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Karate, Olimpiadi Tokyo 2020: gli azzurri in lizza per la qualificazione ai Giochi

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Adesso si fa sul serio. Cardin, Busato, Busà, Semeraro, Bottaro, Crescenzo, D’Onofrio: è molto probabile che saranno loro, salvo clamorose sorprese, i portabandiera del karate azzurro nel Budokan di Tokyo.

Certo, la certezza arriverà solamente dopo il 20 giugno 2020, data in cui si chiuderanno ufficialmente le qualificazioni per le Olimpiadi, ma dopo Istanbul e soprattutto dopo i Giochi del Mediterraneo i risultati lasciano ben sperare.

I punti che contano (qui i criteri di qualificazione nel dettaglio) arriveranno a partire dalla prossime tappe di Premier e di Series A, a Berlino e a Santiago del Cile, entrambe a settembre, con la possibilità di allungare il passo ai Mondiali di Madrid a novembre. Un vero e proprio tour de force per i nostri karateka che dovranno guadagnarsi il pass olimpico punto dopo punto.

Se l’Olimpiade fosse quest’anno chi dei nostri azzurri avrebbe la certezza di scendere sul tatami giapponese?

Allo stato dell’arte tutti i nostri atleti sono non vanno oltre la quinta piazza del ranking mondiale, soglia minima per la qualificazione automatica. 

Tutti tranne una: Sara Cardin che dopo Istanbul si è ritrovata quarta nel ranking di categoria (kumite -55 kg). La karateka veneta sembra intenzionata a non mancare il primo appuntamento a cinque cerchi del karate.

Silvia Semeraro che nella sua categoria, kumite -68 kg, è invece in settima piazza con 33957 punti.

Lontanissima dalla qualificazione Viola Lallo, trentanovesima nella categoria -61 kg.

Altra specialità, altra fuoriclasse. Vicinissima alla zona qualificazione è anche Viviana Bottaro, quinta nel ranking mondiale di kata con 4440 punti. A Istanbul, dopo essersi vendicata in semifinale contro Sanchez, karateka spagnola leader del ranking, ha conquistato l’oro contro la due volte campionessa mondiale la giapponese Kiyou Shimizu. Meno probabile, ma non impossibile, la qualificazione di Terryana D’Onofrio, undicesima: a Istanbul si è fermata al secondo turno.

E per gli uomini? Dopo Istanbul Mattia Busato è sceso al nono posto nel ranking mondiale del kata maschile e per arrivare a centrare la qualificazione dovrà compiere un mezzo miracolo.

L’eterno Luigi Busà  è invece attualmente quinto con 3655 punti nella categoria kumite -75 kg guidata da un’altra leggenda del tatami: Rafael Aghayev. Nella stessa categoria missione praticamente impossibile per Rabi Jendoubi, solo quarantanovesimo.

Angelo Crescenzo segue a ruota: nei -60 kg è sesto. Per lui il pass olimpico potrebbe diventare realtà, ma serviranno due anni perfetti.

Due anni perfetti che serviranno anche Michele Martina, undicesimo nei -84 kg e per Luca Maresca, tredicesimo nei -67 kg per sperare di recuperare posizioni utili alla qualificazione.

La strada che porta a Tokyo è ancora lunga, ma è lecito sognare che gli azzurri possano guadagnare terreno e risalire posizioni nelle classifiche della World Karate Federation.  Le carte per giocarsi le mani che verranno non mancano di certo e il periodo di qualificazione olimpica durerà quasi due anni: la storia è ancora tutta da scrivere. 





Foto: Fijlkam

1 Commento

  1. ghost

    3 Luglio 2018 at 20:44

    gentile Irene, si figuri
    anzi, sono io che devo ringraziare voi per l’immenso lavoro che svolgete quotidianamente e per l’opportunità che date a noi semplici appassionati di seguire così da vicino discipline tanto coinvolgenti quanto trascurate da quasi tutto il resto del panorama dei media Italiani, specie quelli più “tradizionali”.

