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Ciclismo

Tour de France 2018, il percorso e le 21 tappe (con stellette di difficoltà). Alpi, Pirenei, pavè: tracciato mai visto!

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Sabato 7 luglio scatterà la 105ma edizione del Tour de France. Una corsa attesissima, che vedrà al via i più grandi fuoriclasse del ciclismo mondiale su un percorso che promette equilibrio ed incertezza. Ci sarà Chris Froome, a caccia del quarto grande giro consecutivo, impresa riuscita in passato solo al Cannibale Eddy Merckx, senza contare che l’accoppiata Giro-Tour non si verifica dal 1998, quando Marco Pantani fece sognare l’Italia. Ricordiamo, ad ogni modo, che pende sempre un processo sul capitano del Team Sky per la positività al salbutamolo riscontrata alla Vuelta 2017, dunque questi record potrebbero venire vanificati in caso di condanna. Il Bel Paese si stringerà forte con Vincenzo Nibali. Lo Squalo ha dichiarato di puntare al podio, ma sotto sotto cova il sogno più grande: eguagliare Ottavio Bottecchia, Gino Bartali e Fausto Coppi, gli unici italiani ad aggiudicarsi per due volte la Grande Boucle. C’è grande curiosità per capire chi tra gli spagnoli Mikel Landa e Alejandro Valverde ed il colombiano Nairo Quintana sarà il capitano di una temibile Movistar, mentre la Francia si affiderà all’uomo del destino Romain Bardet per interrompere un digiuno di 33 anni.

Le 21 tappe previste si articoleranno lungo un percorso più vario ed accattivante che mai. Alpi, Pirenei, muri, discese, pavé, cronometro. Ce n’è davvero per tutti i gusti: ad aggiudicarsi la corsa non potrà che essere il corridore più completo.

Andiamo dunque a scoprire cosa ci aspetta in tre settimane che si annunciano intensissime. Abbiamo assegnato a ciascuna tappa un giudizio che va da una a cinque stellette, in ordine crescente di difficoltà.

LE 21 TAPPE E IL PERCORSO DEL TOUR DE FRANCE GIORNO PER GIORNO

Prima tappa, Sabato 7 luglio – Noirmoutier-en-l’Île-Fontenay-le-Comte (201 km): *

La prima maglia gialla se la giocheranno i velocisti. Un unico GPM di quarta categoria è posto a 14,5 km dall’arrivo: si tratta della Cote de Vix, 700 metri al 4,2% che non faranno selezione. Sarà dunque una lotta senza quartiere tra i vari Sagan, Kittel e Gaviria.

Seconda tappa, Domenica 8 luglio – Mouilleron-Saint-Germain-La Roche-sur-Yon (182,5 km): *

Frazione ancora più semplice della precedente. Percorso mosso solo nei primi 40 km, dopo la strada diventa completamente pianeggiante. Sarà dunque ancora una volta un affare per velocisti, anche in chiave leadership della classifica generale.

Terza tappa, Lunedì 9 luglio – Cholet-Cholet, cronometro a squadre (35,5 km): ****

Primo momento chiave della corsa. Una cronometro a squadre molto lunga, che creerà distacchi importanti tra gli uomini di classifica. Il percorso presenta continui saliscendi, anche se dal quarto al tredicesimo chilometro, tratto in leggera discesa, si svilupperanno velocità altissime. Sulla carta il Team Sky di Chris Froome potrebbe fare la differenza e mettere in cassaforte la maglia gialla. Per Vincenzo Nibali e la Bahrein Merida l’obiettivo sarà provare a limitare i danni nell’ordine del minuto di distacco. Sarà una tappa molto complessa anche per Romain Bardet: l’AG2R potrebbe pagare molto in una prova di questo genere che sembra invece più adatta alla Movistar di Nairo Quintana.

Quarta tappa, Martedì 10 luglio – La Baule- Sarzeau (195 km): *

In questa edizione gli organizzatori hanno deciso di riservare molte chance ai velocisti. Non è un caso che saranno presenti i migliori sprinter al mondo, alcuni dei quali si giocheranno la prestigiosa maglia verde della classifica a punti. Una sola Cote di 800 metri in questa tappa al 7,8%, ma dalla cima mancheranno 60 km al traguardo. Arrivo a ranghi compatti inevitabile.

