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Basket, Eurolega 2018-2019: Milano finalmente competitiva. Roster rafforzato, obiettivo play-off possibile?

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Lentamente, ma inesorabilmente, i 16 roster delle squadre impegnate nell’Eurolega 2018-19 stanno avviandosi al loro completamento. La prossima stagione sarà l’ultima prima dell’ampliamento a 18 squadre voluto da Jordi Bertomeu. Ancora una volta, per l’Italia è presente la sola Olimpia Milano, unica sopravvissuta del drastico cambiamento che ha reso l’Eurolega un torneo a girone unico che prosegue poi nei quarti di finale al meglio delle 5 gare e nelle Final Four.

C’è molto da raccontare in questa estate di mercato d’Europa. Vediamo nel dettaglio come si sono evoluti gli organici delle partecipanti. Ci azzardiamo, inoltre, a lanciare qualche potenziale pronostico qui e là, riservandoci il diritto di sbagliarli rumorosamente.

OLIMPIA A|X ARMANI XCHANGE MILANO
Il roster è cambiato in modo piuttosto rilevante rispetto a quello della scorsa stagione: è rimasto quasi tutto il blocco degli stranieri eccetto Goudelock (finito in Cina), è stato cambiato quasi tutto il reparto degli italiani. In tal senso, l’arrivo di Amedeo Della Valle dovrebbe elevare non di poco il livello della formazione di Simone Pianigiani, che comunque si è assicurata un altro elemento di livello quale l’ex Panathinaikos Mike James. Se vale la storica equazione per cui il binomio play-centro risulta fondamentale nel basket, allora l’Olimpia qualcosa da dire ce l’ha con James-Nedovic-Cinciarini nel ruolo di 1 e Gudaitis-Tarczewski in quello di 5, senza dimenticare che Kuzminskas può risultare un’arma niente male in determinate situazioni. A livello di punti nelle mani, e vista l’evoluzione degli altri roster, la formazione milanese nella lotta per i playoff si può tranquillamente inserire, ma il campo è sempre l’ultimo giudice. Quel che è certo è che Giorgio Armani un’altra campagna europea da ultimo-penultimo posto proprio non la vuole vedere, e per tale ragione l’Olimpia avrà uno stimolo e qualche pressione in più. Sarà interessante scoprire, finalmente, Amedeo Della Valle al massimo livello di basket europeo, quello che da tanto tempo si sarebbe meritato e che soltanto ora riesce a raggiungere, forse in coincidenza con un buon momento per tentare l’assalto a un obiettivo che manca dal 2014. In quell’anno, l’Olimpia si bruciò le possibilità di giocare le Final Four in casa con uno scellerato finale di gara-1 contro il Maccabi nei quarti.

REAL MADRID
I campioni d’Europa, senza più Luka Doncic volato in NBA coi Dallas Mavericks, hanno cambiato relativamente poco nel roster della stagione che verrà, inserendo soltanto Klemen Prepelic e l’argentino Gabriel Deck, pagato 250.000 euro al San Lorenzo, dove viaggiava a quasi 20 punti di media per partita. Per il resto, il roster è quello della stagione passata, compreso quell’Anthony Randolph che il Real sembrava sul punto di dar via, salvo poi evidentemente cambiare idea. Randolph dovrebbe, teoricamente, far parte del quintetto base di Pablo Laso assieme a Llull, Causeur, Rudy Fernandez e Tavares. Le possibilità di riconfermarsi ci sono, anche se minori dello scorso anno: è vero che il Real gioca molto bene, ma è anche vero che uno come Doncic non si rimpiazza facilmente.

FENERBAHCE ISTANBUL
Dopo la terza finale di Eurolega negli ultimi tre anni, il Fenerbahce ha deciso di fare le cose ancora più in grande. A fronte delle uscite di Wanamaker (destinazione Boston Celtics), Nunnally e Jason Thompson, la formazione allenata da Zelimir Obradovic si è assicurata gli arrivi di Joffrey Lauvergne dai San Antonio Spurs e di Tyler Ennis dai Los Angeles Lakers. Quest’ultimo dovrebbe andare a scalzare Bobby Dixon (o Ali Muhammed, da quando ha cambiato nome) come play titolare, mentre per Lauvergne pare più probabile una partenza alle spalle di Jan Vesely. Il resto dell’ossatura della squadra, con Sloukas, Melli e Datome in quintetto più Kalinic e Guduric pronti a dare minuti di qualità, fa capire come, ancora una volta, le ambizioni dei turchi siano veramente alte, con o senza l’assai munifico sponsor Dogus (che ha lasciato dopo un anno, invece dei tre previsti da contratto).