    comunque, da parte mia è doverosa anche una piccola rettifica a quanto ho postato in precedenza.
    i posti per Tokyo 2020 che verranno messi in palio in ogni categoria nel torneo di Parigi a maggio 2020 sono solo 3, non 4 come erroneamente scritto in precedenza.
    di conseguenza, sono ben 3 le quote per ogni classe che verranno attribuite tramite il complesso, macchinoso e cervellotico sistema partorito per le quote continentali (sistema che tra l’altro è anche intrinsecamente ingiusto, perchè finirà per comparare il ranking di atleti di categorie diverse, ottenuto attraverso incontri con avversari ovviamente differenti tra i vari atleti).

    purtroppo il CIO continua a perseverare nel consentire (e anzi incoraggia) questi sistemi così complicati che finiscono sempre per produrre qualche stortura, se non delle vere e proprie ingiustizie sportive (già avere sport con soli 10 atleti al via di una singola gara e altri con oltre 100 partenti secondo me è una di queste ingiustizie cui mi riferisco…capisco che non tutti gli sport sono uguali tra loro, ma mi pare che ora vi siano davvero delle pesanti discriminazioni in certi casi).
    personalmente lo trovo davvero fastidioso e a volte persino avvilente per quei ragazzi e ragazze che rischiano di non poter realizzare il sogno che tanto anelano e per cui tanto lavorano.

  2. ghost

    3 Luglio 2018 at 13:28

    sì, il ranking funziona un po’ come nel tennis e nella scherma…ogni anno si scartano i risultati della stessa settimana/gara dell’anno precedente, per cui alla fine quello che farà testo sarà il periodo 2 luglio 2018 – 6 aprile 2020 (con la parte 2 luglio 2018 – 6 aprile 2019 che nelle varie gare vale un punteggio dimezzato rispetto agli ultimi 12 mesi, fatta eccezione per i Mondiali di Madrid a novembre, il qual punteggio rimarrà “pieno” in ogni caso).

    p.s. comunque il ranking attuale è importante lo stesso, perchè alla premier league accedono solo i primi 50 della classifica e perchè in ogni torneo il tabellone e le teste di serie vengono stabiliti in base ad esso (quindi essere messi bene in classifica spesso aiuta a trovare avversari meno impegnativi nei primi turni dei tornei).

    nell’articolo peraltro non si fa nota di 2 particolari importanti:
    il primo è che con il criterio del ranking mondiale verranno assegnati solo 4 posti (su 10) in ogni categoria, mentre altrettanti saranno in palio in un singolo torneo di qualificazione (Parigi, maggio 2020) e 2 verranno assegnati tramite i Campionati Continentali del 2020 e altri criteri piuttosto complessi che si possono leggere sul documento ufficiale della WKF…
    qui il link diretto (ma i criteri sono spiegati anche nel post di OA dedicato all’argomento)…
    http://www.olimpiyatkomitesi.org.tr/Tokyo2020_Branslar/Karate.pdf
    qui invece il link al criterio di formazione del ranking mondiale…
    https://wkf.net/pdf/rules/WRC_Ranking%20Regulations_Update_VF.pdf-eng.pdf
    e qui invece la pagina con i ranking aggiornati…
    http://setopen.sportdata.org/wkfranking/ranking_main.php

    il secondo punto omesso, invece, riguarda il fatto che attraverso il ranking nelle categorie che uniscono 2 pesi del normale programma (ad esempio i 55kg femminili, dove a livello olimpico si uniscono sia i 50 che i 55kg “normali”) solo i primi 2 della classifica di ciascuno dei 2 pesi “uniti” si qualificano direttamente (quindi anche Cardin attualmente non sarebbe qualificata attraverso questo sistema, mentre Bottaro, che è quainta in classifica, lo sarebbe perchè davanti ha solo la spagnola Sanchez e ben 3 Giapponesi, motivo che ne fa la terza Nazione del ranking – e quindi ammessa di diritto)…

    • Irene Moretti

      3 Luglio 2018 at 14:03

      Gentile Ghost,
      la ringrazio per il suo intervento e per le sue precisazioni in merito a quanto scritto.
      Come ha fatto notare i criteri di qualificazione sono piuttosto complessi e molto macchinosi.
      Recepirò le sue osservazioni per i prossimi articoli: lo scambio con i lettori è una cosa preziosa.
      Ancora grazie e buona giornata,
      Irene Moretti

  3. MarcoB

    3 Luglio 2018 at 12:53

    Quindi se ho capito bene il ranking attuale non vale niente ma per la qualificazione ai giochi ne verrà stilato uno a partire da settembre?

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