Formula 1

F1, GP Ungheria 2018: Ferrari, gli errori si pagano. Pit stop troppo lento, sfumata la chance di vittoria per Vettel

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Due Ferrari sul podio in Ungheria, ma nessuna delle due sul gradino più alto. Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen hanno fatto praticamente da cornice nelle foto di rito a Lewis Hamilton, vincitore a Budapest ed ora in fuga in classifica, dove ha allungato a +24. Tanto lo ha fatto la qualifica di ieri, dove la pioggia è stata quanto mai provvidenziale per il pilota britannico, che si è confermato una volta di più il più veloce sull’acqua. Eppure oggi in gara la Ferrari una chance l’ha avuta

La qualifica bagnata ha dato il via libera sulla scelta della gomma con cui partire oggi. Vettel ha optato per la Soft, partendo dalla quarta posizione, per provare a scompaginare un copione già scritto e diversificare la strategia “classica” di iniziare la gara con la mescola più morbida. È andato tutto secondo i piani: Seb è riuscito quanto meno a superare Raikkonen in partenza, mettendosi alle spalle delle due Mercedes. Hamilton ha allungato il suo stint gestendo l’Ultrasoft in maniera perfetta, poi è toccato a Seb decidere quando fermarsi.

Non è stato semplice deciderlo, come ha ammesso lo stesso Vettel prima di salire sul podio, perché Bottas in quel frangente ha giocato d’astuzia. Il ritmo del finlandese era alto ma, col senno di poi, studiato per consentire al compagno di squadra di allungare la prima fase e conservare la prima posizione al momento della sosta. Al tempo stesso il ritmo di Bottas è stato una trappola perfetta per Vettel, perché man mano che la sosta del tedesco si avvicinava, la W09 numero 77 accelerava, fino a far segnare il giro veloce proprio in corrispondenza della sosta. Il resto lo ha fatto il problema avuto da Seb al box, con l’anteriore che non voleva saperne di entrare, che ha lasciato strada libera, seppur per poco, a Bottas.

Rewind. GP di Cina. Vettel primo e Bottas secondo. Il finlandese prova l’undercut sul tedesco, che si ferma al giro dopo. In quella tornata Bottas vola e Seb perde qualche decimo di troppo al box, uscendo alle spalle della Mercedes e vanificando la possibilità di vincere, poi naufragata del tutto dopo l’incidente con Verstappen.

Oggi è stato lo stesso. C’era una sola chance per vincere, ovvero uscire davanti a Bottas, ed è stata gettata al vento con quei due secondi persi al box, perché di fatto l’obiettivo a quel punto è diventato il secondo posto e Seb ha poi perso tutta la gara nel tentativo di superare Valtteri. È chiaro che col senno di poi non sappiamo come sarebbe andata e se realmente Seb avrebbe vinto la gara, ma quanto meno avrebbe avuto una possibilità di giocarsela. Sbagliare è umano, fa parte del gioco, lo ha fatto Vettel in Germania vanificando il lavoro del team, lo hanno fatto i meccanici oggi. La sostanza, però, non cambia: la Ferrari sbaglia, la Mercedes no.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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