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Wimbledon 2018, Marco Cecchinato alla prova erba. Superficie indigesta, obiettivo passare qualche turno

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Riprendere contatto con la realtà dopo un lungo e piacevole sogno può richiedere un po’ di tempo. Nello sport, e nella fattispecie nel tennis, dove l’incidenza della componente psicologica raggiunge i suoi massimi, può essere anche traumatico. È tutt’altro che raro vedere tennisti incapaci di dare seguito a ottimi exploit e metterci un po’ prima di tornare sulla terra. Quello che spera di evitare Marco Cecchinato, che dalla terra, quella rossa di Parigi, ha invece dovuto staccarsi.

L’eco dell’impresa del tennista siciliano al Roland Garros risuona ancora ma la stagione va avanti, per forza di cose. Prossima fermata l’erba, quella di Wimbledon, anticipata dall’antipasto di Eastbourne. Una superficie che potrebbe risultare indigesta a Cecchinato ma sulla quale ha anche giocato poco, pochissimo: quello di domani contro Denis Istomin sarà soltanto il secondo incontro della sua carriera su erba, dopo il primo turno dello scorso anno a Wimbledon perso nettamente contro Kei Nishikori.

Proprio ai Championships, Marco sarà testa di serie. “Sarà fortunato il mio avversario al primo turno“, aveva dichiarato ai cronisti che a Parigi gli avevano fatto notare la sua presenza nel seeding. Solo una battuta, però, perché alla vigilia del suo debutto Cecchinato ha le idee chiare. “Sull’erba non c’è niente da stravolgere, semmai adattare. Il mio obiettivo è giocare più match possibili per arrivare in forma a Wimbledon. Giocare sull’erba mi diverte e comunque non mi voglio accontentare“.

Wimbledon (ma già Eastbourne) sarà un esame importante. A livello mentale più che tecnico. Marco non sarà più l’underdog, la bella storia da raccontare, lo sfavorito che sulle ali dell’entusiasmo si spinge fino alle semifinali di uno Slam, bensì il giocatore che partirà con i favori del pronostico, soprattutto nei match di avvio di torneo. Una pressione che Cecchinato dovrà saper fronteggiare. Sarà questo il passaggio mentale che il siciliano dovrà assorbire. Poi verrà il tennis (la palla sull’erba non rimbalza certamente come sulla terra e gli scambi sono più frenetici, con meno tempo per preparare i colpi) e solo in ultimo luogo i risultati.

Perché per Marco, in fondo, l’erba sarà soltanto una parentesi prima di ritornare sulla terra, in tutti i sensi. Nella sua programmazione figurano infatti i tornei di Umago e Amburgo, nel mese di luglio, prima di volare sul cemento americano. Una scelta discutibile, figlia della pressione della classifica o da leggere come una sorta di paracadute se le cose dovessero andare male sull’erba. Questo solo il tempo potrà dircelo.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: profilo Twitter Roland Garros

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