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Wimbledon 2018: riparte la sfida infinita tra Roger Federer e Rafael Nadal. In palio primato Atp e nella classifica degli Slam

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Cinquanta punti. Sono quelli che dividono, in questo momento, Rafael Nadal da Roger Federer nel ranking ATP, in un anno che è stato contrassegnato dai loro continui scambi di posizione al numero uno della classifica mondiale.

Andiamo con ordine: Nadal ha iniziato l’anno come primo giocatore del mondo. Nel mese di febbraio, però, Federer ha deciso di giocare l’ATP 500 di Rotterdam, vincendolo e ritrovando la prima posizione mondiale a quasi sei anni dall’ultima volta. A marzo, lo svizzero, dopo aver vinto il Masters 1000 di Indian Wells, ha perso al secondo turno a Miami contro il redivivo australiano Thanasi Kokkinakis, restituendo allo spagnolo il primato. L’alternanza è continuata a Madrid: Nadal ha perso ai quarti contro Dominic Thiem, dando a Federer un’altra settimana da numero 1, prima di riprendersi lo scettro con la finale vinta a Roma contro Alexander Zverev. Il controsorpasso dell’uomo di Basilea è arrivato con la sua vittoria dell’ATP 250 di Stoccarda, ma i punti persi dallo svizzero con la sconfitta in finale a Halle contro Borna Coric hanno rispedito il mancino di Manacor in vetta.

C’è una costante in questa continua serie di cambiamenti di padrone del ranking: in buona parte dei casi, l’uno ha ripreso la vetta senza muovere un sol dito, guardando perdere l’altro da qualche parte del mondo. A Miami Nadal non c’era, ma ha visto Federer perdere e regalargli il numero uno. A Madrid Federer era assente (come per tutta la stagione sulla terra), ma ha comunque goduto di una settimana da leader in omaggio. Ancora, Nadal ha saltato tutti i tornei pre-Wimbledon, ma la sconfitta di Federer l’ha proiettato nuovamente in vetta.

Alla vigilia di Wimbledon, la situazione è la seguente: detto dei 50 punti di distanza tra i due (8770 Nadal, 8720 Federer), ai Championships lo spagnolo difende i 180 punti degli ottavi di finale (nel 2017 perse 15-13 al quinto set con Gilles Muller), mentre lo svizzero ha in scadenza i 2000 punti della vittoria (Marin Cilic fu battuto 6-3 6-1 6-4). Il conto è presto fatto: con qualunque risultato diverso dalla vittoria, Federer non può sperare di ritornare numero 1. Anche il nono Wimbledon, però, potrebbe non essere sufficiente, perché a Nadal basterebbe non perdere in nessuno dei primi tre turni per restare al comando.

Per nessuno dei due la missione sarà facile: Nadal è a secco di risultati di rilievo sui sacri prati dal 2011, mentre la missione di Federer (il nono Wimbledon) è già di per sé difficile, a 36 anni. Qualcuno ha storto il naso nel vedere lo svizzero perdere in finale a Halle, ma già in passato aveva perduto partite sull’erba prima di vincere lo Slam londinese (ironia della sorte, in entrambi i casi in questione l’ha battuto il suo amico Tommy Haas). Tutti e due, in ogni caso, sembrano destinati a fare i conti con possibili asperità non previste nel percorso verso il balcone dietro al Centre Court. Tra queste, oltre all’ampia categoria degli erbivori, s’include quella chiamata Andy Murray, le cui condizioni sono però ancora molto lontane da quelle dei tempi delle finali e dei titoli Slam (il che è anche normale, dopo il lunghissimo periodo di inattività). Inoltre, non è chiaro se lo scozzese, che ieri ha travolto Wawrinka a Eastbourne, disputerà il torneo.

Dietro la corsa al numero uno c’è anche una seconda corsa, quella relativa al numero di Slam in bacheca. Col suo sesto trionfo agli Australian Open, Federer ha raggiunto quota 20, mentre Nadal, con l’11° Roland Garros, s’è portato a quota 17. Allo stato attuale delle cose, appare difficile che il maiorchino, fuori dalla terra rossa, sia in grado di fare risultati tali da raggiungere il basilese; la storia dell’ultimo anno e mezzo di tennis, però, ha insegnato che qualunque cosa sembra possibile, a prescindere dall’andamento della prossima edizione di Wimbledon.

A Wimbledon, fra l’altro, si rivelerà un lato particolare di questa sfida infinita: il numero uno del seeding spetterà a Federer, perché i Championships utilizzano un algoritmo particolare per determinare le teste di serie, che, per farla breve, usa dei pesi sui tornei sull’erba delle ultime due annate. A causa di questo algoritmo, per esempio, Milos Raonic, che ad oggi è numero 32 del mondo, sarà testa di serie numero 13.

 





Foto: Leonard Zhukovsky / Shutterstock.com

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