Formula 1

F1, analisi prove libere GP Ungheria 2018: Sebastian Vettel parte bene, ma è nella morsa di Red Bull e Mercedes

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Non c’è dubbio che il venerdì del Gran Premio di Ungheria 2018 di Formula Uno sia stato uno dei più indecifrabili di questa stagione. In mattinata, infatti, sembrava che Ferrari e Red Bull fossero di un altro pianeta, mentre nel pomeriggio la Mercedes (soprattutto con le sue amate gomme Soft) è tornata prepotentemente, ma non riuscendo a ripetersi con le UltraSoft. La sensazione è che, mai come all’Hungaroring, i primi sei saranno racchiusi in un fazzoletto, e solamente i dettagli e le incognite, faranno la differenza. Le temperature dell’asfalto valicano ampiamente i 50° ed in ottica gara potrebbero fare selezione.

Il giro più veloce (1:16.834 con gomma UltraSoft) delle prime tre ore di prove libere lo ha fissato Sebastian Vettel. Il ferrarista, dopo l’errore di Hockenheim, vuole rimettersi a correre a tutti i costi, e in questo venerdì è apparso nuovamente molto deciso e cattivo. La SF71H non è dominante come un anno fa, quando poteva sfruttare anche il passo corto, ma è assolutamente pronta a lottare per il successo. Con le gomme marchiate di viola si è dimostrata la migliore, mentre con le Soft, quantomeno sul giro secco, cede qualche decimo ai rivali. Kimi Raikkonen si è fermato a 319 millesimi dal compagno e, più nel complesso, non è apparso così in palla come altre occasioni. La vettura di Maranello, listata a lutto per la scomparsa dell’ex presidente Sergio Marchionne, fa il vuoto nel primo settore (dove si può sfruttare la potenza del motore) mentre nel tratto centrale, quello misto, non è al livello delle Red Bull. Nella terza ed ultima parte, invece, torna competitiva, grazie alla consueta ottima trazione. Sul fronte del passo gara la vettura con il Cavallino Rampante ha dimostrato di poter disporre di un ottimo ritmo con entrambe le mescole. I due piloti, infatti, hanno dimostrato di poter procedere sul passo dell’1:21medio senza problemi, con le “viola” che, tuttavia, dopo qualche tornata hanno iniziato a dare qualche piccolo segno di cedimento.

La Red Bull è lì, a 74 millesimi con Max Verstappen ed a 224 con Daniel Ricciardo. Si sapeva che la monoposto di Milton Keynes sarebbe tornata a fare la voce grossa su una pista ricca di curve lente, ma Montecarlo sembra un altro discorso. La RB14 è pronta a sgomitare per pole position e vittoria, ma dimentichiamoci il dominio messo in mostra nel Principato. Ad ogni modo il carico aerodinamico della Red Bull fa la differenza nel T2, il tratto più guidato, mentre permette ai due piloti di difendersi nell’ultimo settore. Nella prima parte, invece, il gap con la Ferrari è notevole e non sarà semplice da recuperare, essendo tutta questione di Power Unit. Le gomme non hanno dato problemi a Verstappen e Ricciardo che si esprimono senza problemi con tutte le mescole. Anche in ottica ritmo di gara si può sorridere nel team sponsorizzato dalla bevanda energetica più famosa del mondo. Dopo una FP1 nella quale il passo sembrava inchiodato sull’1:22, nel pomeriggio le due vetture giravano con profitto sull’1:21, dimostrandosi competitive. Tutta la differenza si vedrà in qualifica, il tallone d’Achille del team anglo-austriaco. Se non riusciranno a pareggiare il consueto gap di potenza con Ferrari e Mercedes, partire davanti a tutti non sarà semplice.

Capitolo leggermente diverso per la Mercedes. Leggendo le classifiche le due Frecce d’argento sembrerebbero distanti dalle rivali, ma la spiegazione è semplice. Entrambi i piloti, infatti, nel loro giro veloce con gomma UltraSoft hanno commesso un errore nel T3, compromettendo le loro prestazioni. Un campanello d’allarme, ma anche un monito per gli avversari. Le W09 non vanno minimamente sottovalutate, specialmente quando calzano le gomme Soft. Con le coperture marchiate di giallo, infatti, la vettura di Brackley, ancora una volta, è la migliore, facendo segnare tempi davvero eccellenti. Quando, invece, montano le viola, soffrono. Non tanto a livello di deterioramento (quello, nel caso, lo si potrà vedere in gara) quanto nel tenere la vettura in strada. Sia Lewis Hamilton che Valtteri Bottas, infatti, hanno dimostrato che il passaggio di mescola rende la loro monoposto più difficile da guidare, ed i tempi ne risentono. Un neo non da poco, dato che le UltraSoft saranno, ad occhio e croce, le gomme delle qualifiche e del primo stint di gara. Proprio da questo punto di vista anche il passo messo in mostra non è affatto male. Certo, i giri sull’1:22 non mancano, ma le escursioni sull’1:21 soprattutto con le Soft, ci sono, eccome. La potenza che sapranno sprigionare in qualifica potrebbe fare la differenza, per una pole position tutt’altro che impossibile, specie con il campione del mondo in carica.

Ancora una volta tra i primi tre top team e gli altri c’è una specie di abisso. Senza gli errori di Bottas e Hamilton nella FP2, infatti, i distacchi sarebbero di circa 7-8 decimi nei confronti del “primo degli altri” che in questa occasione è Romain Grosjean su Haas. Il francese ha chiuso la giornata a 1.231 da Vettel, mentre il suo compagno, Kevin Magnussen, è 13esimo a 2.046. Giornata agrodolce, dunque, per la scuderia americana che si vuole confermare quarta forza e proverà a sfruttare (come la Alfa Romeo Sauber) la nuova specifica del motore Ferrari. La scuderia di Maranello ha deciso di portarlo per i suoi team clienti proprio in Ungheria, per valutarlo al meglio e, nel caso, montarlo tra Belgio e Monza, due gare nelle quali la Power Unit sarà fondamentale. Anche in casa Renault giornata a due volti. Bene Carlos Sainz, ottavo a 1.661, meno Nico Hulkenberg, non tanto per il 14esimo posto del pomeriggio, quanto per il problema al motore che lo ha appiedato nella FP1. Per il resto le prime tre ore in terra magiara hanno visto, e non è una consuetudine, andamenti completamente diversi tra i vari piloti nelle rispettive scuderie, come visto in Renault e Haas, ma anche in McLaren (con Fernando Alonso 11esimo, mentre Stoffel Vandoorne è penultimo) e Toro Rosso (con Pierre Gasly nono mentre Brendon Hartley è 15esimo). Male, ancora una volta, la Williams, con Sergey Sirotkin ultimo a tre secondi dalla vetta, e Lance Stroll poco più avanti a 2.8.

 

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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