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Volley femminile, Nations League 2018: Italia per sfatare il tabù, Olanda bestia nera imbattibile. Le azzurre per una nuova impresa

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La nostra autentica bestia nera. Questa è l’Olanda per l’Italia che nelle ultime stagioni ha sempre sofferto contro le oranjes non riuscendo più a vincere un incontro e soffrendo l’ostico gioco delle avversarie: l’ultimo ko ai quarti di finale degli Europei dello scorso anno ma in precedenza anche i crolli alle Olimpiadi e nel torneo di qualificazione a Rio 2016. Un mostro sacro che sembra davvero imbattibile per le azzurre ma oggi occorre invertire la rotta: nella bolgia di Rotterdam, di fronte a un pubblico caloroso ed energico, le ragazze del CT Davide Mazzanti sono chiamate a una nuova impresa.

C’è soltanto la vittoria, è il nostro unico obiettivo, una vera e propria ossessione per non entrare ancora di più nel complesso di inferiorità nei confronti di una squadra solida e coriacea ma che sulla carta non sembra insuperabile. Bisogna agguantare il successo a tutti i costi per rimanere ancora in corsa per la Final Six della Nations League 2018 di volley femminile: non sono ammessi ulteriori passi falsi, dopo aver confezionato due superlative imprese contro la Cina Campionessa Olimpica e la Serbia Campionessa d’Europa, bisognerà Replicarsi contro le vicecampionesse continentali per inseguire gli atti conclusivi della neonata manifestazione internazionale.

Conosciamo a menadito l’Olanda che però non è più allenata da coach Giovanni Guidetti. Tanta difesa, solidità sottorete, gioco veloce e attacco pungente in grado di mettere in crisi qualsiasi avversario e che in questo avvio di stagione ha perso soltanto un incontro e vuole regalare una nuova gioia al proprio pubblico per blindare il biglietto per Nanchino. La regia di Dijkema, le bordate di Sloetjes, la solidità di Plak e Buijs di banda, i muri di Grothues: sembrano non avere grossi punti deboli ma questa Italia, in grande crescita di gioco e sempre più affiatata nei vari meccanismi, può e deve puntare in alto sospinta dall’aggressività di Paola Egonu, dall’esplosività di Elena Pierini, dalla grinta della capitana Cristina Chirichella.

 





(foto FIVB)

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