo di gioco ci darà la risposta ma difficilmente vedremo Messi palleggiare nello spogliatoio con un’arancia o a ritmo di musica, prima di un incontro importante.

 





 

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Foto: CP DC Press Shutterstock.com

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