Ciclismo
Tour de France 2018: il percorso e le 21 tappe. C’è di tutto: Alpi, Pirenei, pavé, cronometro, muri…
L’edizione numero 105 del Tour de France, che si disputerà dal il 7 al 29 luglio, sarà sicuramente una delle più attese e incerte degli ultimi anni. Infatti la Grande Boucle quest’anno come non mai è arricchita da tutti i migliori scalatori del momento: da Chris Froome, a caccia del quarto successo consecutivo e della doppietta Giro-Tour, alla nostra unica grande speranza Vincenzo Nibali, senza tralasciare il team Movistar che si presenta con ben tre possibili pretendenti per la Maglia Gialla (Nairo Quintana, Alejandro Valverde e Mikel Landa) e il “padrone di casa” Romain Bardet, due volte consecutive sul podio nelle scorse stagioni. Gli uomini di classifica della corsa a tappe affronteranno un percorso mai così colmo d’insidie come nella corrente edizione. Oltre alle classiche salite sulle alture alpine e pirenaiche, saranno presenti anche una tappa sul pavé, per la prima volta attraversando così tanti tratti sui ciottoli, e ben due cronometro (di cui una cronosquadre) che rendono ancora più complicate le aspettative su chi verrà premiato sotto l’Arco di Trionfo. Non mancheranno comunque le frazioni riservate ai velocisti, tra i quali spiccano nella start list Peter Sagan, Fernando Gaviria e Marcel Kittel.
Di seguito l’analisi di ciascuna frazione del Tour de France 2018. La corsa a tappe più seguita a livello globale scatterà sabato 7 luglio nel territorio della Loira francese fino a giungere al classico scenario conclusivo sui Campi Elisi parigini, domenica 29 luglio.
Prima tappa, Sabato 7 luglio – Noirmoutier-en-l’Île / Fontenay-le-Comte (201 km)
Spazio ai velocisti al debutto della 105esima edizione della Grande Boucle. Prima frazione quasi completamente pianeggiante, con il primo GPM (Cote de Vix, 4a categoria) situato al km 173 preda dei fuggitivi, a meno che non vengano raggiunti prima dal gruppo degli inseguitori. Lo sprint finale rivelerà il vincitore del primo attesissimo confronto tra Sagan, Gaviria e Kittel. Chi sarà la prima maglia gialla del Tour 2018?
Seconda tappa, Domenica 8 luglio – Mouilleron-Saint-Germain / La Roche-sur-Yon (182,5 km)
Il percorso più breve e un’altimetria relativamente ondulata soltanto nei primi 60km (con annesso il secondo GPM di quarta categoria della corsa) rende il tracciato ancora più semplice rispetto a quello della tappa precedente. Per la seconda occasione consecutiva quindi si prevede un arrivo in volata, rinnovando la sfida tra i migliori sprinter del panorama mondiale.
Terza tappa, Lunedì 9 luglio – Cholet / Cholet, cronometro a squadre (35,5 km)
Ecco la prima vera e propria insidia per gli uomini di classifica. Il comune situato nella regione dei Paesi della Loira ospita una cronosquadre che si percorre in un circuito verosimilmente “ad anello” caratterizzato da lunghezza e continui saliscendi. Secondo le aspettative, il Team Sky di Chris Froome parte favorito, e potrebbe infliggere distacchi pesanti alle altre ammiraglie capitanate da big, come ad esempio la Bahrein Merida di NIbali, allarmata dalla brutta prestazione nel Giro del Delfinato in una corsa contro il tempo a squadre.
Quarta tappa, Martedì 10 luglio – La Baule / Sarzeau (195 km)
Ancora una volta protagonisti della quarta frazione saranno i pretendenti per la Maglia Verde, destinata al leader della classifica a punti. Altimetria prevalentemente pianeggiante, con una brevissima salita ai -60km dall’arrivo che con molta probabilità sarà l’occasione per la provvisoria Maglia a Pois di racimolare un punto in più nella graduatoria scalatori. I 25km che concludono la quarta frazione saranno tutti dediti alla costruzione dei treni di ciascuna squadra per agevolare la volata del proprio sprinter.
