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Formula 1
F1, GP Gran Bretagna 2018: la supponenza della Mercedes un’arma in più per la Ferrari? Il trionfo di Vettel ha un valore particolare
Colpiti ed affondati. E’ questa la sensazione che stanno provando in questo momento in Mercedes, dopo il successo di Sebastian Vettel in uno dei feudi della Stella a tre punte, a Silverstone (Gran Bretagna), sede del decimo round del Mondiale 2018 di Formula Uno. Le Frecce d’Argento, lungo i curvoni veloci del tracciato britannico, vincevano da cinque anni consecutivi e la sesta pole position in carriera su questa pista di Lewis Hamilton aveva lasciato presagire un nuovo trionfo del quattro volte campione del mondo.
E invece un altro pilota con quattro titoli in bacheca ha centrato il bersaglio grosso, facendo esultare i tifosi della Rossa e suonare le campane a Maranello. Il digiuno è stato interrotto e, dopo il 2011, il Cavallino Rampante torna al successo nella “tana del nemico”. Una vittoria frutto di velocità, ingegno e rischio. Tutte queste componenti sono servite per centrare questo obiettivo. Le condizioni erano tutte o quasi sfavorevoli: pista su misura per le monoposto anglo-tedesche, gomme con spessore ribassato maggiormente gradite alle W09 ed Hamilton che nell’appuntamento di casa si trasforma. Sembrava impossibile ed invece…
25 punti che valgono doppio ed hanno una valenza particolare perchè probabilmente a Brackley proprio non se l’aspettavano. Certo, il contatto della curva 3 tra Kimi Raikkonen ed Hamilton, costretto a ripartire dal fondo del gruppo, è stato altamente condizionante, al pari però della sua cattiva partenza. E poi la Safety Car, che ha obbligato il Cavallino a mutare la propria strategia, ha messo in mostra il Vettel che ci piace: aggressivo ma razionale. Il sorpasso a Valtteri Bottas, in testa in quel momento, è una magia però ben congegnata, sfruttando il DRS e le qualità della vettura. Poi, la bravura di Seb ha fatto il resto.
Le reazioni da parte degli avversari non sono poi state così “British”. Lewis ha parlato di “stratagemmi particolari“, alludendo ad una volontarietà di Raikkonen nell’incidente citato e poi a rincarare la dose ci ha pensato il Team Principal Toto Wolff che, riportando alcune considerazioni dell’ex tecnico della Ferrari James Allison, ha detto che la manovra di Kimi o è stata deliberata o è frutto di incompetenza. Wolff, poi, ha provato a cambiare le carte in tavola in un secondo intervento ma resta il fatto che il team campione del mondo non ha accettato di buon grado questo ko e ciò potrebbe essere un vantaggio per la Rossa.
La cultura dei piccoli passi, al momento, ha premiato. Per cui l’iride non è certo una chimera per la scuderia di Maranello.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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