Tuffi
Tuffi grandi altezze, Alessandro De Rose: “La mia vita è cambiata, c’è molto lavoro. Ogni tuffo è come un pezzo d’arte regalato a chi ti guarda”
Alessandro De Rose è la stella azzurra dei tuffi dalle grandi altezze. Un ragazzo di 25 anni nato a Cosenza che lotta con i migliori al mondo in questo spettacolare sport, in cui ha conquistato una medaglia di bronzo ai Mondiali di Budapest dello scorso anno e questo fine settimana gareggerà nella World Series di Bilbao, tuffandosi di fronte al Museo Guggenheim. De Rose ha rilasciato un’intervista a TuttoSport in cui ha parlato di questa sua avventura.
“Ero un bambino sovrappeso e mettermi in costume all’inizio non era il massimo. I primi tuffi li ho fatti in piscina, per poi salire sempre di più”. Quello che all’inizio sembrava solo un gioco con il tempo è diventata una professione e ora la sua vita è cambiata totalmente: “Fino all’anno scorso per mantenermi facevo il cameriere e mi allenavo tra un turno e l’altro. Poi la svolta: la vittoria della tappa delle World Series 2017 a Polignano a Mare e poi il bronzo ai Mondiali di Budapest. Adesso mi alleno a Roma, al centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa e ho a disposizione la piscina e la palestra migliori d’Italia”.
Per riuscire a gareggiare ai massimi livelli da queste altezze ci vuole una grande preparazione sia fisica che mentale: “C’è molto lavoro fuori dall’acqua. Anzi, proprio per non logorare il corpo con troppi traumi, al massimo posso permettermi tre tuffi completi in una giornata. Se ne facessi di più, finirei su una sedia a rotelle. Se hai anche la minima paura, finirai per farti male. E io non voglio che accada. Lavoro con una psicologa, ma su altre paure come quella di essere inferiore ad atleti che hanno fatto la storia di questa specialità, gente come Orlando Duque. Non posso batterli, se mi sento sconfitto in partenza. Fino all’anno scorso era così, adesso non più”.
De Rose conclude poi con le sue aspettative per questa tappa spagnola: “Sto bene. Punto almeno a migliorare il settimo posto degli Stati Uniti. Trovarsi di fronte al Guggenheim Museum è spettacolare. In città poi c’è più pubblico, perché spesso le scogliere da cui ci tuffiamo sono quasi inaccessibili. Ogni tuffo è come un pezzo d’arte regalato a chi ti guarda. E io negli avvitamenti esprimo tutta la mia creatività”.
alessandro.farina@oasport.it
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