ZALGIRIS KAUNAS
Il primo passo dello Zalgiris è stato quello di difendere dagli assalti altrui il vero artefice del grande ritorno ad altissimi livelli del club: Sarunas Jasikevicius, mago da giocatore e mago da allenatore. Cambia una buona parte della squadra del terzo posto di Belgrado, con menzione particolare per Kevin Pangos e Beno Udrih. Lo Zalgiris ci riprova con qualche scommessa, in parte dalla Lituania, con gli arrivi di Birutis, Gemen e Grigonis, in parte da americani recuperati altrove (Walkup da Ludwigsburg e soprattutto Nate Wolters da Chalon). Assieme a Brandon Davies e Aaron White, loro saranno gli unici 4 USA di un roster tutto lituano, che si permette di far partire dalla panchina Milaknis, Jankunas e Kavaliauskas. In teoria, a Kaunas le Final Four non si dovrebbero rivedere, ma se c’è un uomo che i miracoli li sa fare, quello è Jasikevicius.

CSKA MOSCA
C’è una certa girandola di nomi all’interno del roster della formazione di Dimitrios Itoudis: via Westermann, via Khryapa, via Rudd e via Korobkov. Per adesso, sono arrivati Daniel Hackett da Bamberg e Alec Peters dai Phoenix Suns. Hackett sembra destinato a essere il cambio del play titolare Sergio Rodriguez, mentre non è da sottovalutare Alec Peters, un 4 di cui i Suns si sono fidati poco, ma che in Europa potrebbe avere uno sviluppo interessante. Molto delle sorti del CSKA, comunque, passa dalle mani di Nando De Colo e di Kyle Hines, alla ricerca di nuove grandi soddisfazioni sul massimo palcoscenico continentale. A Mosca è rimasto anche un altro giocatore visto dalle nostre parti, Othello Hunter. Anche quest’anno, russi da non sottovalutare nel novero di chi vorrà alzare al cielo la maggior coppa europea.

PANATHINAIKOS
Premessa: dopo che Giannakopoulos ha sparato fuoco e fiamme nei confronti di tutto e tutti, minacciando perfino l’ingresso nella Champions League della FIBA, è tutto rientrato e il Gate 13, la storica curva del club, si rivedrà ancora nei principali palasport d’Europa. Data via buona parte dei giocatori della scorsa stagione, Xavi Pascual s’è portato sulla sponda verde di Atene un mix di giocatori solidi e di scommesse su ritorni a grandi livelli. Quest’ultima definizione ben si adatta a Keith Langford, che viene da una stagione al Maccabi Rishon e che avrà la concorrenza di Nikos Pappas come guardia titolare. Per il resto, si è trasferito dal Pireo ad Atene Ioannis Papapetrou, che va ad affiancare Thanasis Antetokounmpo nel ruolo di 3, e sono tornati Stephane Lasme dall’Unics Kazan e Georgios Papapetrou dai Portland Trail Blazers. Rimane tutta da vedere la qualità della squadra del trifoglio, che dovrebbe comunque partire avvantaggiata nella battaglia per i posti nei playoff.

OLYMPIACOS
Al Pireo è ancora cocente la delusione per aver perso l’ingresso nelle Final Four a favore dello Zalgiris. Sembra davvero una delle ultime occasioni, se non l’ultima, per Vassilis Spanoulis, che alla soglia dei 36 anni è ancora lì a dispensare lezioni di pallacanestro a chiunque disponga di biglietto per le partite dei Reds. Molti i cambiamenti nel roster, con le partenze di Hackett, McLean, Roberts e Bobby Brown (oltre al cambio di sponda di Papapetrou) e gli arrivi di Zach LeDay e di Nigel Williams-Goss. Teoricamente la squadra non è al livello di quella dell’anno scorso, pur restando con i greci di valore. Tuttavia, mai sottovalutare una formazione in cui gira Spanoulis…

KHIMKI MOSCA
Anche se era destinato ad andare al Maccabi Tel Aviv, la tragedia di Tyler Honeycutt ha comunque scosso il club moscovita. Bartzokas può contare ancora su Shved e Monia, ma quello finora costruito, che è un Khimki che manca ancora di un vero 3 titolare, non sembra un team adatto per ritornare nei quarti di finale, che erano stati peraltro già raggiunti con l’ottava posizione nella stagione scorsa. In particolare, è tutto da verificare l’apporto della panchina, che quest’anno qualche colpo potrebbe averlo perso.

SASKI BASKONIA
Sembra una formazione ancora in costruzione, quella che fa base a Vitoria. Pedro Martinez ha portato alla Buesa Arena lo spettacolo di Shavon Shields, atteso a confermare le grandi prestazioni viste a Trento, con tanto di mostruosa finale dei playoff scudetto. Al momento manca l’uomo in grado di dare il cambio in modo serio a Matt Janning. Permangono dei seri dubbi su quel che verrà del reparto centri, dove si tenta la scommessa Youssoupha Fall, che ha assommato buone medie l’anno scorso a Le Mans.