Quinta tappa, Mercoledì 11 luglio – Lorient-Quimper (204,5 km): **

Tracciato mosso, da classica, che nasconde insidie e trabocchetti. Cinque GPM da affrontare, tre di terza e due di quarta categoria. Si tratta di salite brevi, degli strappi che potrebbero favorire gli scattisti. Non sarà facile per il gruppo tenere a bada eventuali attaccanti, la corsa potrebbe anche esplodere. L’ultimo chilometro presenta una pendenza media del 4,8%. Peter Sagan sarà l’uomo da battere?

Sesta tappa, Giovedì 12 luglio – Brest-Mûr de Bretagne Guerlédan (181 km): ***

Tappa facile per 179, ma il finale creerà certamente dei distacchi tra i favoriti per la classifica generale. Il Mûr de Bretagne farà male a tanti: 2 km al 6,9% di pendenza media, ma gli ultimi 1000 metri sono al 10%. Un arrivo ideale e su misura per Alejandro Valverde, che avrà una ghiotta occasione per guadagnare terreno, così come l’irlandese Daniel Martin. In questa tappa, invece, Vincenzo Nibali dovrà difendersi: lo Squalo non è adatto ad arrivi così esplosivi.





Settima tappa, Venerdì 13 luglio – Fougères-Chartres (231 km): **

Si tratta della frazione più lunga di questo Tour de France 2018. Il percorso completamente pianeggiante dovrebbe offrire una chance ai velocisti, tuttavia i favoriti dovranno fare attenzione ad eventuali ventagli che potrebbero spaccare il gruppo.

Ottava tappa, Sabato 14 luglio – Dreux-Amiens Métropole (181 km): *

Due GPM di quarta categoria lontanissimi dal traguardo. Poi un continuo “mangia e bevi” prima degli ultimi 50 km in leggera discesa. Ancora una volta la vittoria sarà terreno di caccia per gli sprinter. Un peccato assistere ad una tappa del genere di sabato…

Nona tappa, Domenica 15 luglio – Arras Citadelle-Roubaix (156,5 km): *****

Qui si decide una buona fetta di Tour de France. Tanti, a fine giornata, dovranno già dare addio ad ogni velleità di vincere la Grande Boucle. Si correrà lungo le strade della mitica Parigi-Roubaix. Saranno ben 15 i settori in pavé da affrontare, per un totale di oltre 21,7 km complessivi (in passato non si era mai andati oltre i 13 km). Gli scalatori puri faranno una fatica enorme a tenere il ritmo degli specialisti delle pietre: potranno crearsi davvero distacchi enormi, forse anche superiori alle tappe di montagna. Le squadre giocheranno un ruolo determinante. Vincenzo Nibali dovrà dare tutto, lui che sul pavé ha sempre dimostrato di sentirsi a proprio agio. Dovranno difendersi i vari Froome, Quintana e Bardet, mentre potrebbe fare molto bene il colombiano Rigoberto Uran. Attenzione poi al meteo: se dovesse piovere (come accadde nel 2014…) ed il pavé ricoprirsi di fango, allora i ritardi tra gli uomini di classifica potrebbero assumere proporzioni bibliche.

Lunedì 16 luglio – Giorno di riposo

Decima tappa, Martedì 17 luglio – Annecy-Le Grand-Bornand (158,5 km): *****

Con le fatiche del pavé ancora nelle gambe (sarà bastato un giorno di riposo per smaltirle?), i corridori affronteranno il primo tappone di montagna. Quest’anno le Alpi verranno attraversate prima dei Pirenei. Tre GPM di prima categoria previsti, più un Hors Categorie. Si inizia con il Col de la Croix Fry, di 11.3 chilometri al 7%, discesa e poi subito verso Plateau de Glieres (HC), 6 chilometri all’11,2% di pendenza media che frantumeranno il gruppo, anche se mancheranno ancora 90 km al traguardo. Nel finale in rapida successione Col de la Romme (9 chilometri al 9%) e Col de la Colombiere (7,5 chilometri all’8,5%, anche se gli ultimi 5 chilometri di fatto sono tutti tra il 9 e il 10% di media). Poi una lunga discesa di 14 km prima dell’arrivo che potrebbe creare ulteriore selezione. Un tappone alpino per uomini di fondo come Froome, Quintana, Bardet e Nibali (con la discesa perfetta per lo Squalo).

