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MotoGP: Jorge Lorenzo-Ducati, una storia ai titoli di coda. Di chi sono le maggiori responsabilità?

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È già troppo tardi, e non è che oggi ho vinto perché correvo senza pressione. Se mi avessero dato questi pezzi sei mesi fa, i risultati sarebbero arrivati molto prima. Gigi (Dall’Igna, ndr) ha creduto in me, ma forse non al 100% e anche un po’ troppo tardi: se avesse creduto in me un po’ prima, magari sarei potuto restare in Ducati“.

Con queste parole, a domanda diretta circa il suo futuro, Jorge Lorenzo ha risposto. Il trionfatore del GP d’Italia 2018, sesta prova del Mondiale di MotoGP, per la prima volta sul gradino più alto con la Ducati, la sua decisione l’ha già presa. Una storia ai titoli di coda quella tra la scuderia di Borgo Panigale ed il cinque volte campione del mondo. Un connubio che non ha mai funzionato, tra malintesi, discussioni e polemiche. Il successo del Mugello, il 45° in carriera ed il 7° sulla pista toscana, non ha cambiato le carte in tavola. Lo spagnolo è ormai distante dalla Rossa e questa stagione vivrà su basi diverse: dimostrare di essere all’altezza della situazione in un team che non sarà più il proprio.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: di chi sono le maggiori responsabilità? Secondo Lorenzo, la situazione è abbastanza chiara: “Io penso di non aver mai mollato, ho molto orgoglio, molto amor proprio. Ho vissuto molti momenti duri, perché non ero abituato a finire dietro, però ho sempre pensato di poter vincere con questa moto. 15 anni fa, quando correvo in 125, nessuno credeva potessi vincere con quella moto, anche mio papà mi diceva che non avrei potuto vincere con la moto che avevo, ma io c’ho sempre creduto. E alla fine ci sono riuscito. Con la Ducati è uguale: sapevo che serviva tempo, servivano determinati cambiamenti tecnici per esprimere il mio potenziale. Peccato che non mi abbiano dato questi pezzi prima…”.

Un Lorenzo quindi non considerato nel team, a vantaggio di Andrea Dovizioso? Difficile da dire. Di fatto, l’impegno da parte del team italiano non sembra mai essere mancato, nel cercare di trovare la quadra, ed anche l’investimento su di lui non è stato di poco conto. E’ anche vero, però, che essendoci un altro pilota (Dovizioso) con risultati importanti portati a casa, andava anche ascoltato relativamente allo sviluppo della moto. Dall’Igna, quindi, è stato “costretto” a scendere a compromessi.

Parlando però di due centauri (Dovizioso e Lorenzo) competitivi, con l’obiettivo di centrare il titolo, ognuno ha cercato di portare acqua al proprio mulino. In questo senso, è evidente che la Ducati, da tempo, abbia optato per il forlivese, vista la stagione 2017 ed il rinnovo di qualche settimana fa. In un contesto del genere, il maiorchino non può rimanere e tra qualche giorno sapremo la sua destinazione finale. L’ipotesi Yamaha-Petronas prende sempre più forma. Non resta che attendere gli eventi.

 





 

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    4 Giugno 2018 at 15:47

    La mia opinione è che la Ducati abbia gestito malissimo questa situazione soprattutto in pista. Lorenzo ha fatto più danni della grandine. E’ un pilota strano. Per Dovizioso è stato un danno, si può valutare che abbia costato 25 punti al forlivese. Alla Ducati è arrivata l’inutile vittoria odierna di un pilota che non lotterà per il mondiale. Dovizioso ha perso 5 punti ieri più 20 nella gara in cui Lorenzo ha fatto di tutto per non farsi passare mentre con Marquez avversario Ducati non pone mai resistenza. La Ducati doveva averlo capito già lo scorso anno. Io non sono per i giochi di squadra precostituiti ma quando tu corri per una scuderia e sei fuori dalla lotta per il titolo non puoi danneggiare il tuo compagno di squadra che lotta per il titolo. Siccome era chiaro che Lorenzo da questo punto di vista non ci sente doveva essere messo nelle condizioni di non danneggiare Dovizioso. Mi sembra invece che Ducati abbia tenuto una strategia masochistica. Purtroppo i mondiali si vincono anche così.
    Poi una considerazione su Marquez. E’ definito un fenomeno ma io ho dei dubbi perchè per non essere al primo anno di Motogp commette troppi errori. Fa cose straordinarie alternate a gravi errori. Sicuramente è il più forte di questa era motociclistica ma non lo vedo al livello di un Agostini di un Rossi e forse neanche di un Doohan.

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