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Roberto Mancini: “L’idea di giocare i Mondiali? Mi frulla in testa. Balotelli ha l’età per essere leader”

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Roberto Mancini non guarda soltanto agli Europei del 2020 ma anche ai Mondiali che si disputeranno tra quattro anni. L’Italia purtroppo non sarà presente alla rassegna iridata che scatterà giovedì in Russia ma il CT cerca di essere ottimista e guarda lontano, dandosi l’obiettivo di riportare la nostra Nazionale al posto che le spetta.

Il coach marchigiano ha infatti rilasciato una lunga intervista a GQ parlando proprio della sua esperienza da giocatore con la competizione più prestigiosa: “Bearzot non mi chiamò nel 1986 perché non chiesi scusa per una notte brava a Manhattan, Sacchi mi lasciò fuori nel 1994 perché non tornai sulla decisione di autoescludermi, nel 1990 Vicini mi convocò ma senza mai schierarmi. Risultato: non ho giocato un minuto di un Mondiale, e la trovo un’assurdità anche se in buona parte la colpa è mia. Ora penso a qualificarmi per l’Europeo e poi a disputarlo alla grande, io gioco sempre per vincere. Ma confesso che l’idea del Mondiale, visti i precedenti, già mi frulla in testa“.

Parole dolcissime poi per il suo pupillo Mario Balotelli: “Provo affetto per lui, è ovvio, ma il suo ritorno in azzurro ha motivazioni esclusivamente calcistiche. Mario ha soltanto 28 anni, e quindi fa ancora in tempo a prendersi tutte le soddisfazioni che desidera perché al suo background fisico e tecnico ha aggiunto l’esperienza. Insomma, è cresciuto in tutti i sensi. Considerato che la Nazionale è destinata a perdere, subito o nel giro di un paio d’anni, lo zoccolo duro che ci ha tenuto a galla fino al flop con la Svezia, ho bisogno di nuovi leader. Mario ha l’età e la credibilità tecnica per farlo, e per fortuna non è l’unico“.

Non solo Balotelli ma anche Federico Chiesa per cui spende grandi parole di elogio: “Ogni tanto mi fermo a osservarlo, perché con lui viaggio nel tempo. Federico è identico al papà Enrico, le stesse finte, la stessa accelerazione, un tiro molto simile. Quest’anno ha segnato poco in relazione alle potenzialità, ma è il classico talento che può esplodere in qualsiasi momento anche dal punto di vista realizzativo. Io me lo aspetto“.

 





Foto ymphotos Shutterstock.com

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