Undicesima tappa, Mercoledì 18 luglio – Albertville-La Rosière Espace San Bernardo (108,5 km): ****

Una frazione breve che potrebbe creare ancora più distacchi rispetto a quella del giorno prima, perché molti potrebbero non aver recuperato al meglio gli sforzi. Inoltre la brevità del percorso farà sì che i ritmi saranno forsennati sin dai primi km. Si partirà subito con due Hors Categorie: Montée de Bisanne (12,4 km all’8,2%) e Col du Pré (12,6 km al 7,7%), Dopo il non irresistibile Cormet de Roselend (5,7 km al 6,5%), una lunga discesa di quasi 20 km porterà all’imbocco dell’ultima ascesa verso La Rosiere, 17,6 km al 5,6%. E’ la classica tappa dove può accadere tutto o niente.

Dodicesima tappa, Giovedì 19 luglio – Bourg-Saint-Maurice Les Arcs-Alpe d’Huez (175,5 km): *****

La tre giorni sulle Alpi si conclude con la frazione forse più dura di tutto il Tour de France. Qui davvero la classifica assumerà un volto molto ben definito e, probabilmente, avremo già un’idea su chi sarà il grande favorito per vestire la maglia gialla a Parigi. Si affronteranno tre salite mitiche Hors Categorie: prima il lunghissimo Col de la Madeleine (25,3 km al 6,2%), poi il Col de la Croix de Fer (29 km al 5,2%), infine la temibile Alpe d’Huez che non ha bisogno di presentazioni (13,8 km all’8,1%). E’ probabile che la bagarre si scatenerà sull’ultima ascesa, dove i secondi ed i minuti fioccheranno con facilità. Attenzione però alla variabile impazzita della Movistar: uno o due tra Landa, Valverde e Quintana, a seconda del piazzamento in classifica, potrebbero muoversi già su Madeleine o Croix de Fer per provare a far saltare il banco. Una tappa imperdibile.




Tredicesima tappa, Venerdì 20 luglio – Bourg d’Oisans-Valence (169,5 km): *

Torna la calma (relativa…) dopo giorni di battaglie tra pavé ed Alpi. Presenti un GPM di terza ed uno di quarta categoria. I velocisti non si lasceranno scappare questa opportunità.

Quattordicesima tappa, Sabato 21 luglio – Saint-Paul-Trois-Châteaux-Mende (188 km): ***

Dopo le Alpi, ecco il Massiccio Centrale. Dopo i primi 90 km non ci sarà più un solo metro di pianura. Due GPM pedalabili da affrontare, poi un finale difficile con la terribile Cote de la Croix Neuve, 3 km al 10,2%. L’ascesa terminerà a 1,5 km dal traguardo, cui si arriverà dopo una breve discesa. E’ una frazione perfetta per Alejandro Valverde e Daniel Martin, ma anche Romain Bardet potrebbe tentare di staccare i rivali diretti per la classifica generale. Vincenzo Nibali sarà un’incognita: il percorso simile alla Liegi-Bastogne-Liegi potrebbe favorire lo Squalo, che tuttavia negli ultimi anni ha sempre faticato in arrivi esplosivi come questo.

Quindicesima tappa, Domenica 22 luglio – Millau-Carcassonne (181,5 km): **

Tappa da fuga o per chi avrà il coraggio di osare. In avvio un continuo saliscendi che frantumerà il gruppo, anche se Cote de Luzencon e Col de Sié non faranno selezione. Dopo 121 km inizierà il GPM di prima categoria del Pic de Nore, non durissimo (12,3 km al 6,3%). Dalla cima una lunga discesa che si concluderà poi a 18,5 km dal traguardo. Difficile ipotizzare colpi di mano, anche se potrebbero muoversi corridori più indietro nella classifica generale (quelli tra l’ottavo ed il quindicesimo posto, per intenderci).

