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Atletica, Gianmarco Tamberi: “Tornare a Montecarlo è una sfida con me stesso. Devo ritrovare il mio salto”
Oggi Gianmarco Tamberi torna in gara a Montecarlo per la decima tappa stagionale della Diamond League. Qui due anni fa, l’azzurro, dopo aver vinto firmando anche il record italiano a 2.39, si infortunò alla caviglia sinistra, al secondo tentativo a 2.41. Questo infortunio costò molto caro al 26enne marchigiano, che dovette dire addio al sogno di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016.
Un luogo particolare quindi per Tamberi che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha ricordato quei momenti: “Ero in una condizione straordinaria, valevo 2.40 ed era l’obiettivo per poi arrivare ai Giochi al massimo. Tutto inutile. Ma le memorie negative sono state esorcizzate, non mi fanno paura. È il frutto del lavoro col mio mental coach Luciano Sabatini. Torno a saltare su quella pedana: non vedo l’ora”.
Il salto da quella pedana sarà quindi speciale, l’occasione per mettersi alle spalle quel brutto infortunio: “È una sfida, soprattutto con me stesso. Essere di nuovo qui mi stimola da matti. E se ripenso a quella notte in bianco dopo l’incidente, al viaggio in auto verso Pavia la mattina successiva e alle tante lacrime versate, mi pare tutto molto lontano”.
Per Tamberi però tornare ai vertici non sarà facile, visto che ha dovuto modificare completamente il suo modo di saltare: “Tornare da un infortunio così non è semplice e ora devo affrontare una serie di problemi tecnici di non poco conto. Per il timore di “metterci” il piede, ho preso a rallentare a fine rincorsa, a spingere meno in curva, a correre con un’inclinazione superiore, a prendere una traiettoria più larga. Certi difetti sono diventati cronici. Son tornato alla rincorsa piena, a 11 passi, spinta a tutta velocità, il mio punto forte. In due anni ho provato questa rincorsa 3-4 volte, l’instabilità tecnica è inevitabile e per eliminarla serve tempo. Quanto, non so”.
La gara di oggi servirà anche in preparazione agli Europei di Berlino, grande obiettivo stagionale: “Spero di collezionare punti per arrivare alla finale di Diamond League. Il mondo dell’alto, fuori per acciacchi vari Barshim, Bondarenko, Drouin e Kynard, s’è un po’ fermato. E gli specialisti del Vecchio Continente lo stesso. C’è solo Lysenko ad alte quote, l’unico europeo qui con me. Io e Libania Grenot siamo gli ori uscenti ed entrambi in gara a Montecarlo. Il movimento azzurro, da Tortu in giù, è in crescita. Un bel segnale: sono orgoglioso. E chissà quante matricole avremo da fare: anche all’ottocentista Barontini, anconetano come me”.
alessandro.farina@oasport.it
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