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Ciclismo

Tour de France 2018: Nairo Quintana, tutto per la maglia gialla. Poche corse e lunghi ritiri per arrivare al top

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Preparazione atipica, diversa praticamente da tutti gli altri contendenti alla Maglia Gialla. Nairo Quintana come di consueto ha preferito lunghi ritiri in altura, in classico stile colombiano, per preparare al meglio l’assalto all’edizione numero 105 del Tour de France. Il capitano della Movistar è arrivato ad un bivio della sua carriera: ha già dimostrato più volte il suo valore, ma deve provare a superare i propri limiti ed ottenere un trionfo alla Grande Boucle che lo lancerebbe nel gotha della disciplina. Sabato 7 luglio dalla Vandea partirà sicuramente in prima linea, tra i grandi favoriti per il colpaccio.

“L’inizio della stagione è stato ‘soft’ – spiega Quintana a La Repubblica – però abbiamo fatto bene in tutte le gare. Dopo il Giro dei Paesi Baschi sono tornato in Colombia per allenarmi in altura, come faccio ogni volta che devo affrontare un grande giro. Prima di tornare a gareggiare in Svizzera ho lavorato tanto, simulando alcune situazioni che mi si presenteranno al Tour. Ho lavorato sulle salite lunghe e sulle cronometro. Era importante presentarsi al via senza avere troppi chilometri nelle gambe, visto che potremo pedalare a pieno regime da subito”.

La condizione sembra essere al top. Al Giro di Svizzera un primo assaggio di ciò che potrà essere: scatto in faccia a Richie Porte e frazione numero 7, in vetta ad Arosa, dominata. Ora però bisognerà trovare la gamba giusta nella Grande Boucle, per provare a sconfiggere l’acerrimo rivale Chris Froome, che fino ad ora ha praticamente sempre prevalso nel confronto diretto. Quest’anno però c’è il dubbio sulla condizione dell’uomo del Team Sky: come reagirà al Giro d’Italia appena vinto nel mese di maggio?

La Movistar andrà sicuramente all’attacco, con un roster davvero spettacolare per le salite. Le insidie per la Grande Boucle saranno comunque tantissime. “Il Tour è l’unico grande giro che non ho mai conquistato. Abbiamo una grande squadra, ma dovremo essere compatti e molto attenti tatticamente. Froome e il Team Sky saranno gli avversari da battere, dopo di loro ci sono corridori con grosse chance, specialmente se riescono a superare la tappa con il pavè. Nel 2014 Nibali costruì il proprio successo proprio sul pavè. A parte Froome, i vari Porte, Bardet, Roglic sono avversari pericolosi. La nostra è una squadra forte, ci siamo io, Landa e Valverde, in passato abbiamo condiviso la leadership del team senza problemi”.

 





gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Frederic Legrand – COMEO / Shutterstock.com

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