FC BARCELONA LASSA
Il Barça può fare solo una cosa: riscattare una terribile stagione europea chiusa con sole 11 vittorie. Per questa ragione, moltissimi elementi della scorsa annata sono stati salutati, mentre sono arrivati Smits e Diagne dall’interno della Liga ACB (o, se preferite il nome attuale, Liga Endesa), Chris Singleton dal Panathinaikos e Kyle Kuric dallo Zenit San Pietroburgo. Non è però ben chiaro quanto l’aria sia di ricerca del reale riscatto in casa blaugrana: di certo c’è solo che la notizia principale riguardante il club è quella della mancata concessione di un posto nel roster 2018-19 a Juan Carlos Navarro, che pertanto terminerà così la propria fantastica parabola sportiva.

MACCABI TEL AVIV
Potrebbe essere l’anno del ritorno a quote di un certo livello per la formazione israeliana: mantenuta l’ossatura principale del roster 2017-18 (Alex Tyus, Michael Roll, Jeremy Pargo), Neven Spahija è uno dei coach che sembra aver guadagnato dal mercato estivo, con gli interessanti ingressi di Scott Wilbekin dal Darussafaka e di Nimrod Levi dal Maccabi Ashdod. Dopo tre anni di ricostruzione, forse stanno per tornare buone cose a Tel Aviv.

ANADOLU EFES ISTANBUL
7 vittorie. Tante sono state quelle dell’Efes nella scorsa stagione. Appare chiaro ed evidente che l’Efes, dall’alto della sua storia di club più vincente all’interno dei confini turchi, non possa accettare di ritrovarsi di nuovo in una simile situazione (anche perché, nel caso, qualche piccolo scricchiolio della licenza ci sarebbe). Mandati via quasi tutti gli USA della scorsa stagione, Ergin Ataman si affida a un mix di giocatori turchi relativamente nuovi e al duo fracese Moerman-Beaubois, cui si aggiunge Vasilije Micic dallo Zalgiris. Fermo restando che, forse, c’è ancora uno spazio per il vero play titolare, la domanda è: attorno a Bryant Dunston ci sarà una squadra in grado almeno di far meglio dello scorso anno?

DARUSSAFAKA
La terza squadra turca di questa edizione arriva dalla vittoria dell’ultima Eurocup. Il roster, a dirla tutta, non sembra essere così più forte di quello che ha vinto la seconda competizione continentale, anche se i buoni elementi ci sono: Ray McCallum dall’Unicaja, il secondo miglior marcatore della lega israeliana Jordan Loyd, un Cory Jefferson in cerca di riscatto. Sembra uno dei candidati principali a finire nelle ultime posizioni.

BAYERN MONACO
Esce il Brose Bamberg (direzione Champions League FIBA), entra il Bayern Monaco: una tedesca c’era, una tedesca c’è. Il roster, peraltro, è anche di quelli che può dar fastidio a parecchie: non ci stupiremmo di dover definire il Bayern, col tempo, una sorpresa che poi sorpresa non è, visto che molti giocatori hanno già avuto esperienza di Eurolega: basti pensare a Leon Radosevic, Nihad Djedovic, Milan Macvan, Stefan Jovic, Anton Gavel. Dejan Radonijc punta molto su una squadra con qualche tedesco, tre USA e tantissimi giocatori dell’area balcanica. Il mix, come detto, potrebbe essere intrigante. Proprio poche ore fa, inoltre, è arrivato un ulteriore innesto di qualità: il finlandese Petteri Koponen, in uscita dal Barcellona.

GRAN CANARIA
Esordio assoluto in Eurolega per la formazione che fa base a Las Palmas e che, qualche anno fa, era già andata vicina a giocare l’Eurolega perdendo la finale di Eurocup col Khimki Mosca. Arrivato coach Maldonado dall’Estudiantes, il club isolano non sembra però attrezzato per chissà quali miracoli. Si segnala una buona coppia di centri, Pasecniks-Balvin, nonché la presenza dell’ex Barcellona Xavier Rabaseda. Sarà certamente un’esperienza da ricordare nel’isola, ma di playoff, molto probabilmente, non se ne parla.

BUDUCNOST VOLI
Quello del Buducnost, invece, è un ritorno alle grandi altezze del basket europeo dopo più di 15 anni. La squadra di Aleksander Dzikic, peraltro, non è neppure costruita male: ci sono tre elementi della nazionale montenegrina, Sehovic, Barovic e Ivanovic, più l’esperto ed affidabile play bosniaco Nemanja Gordic, già avvezzo a questi palcoscenici tramite le sue esperienze alla Virtus Roma, al Partizan Belgrado e al Cedevita Zagabria. C’è anche l’ex Lakers Earl Craft. Complessivamente, dopo la vittoria della Lega Adriatica (oggi ABA League), a Podgorica si può legittimamente sperare di fare una figura degna.





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Credit: Ciamillo

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