Lunedì 23 luglio, secondo giorno di riposo

Sedicesima tappa, Martedì 24 luglio – Carcassonne-Bagnères-de-Luchon (218 km): ****

Iniziano i Pirenei. Una tappa lunga, che entrerà nel vivo dopo i primi 124 km sostanzialmente pianeggianti. Prima il Col de Portet (5,4 km al 7,1%), poi il breve ma durissimo Col de Mentè (6,9 km all’8,1%), seguito da una discesa tecnica di 10 km. Dopo un lungo tratto in falsopiano, ai -20 inizierà il Col du Portillon, ascesa non impossibile (8,3 km al 7,1%). Da qui una discesa in picchiata di 10000 metri verso il traguardo. Vincenzo Nibali potrebbe provarci.

Diciassettesima tappa, Mercoledì 25 luglio – Bagnères-de-Luchon-Saint-Lary-Soulan (65 km): *****

La tappa più corta della storia in un grande giro. Di sicuro sarà anche la più pazza, perché si partirà con il rivoluzionario sistema della griglia, dunque i favoriti scatteranno in prima fascia, senza poter contare sui gregari, almeno nelle battute iniziali (clicca qui per saperne di più).
Si affrontano in successione Montée de Peyragudes (14,9 km al 6,7%) e Col de Val Lauron-Azet (7,4 km all’8,3%), prima dell’arrivo in salita sul Col du Portet, Hors Categorie che potrà fare malissimo (16 km all’8,7% di pendenza media). La breve distanza potrebbe davvero risultare nociva per uomini che al contrario hanno nel fondo la propria dote principale. E’ forse la frazione più temuta da Vincenzo Nibali.

Diciottesima tappa, Giovedì 26 luglio – Trie-sur-Baïse-Pau (171 km): *

Giornata di quiete per far rifiatare gli uomini di classifica prima delle ultime due battaglie. La Cote d’Anos (2,1 km al 4,6%), posta a 19 km dall’arrivo, non dovrebbe evitare una scontata volata.

Diciannovesima tappa, Venerdì 27 luglio – Lourdes-Laruns (200,5 km): *****

L’ultimo scontro corpo a corpo sui Pirenei. Previste salite epiche come Col d’Aspin (12 km al 6,5%) e, soprattutto, Col du Tourmalet (17,1 km al 7,3%). Quest’ultimo, tuttavia, terminerà a ben 92 km dall’arrivo, troppi per pensare ad eventuali sortite. A seguire i non irresistibili Col des Borderes (8,6 km al 5,8%) e Col d’Aubisque, ultimo Hors Categorie della corsa (16,6 km al 4,9%, ma con diversi tratti al 10%) che si concluderà ai -20 dall’arrivo, cui si approderà dopo una lunga discesa. Lo spazio per attaccare ed, eventualmente, ribaltare la classifica generale non mancherà.

Ventesima tappa, Sabato 28 luglio – Saint-Pée-sur-Nivelle-Espelette cronometro individuale (31 km): *****

L’unica cronometro individuale del Tour de France. Una scelta precisa da parte degli organizzatori per provare ad agevolare l’idolo di casa Romain Bardet (che, tuttavia, in precedenza potrebbe non aver gradito né la cronometro a squadre né il pavé). Il percorso non è per specialisti, senza un metro di pianura. Si alternano continui strappi e discese. Nel finale si affronterà il Col de Pinodieta, 900 metri al 10,2%, prima di una discesa che porterà all’arrivo. Sarà una crono dove gli scalatori potranno difendersi egregiamente, forse anche giocandosela quasi alla pari con gli specialisti. Di sicuro conteranno le energie rimaste nelle gambe. I distacchi dovrebbero aggirarsi tra i 30 ed i 90 secondi.

Ventunesima tappa, Domenica 29 luglio – Houilles-Paris Champs-Élysées (116 km): *

Consueta passerella conclusiva a Parigi. Sarà volata sui Campi Elisi, prima della premiazione sotto l’Arco di Trionfo.





federico.militello@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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