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Ciclismo
Il Tour de France esclude Chris Froome: finalmente un atto di coraggio per salvaguardare il ciclismo
Chris Froome non sarà al Tour de France. Per ora…Aspettiamoci infatti giorni di interminabili processi e ricorsi, prima al Comitato Olimpico Francese, poi (quasi inevitabilmente) al TAS di Losanna. Resta, in ogni caso, una decisione storica da parte degli organizzatori. Un atto forte, di grande coraggio. Una lettera inviata al Team Sky contenente, parafrasando, un messaggio inequivocabile: “Froome non è gradito. Può ledere l’immagine della corsa”.
Una decisione che OA Sport applaude con vigore e convinzione. Siamo sempre stati garantisti, e lo sapete bene. Fino a prova contraria, sino a che non viene emessa una sentenza di condanna, qualunque imputato va sempre considerato innocente, Froome compreso. Tutto giusto. Ma è corretto, al tempo stesso, far gareggiare un corridore sotto processo?
Al Giro d’Italia non ci eravamo esaltati proprio per questo motivo. Certo, nella tappa del Colle delle Finestre il keniano bianco portò a termine l’impresa forse più grande della carriera, con un attacco epico partito ad 80 km dall’arrivo. Tutto, maglia rosa compresa, potrebbe in ogni caso venire vanificato al termine del processo sulla positività al salbutamolo riscontrata nel corso della Vuelta 2017.
A nostro parere, Froome avrebbe dovuto fermarsi in attesa di un verdetto definitivo. Lo pensano anche gli organizzatori del Tour de France, decisi ad allontanare le ombre processuali ed i dubbi che il corridore d’Oltremanica porta inevitabilmente con sé.
La parola ora, ancora una volta, passa agli avvocati e l’intera vicenda non fa di certo bene ad un ciclismo che, con estrema fatica, era finalmente riuscito a liberarsi degli spettri del passato.
Chris Froome resta un fuoriclasse e, fino a prova contraria, assolutamente pulito. Il processo in essere, al tempo stesso, lascia aperti tanti, troppi interrogativi, che oscurano inevitabilmente anche i trionfi conseguiti negli ultimi 12 mesi. Sì, il capitano del Team Sky è un personaggio scomodo. Onore agli organizzatori del Tour de France per il tentativo di salvaguardare il ciclismo.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Pier Colombo
ale sandro
1 Luglio 2018 at 15:24
Il ciclismo non ne esce per niente salvaguardato da questa situazione a una settimana dal Tour.
Anzi per me ne esce con le ossa a pezzi.
Federico, commentai su questo argomento proprio all’indomani dell’impresa di Froome al Giro.
Un mese dopo purtroppo vedo che le cose non sono migliorate.
Il ciclismo sarebbe stato salvaguardato , se dopo gli svariati casi in materia, da Petacchi a Volandri fino a Martin Sundby, tutti interpretati in maniera difforme almeno inizialmente, ci fosse stata una decisione chiara e definitiva già nel 2017, visto che non è di oggi la questione salbutamolo asma.
Manco un parto è così lungo, ancora si aspetta una sentenza possibilmente che non guardi in faccia a nessuno.
E in tutti questi mesi l’organizzazione del Tour, patetica in altre questioni del recente passato dove risultava quasi più connivente che estranea ai fatti, si becca pure l’applauso perchè a pochi giorni dall’inizio decide che non vuole il corridore.
Non poteva porre il veto senza fare troppe storie sin da inizio stagione?
Ma è possibile che questo sport (e purtroppo anche altri in realtà ) debbano essere gestiti da far schifo?
Mi immagino col mondiale di calcio alle porte, o con Wimbledon ormai vicina, una situazione simile a Ronaldo o Nadal, giusto per fare due nomi a caso(ma potrebbe essere chiunque di qualsiasi sport).
Non succederebbe mai una cosa del genere.
Proprio il tennis ha fatto figurare come se fosse infortunato Cilic per 9 mesi , quando in realtà era positivo a un controllo. E siccome era a Wimbledon quando gli fu notificata la notizia, li dissero di dare forfait all’incontro e fare finta di niente. Una volta rientrato pochi mesi dopo si vinse l’Open Usa , tra l’altro e nessuno ricordava più la faccenda doping.
Ecco sognerei una gestione delle positività doping non dico identica, ma almeno che non si sputtanino da soli.
Un danno d’immagine enorme, e come sempre meno credibilità, e non c’entra un fico secco tifare per l’uno o per l’altro, chi ha un po’ di obbiettività si rende conto di questa cosa.
Con i dirigenti che continuano a circondare il ciclismo sarà impossibile salvaguardare questo sport.
Luca46
1 Luglio 2018 at 20:34
Non è il ciclismo a perdere credibilità ma l’antidoping a prescindere dai vari sport.
ale sandro
1 Luglio 2018 at 21:32
L’antidoping e il sistema di sanzioni e giustizia sportiva legata ad esso , la credibilità credo non ce l’abbia mai avuta davvero da 50 anni e passa a questa parte.
Ma questo non c’entra proprio nulla.
Il ciclismo la perde la credibilità perchè continua a non avere una regola chiara e univoca sul permettere o meno a un corridore nella situazione di Froome , di gareggiare o no.
E’ positivo? Lo squalifichi e basta ,da settembre scorso.
Ci sono questi dubbi e gli “scienziati” devono studiare e non “puoi” squalificarlo?
Benissimo ,allora i dirigenti del ciclismo e gli organizzatori dovranno adottare una linea unica, e cioè o permettere di gareggiare senza rischio poi di togliere i titoli , oppure non permettere di gareggiare,quest’ultima a mio parere la scelta più sensata.
Proprio perchè sanno di questi dubbi devono pararsi il culo , come fanno gli altri sport.
Dirigenti e organizzatori del genere sono semplicemente ridicoli , e il problema è che appassionati e addetti ai lavori tutto questo sembrano non volerlo capire. Per questo continuerà a non cambiare in meglio la situazione.
Anche chi vuole avvicinarsi al ciclismo le prime volte,vede gli ultimi due grandi giri praticamente sub-judice, e un terzo che non si sa cosa succederà, da una situazione del genere non ci capirà più nulla e davvero non riuscirei a biasimarlo se decidesse di non seguirlo più.
Luca46
1 Luglio 2018 at 14:00
Diciamo pure che sono tutti dopati. Il problema è l’antidoping che fa figli e figliastri. Senza i soldi della Sky non staremo nemmeno qui a discutere. Quello che ha fatto il tour doveva farlo pure il Giro. Sospetto che Froome senza questa vicenda non sarebbe mai venuto al Giro. Probabilmente una volta uscita la positività ha cercato di ingraziarsi un po’ di gente. La vicenda è ridicola perchè da subito si è parlato di dosi usate per curare un asma (ha ragione Gimondi, chi ha l’asma vada a casa) adesso se non erro si proverà a dimostrare una contaminazione o roba del genere. Tutto ridicolo. Si sono accusati da soli, altro che garantismo. Adesso sarà una questione di soldi che la Sky ha ma per fortuna il Tour è un col-osso duro da masticare, molto più del Giro.