Quinta tappa, Mercoledì 11 luglio – Lorient / Quimper (204,5 km)
Si attraversa il tradizionale suolo bretone, ma nell’edizione corrente i velocisti dovranno fare i conti con ben cinque GPM (tre di terza e due di quarta categoria). I continui ma brevi strappi nella seconda metà della quinta frazione sono appetibili ai cosiddetti cacciatori di tappe, che potrebbero cercare la vittoria con una progressione lungo gli ultimi saliscendi della giornata. Un pomeriggio impegnativo dunque per i team che vorrebbero portare al successo il proprio velocista, che dovranno agevolare quest’ultimo sulle salite e allo stesso tempo arrestare le minacce dei finisseur.
Sesta tappa, Giovedì 12 luglio – Brest / Mûr de Bretagne Guerlédan (181 km)
Dal punto di vista altimetrico si può considerare una tappa di media montagna con un muro finale molto ripido. Chissà se qualcuno tra gli uomini di classifica accennerà il primo attacco in salita a pochi chilometri dal traguardo? Si scala per due volte il Mur de Bretagne, pendenza media del 6,9% ma con i 1000m prima della linea di arrivo al 10%. Occasione ghiotta per Alejandro Valderde, uno specialista nel saper costruire la vittoria in frazioni del genere.
Settima tappa, Venerdì 13 luglio – Fougères / Chartres (231 km)
Quinto possibile arrivo in volata, considerando l’altimetria pianeggiante del percorso lungo 231km, la maggior distanza percorsa in una sola giornata nella corrente edizione del Tour. Unica variabile dal punto di vista tecnico il vento: i velocisti insieme al proprio team dovranno prestare particolarmente attenzione ai ventagli che potrebbero troncare il gruppo. Una folata potrebbe rivelarsi fatale.
Ottava tappa, Sabato 14 luglio – Dreux / Amiens Métropole (181 km)
Trequarti della frazione ondulati, con gli unici due Gran Premi della Montagna di quarta categoria situati al 35° e al 71° chilometro. Le ultime 50 migliaia di metri sono tutte in leggera discesa, fino a giungere al traguardo nella località dell’Alta Francia, dove con molta probabilità il vincitore sarà decretato allo sprint finale
Nona tappa, Domenica 15 luglio – Arras Citadelle / Roubaix (156,5 km)
La prima settimana si conclude nel miglior modo possibile, ossia lungo le strade di una classica per eccellenza: la Parigi-Roubaix. I corridori percorreranno ben 15 settori sul suolo caratteristico per la sua unicità, nel complesso 21,7km da affrontare sul pavé (mai così tanti durante una tappa della Grande Boucle). Potrebbe rivelarsi la giornata di Nibali, uno dei pochi scalatori a suo agio sul tipico terreno irregolare, per creare un letterale terremoto nella classifica generale, soprattutto nel caso un cui venisse a piovere e dunque i ciclisti non possono transitare a bordo della strada (perché sarebbe ricoperta di fango).
Decima tappa, Martedì 17 luglio – Annecy / Le Grand-Bornand (158,5 km)
La seconda settimana si apre con una frazione di alta montagna. La corsa, probabilmente ancora scossa dai postumi sul pavé, affronterà il primo tappone alpino (proprio così, quest’anno la seconda settimana viene dedicata alla catena montuosa al confine con il Bel Paese, precedendo di conseguenza i Pirenei). Complessivamente si affrontano quattro grandi salite, di cui una di Hors Categorie. Dopo 43km si arriva in cima al Col de la Croix Fry, dopo una scalata lunga 11 chilometri con pendenza media del 7%; poco dopo si giunge sulla sommità del Montèe du plateau des Glières (HC, 6km di lunghezza e 11,2% di ripidità). Una “pausa” circa a metà del tragitto prima di scalare in successione due GPM di prima categoria: Col de la Romme (9 chilometri al 9% di pendenza media) e Col de la Colombiere quando mancano 14km all’arrivo (7,5 km all’8,5%, ma un picco tra il 9 e 10% di media nelle cinque migliaia di metri prima della vetta). La complicata tappa non finisce qui: una discesa molto tecnica, adatta allo Squalo, precede l’arrivo presso il comune situato nell’Alta Savoia. Gli uomini di classifica andranno allo scoperto.
