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Tennis, Sara Errani squalificata per 10 mesi! Non giocherà fino a febbraio 2019, mazzata per il caso doping

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Arriva una mazzata pesantissima per Sara Errani a cui sono stati inflitti dieci mesi di squalifica. Il TAS di Losanna ha infatti accolto l’appello presentato da Nado Italia lo scorso 31 agosto. Originariamente la Federazione Internazionale del Tennis aveva fermato la giocatrice per due mesi dopo la positività al letrozolo emersa in un test antidoping del 16 febbraio 2017 (l’emiliana si era difesa parlando di contaminazione alimentare).

Nado Italia però voleva una pena maggiore, il Tas ha accolto la richiesta e ha quintuplicato la condanna. Sara Errani dunque non potrà giocare fino all’8 febbraio 2019, cioè per otto mesi visto che due sono già stati scontati lo scorso anno. La sentenza è inappellabile, la 31enne potrà tornare in campo solo a inverno inoltrato. L’azzurra dovrà pagare anche 4000 franchi svizzeri di risarcimento a Nado Italia. La sua ultima apparizione era stata settimana scorsa al torneo di Bol (Croazia). Un nuovo stop pesantissimo per la numero 72 del ranking WTA, non sarà facile risalire la china e tornare protagonista.

Il TAS ha confermato che l’assunzione del letrozolo è stata involontaria e accidentale, non esisteva alcun dolo. Si tratta di una piccola consolazione per la giocatrice.

 

AGGIORNAMENTO (14.30). Come riporta tennisitaliano.it, ci sarebbe però una possibile strada da percorrere per Sara Errani: quella di rivolgersi al Tribunale Federale Svizzero perché il pronunciamento del TAS sembra essere in contrasto con le norme del Tennis Antidoping Program in particolare l’articolo 10.10.3 ai suoi paragrafi “B” e “C”. Il paragrafo B sostiene che la squalifica può essere fatta partire dal giorno dell’ultimo test positivo, a patto che il giocatore sia stato fermo per almeno la metà della squalifica. Dunque la Errani potrebbe restare ferma soltanto 3 mesi (avendone scontati già 2) ma vedersi cancellati punti WTA e premi in denaro di un periodo antecedente alla sentenza. Il paragrafo “C” sostiene che, qualora ci sia un ritardo nella pubblicazione della sentenza per ragioni non imputabili all’atleta, la sanzione possa essere interamente retrodatata. Il TFS potrebbe valutare una sospensione della pena in attesa di emettere una propria sentenza definitiva tra 3-5 mesi.

 





Foto: Kithan / Shutterstock.com

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