Undicesima tappa, Mercoledì 18 luglio – Albertville / La Rosière Espace San Bernardo (108,5 km)
Non fatevi ingannare dalla lunghezza della tappa: le quattro impetuose ascese saranno ancora più impegnative per gli scalatori rispetto alla giornata precedente, mettendo a dura prova le condizioni fisiche di ciascuno. Nella prima metà della corsa si attraversano due GPM di Hors Categorie: Montée de Bisanne, lungo 12,4 km con pendenza media dell’8,2%, e Col du Pré, 12,6 km al 7,7%. Il Cormet de Roseland (salita di seconda categoria, la meno difficile della frazione odierna) precede una lunghissima discesa di circa 20km prima del gran finale, a La Rosière (17km in ascesa al 5,8%), dove la classifica generale potrebbe subire un’altra scossa.
Dodicesima tappa, Giovedì 19 luglio – Bourg-Saint-Maurice Les Arcs / Alpe d’Huez (175,5 km)
Il terzo giorno consecutivo sulle Alpi si conclude con l’ascesa su uno dei più famosi arrivi del Tour de France: l’Alpe d’Huez. Una delle salite più impegnative di tutta la corsa a tappe viene preceduta da altri due Gran Premi di Hors Categorie: il Col de la Madeleine di più di 25km (6,2% di pendenza media) e poi una scalata ancora più lunga, il Col de la Croix de Fer (29 km al 5,2%). Per quanto riguarda gli uomini di classifica, sfruttare la manovra dei propri gregari sarà fondamentale per poter tagliare il traguardo davanti a tutti e soprattutto guadagnare preziosi secondi, ma anche minuti, sui diretti rivali. Per questo è favorita la Movistar, che porta con sè tre uomini adatti per conquistare la maglia gialla.
Tredicesima tappa, Venerdì 20 luglio – Bourg d’Oisans / Valence (169,5 km)
Superata la tre giorni sulle complicate Alpi, il percorso torna ad essere favorevole ai velocisti. Sarà una delle ultime occasioni per i pretendenti per la Maglia Verde di imporsi sul traguardo. La frazione odierna prevede due lievi difficoltà altimetriche, prima di scollinare negli ultimi 25km
Quattordicesima tappa, Sabato 21 luglio – Saint-Paul-Trois-Châteaux / Mende (188 km)
Dopo una tappa adatta agli uomini di classifica per riprendere fiato, si affronta il Massiccio Centrale. Prima metà piuttosto pianeggiante prima di scalare il Col de la Croix de Berthel (9,1km al 5,3%) e il Col di Pont sans Eau (3,3km al 6,3%). Quasi 30km di discesa prima di affrontare la salita esplosiva che potrebbe decidere le sorti della frazione: il Cote de la Croix Neuve, un muro con una pendenza oltre il 10%. Una discesa di 1,5km accompagna i corridori al traguardo di una tappa incognita.
Quindicesima tappa, Domenica 22 luglio – Millau / Carcassonne (181,5 km)
Frazione adatta per i cacciatori di tappe. E’ prevedibile una fuga ricca di corridori, con l’obiettivo di non farsi raggiungere prima del chilometro numero 140, quando si giunge in cima al Pic de Nore, salita di prima categoria di 12,3km di ripidità media del 6,3%. Dopodiché una lunghissima discesa fino agli ultimi 15 chilometri pianeggianti. Difficile che si muovano i big, più probabile che voglia provarci chi cerca di salire di graduatoria per ambire alla top10.
Sedicesima tappa, Martedì 24 luglio – Carcassonne / Bagnères-de-Luchon (218 km)
Dopo l’ultimo lunedì di riposo, la carovana attraversa i Pirenei. Tappa di alta montagna lunghissima e decisiva negli ultimi 50km, quando si affronteranno due dure salite di prima categoria: il Col de Mentè (quasi 7km all’ 8,1%) e il Col du Portillon dove si supera il confine con la Spagna (8,3km al 7,1%) intervallati da un lungo tratto in falso piano. I 10km che imboccano verso il traguardo sono caratterizzati da una discesa tecnica adatta agli specialisti
Diciassettesima tappa, Mercoledì 25 luglio – Bagnères-de-Luchon / Saint-Lary-Soulan (65 km)
Una tappa rivoluzionaria. E’ la frazione più breve della storia in un grande giro, ma soprattutto per la prima volta i concorrenti partiranno in griglia a seconda dell’ordine in classifica generale. Gli uomini di classifica dunque non potranno contare sui propri gregari nelle prime fasi della gara. Nonostante la brevità, si affrontano in successione due GPM di prima categoria, il Montée de Peyragudes (14,9 km al 6,7%) e il Col de Val Lauron-Azet (7,4 km all’8,3%), prima della lunga salita di 16km (8,7% di pendenza media) che porta all’arrivo, il col du Portet (HC).
Diciottesima tappa, Giovedì 26 luglio – Trie-sur-Baïse / Pau (171 km)
Ultimo momento per i big di poter rifiatare. Due GPM di quarta categoria, di cui uno posto a poco più di una quindicina di chilometri dal traguardo. Le possibilità sono due: o si concretizza la fuga oppure è il penultimo arrivo in volata (più probabile)
Diciannovesima tappa, Venerdì 27 luglio – Lourdes / Laruns (200,5 km)
Saranno gli ultimi 200km sui Pirenei, tra i più impegnativi di tutta la corsa a tappe. Il Col d’Aspin (12 km al 6,5%) e il Col du Tourmalet (17,1 km al 7,3%) sono troppo distanti per affondare il colpaccio, più probabile che i big attacchino sulla salita del Col d’Aubisque, ultimo Hors Categorie della corsa (16,6 km al 4,9%, con punte del 10%). A 20km prima di tagliare la linea del traguardo comincia la discesa in picchiata verso l’arrivo. Anche qui occhio agli scossoni in classifica.
Ventesima tappa, Sabato 28 luglio – Saint-Pée-sur-Nivelle / Espelette cronometro individuale (31 km)
Ed eccoci giunti alla penultima frazione del Tour, tanto attesa per gli ultimi ribaltoni in chiave maglia gialla. Nonostante sia una corsa contro il tempo, sarà molto complicato per gli specialisti di imporsi, dato che il tracciato presenta diverse asperità. E’ un continuo saliscendi per 31km, con una brevissima scalata di 900m, ma con una pendenza superiore al 10%, che precede una discesa tecnica a 3km dal traguardo. Insomma ce n’è per tutti. Variabile pazza l’energia rimasta nelle gambe, che deciderebbe chi andrà in trionfo nell’edizione numero 105 del Tour.
Ventunesima tappa, Domenica 29 luglio – Houilles / Paris Champs-Élysées (116 km)
Come da tradizione, i corridori sfileranno per le strade di Parigi, mentre i velocisti si contenderanno l’ultimo arrivo in sprint (ed eventualmente la Maglia Verde) lungo i Campi Elisi, il viale più famoso della capitale francese. Infine sarà il momento di incoronare il vincitore del Tour de France 2018 sotto l’Arc du Triomphe.
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Crosolto
26 Giugno 2018 at 08:48
la quinta tappa che finisce a Quimper non è per velocisti, forse non vi è chiaro quanto difficile questa tappa, sembra una tappa adatta per uomini classiche, il finale gli ultimi 800 metri sono in salita, un continuo sali e scendi con strade strette, forse gli uomini di classifica non faranno niente, ma potrebbe sempre succedere qualcosa, non credo che faranno strade con sterrato, questo è un gran peccato sono a vicine a zone dove si corrono gare molto interessanti, peccato. Quinta tappa non è da sottovalutare ci saranno sorprese