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Mondiali 2018: sarà Francia contro Croazia in Finale. Due generazioni a confronto

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Saranno Francia e Croazia a giocarsi la finale dei Mondiali di Russia 2018 domenica a Mosca. Per i Galletti sarà la terza finale, dopo 1998 e 2006, per i balcanici una storica prima volta. Da una parte una delle principali favorite della vigilia, dall’altro una meravigliosa outsider, cresciuta partita dopo partita fino a diventare squadra matura, pronta per la definitiva consacrazione.

Ma tra la Croazia e la gloria c’è la Francia. Quella allenata da Didier Deschamps è una generazione di talenti che pare destinata ad alzare la Coppa domenica. Il Mondiale, comunque vada a finire la finale, sarà ricordato per l’esplosione di Kylian Mbappé, giocatore già conosciuto ma sbocciato per diventare fenomeno non solo del domani ma già del presente. Ma quella transalpina non è solo una squadra divertente ed esplosiva, bensì una formazione concreta e solida. Così ha impostato la spedizione in Russia Deschamps, che più di una critica dopo aver ufficializzato i convocati se l’è presa, lasciando a casa giocatori giudicati unanimemente considerati di maggior talento (Anthony Martial, per dirne uno) a favore di giocatori più funzionali.

I risultati gli hanno dato ragione, perché la Francia vista fin qui, a dispetto di un’età media di 26 anni, una delle più basse del Mondiale, ha vinto da squadra fatta e finita, matura ed esperta. Le partite con Uruguay e Belgio sono state un manifesto perfetto e non è un caso che in entrambi i casi i Galletti abbiano saputo sfruttare una giocata su un calcio piazzato per sbloccare la parità, mantenendo poi la porta inviolata sia ai quarti che in semifinale (4 gol subiti in tutto il torneo, 3 solo nella partita di ottavi con l’Argentina).

Dall’altro lato del campo domenica, al Luzhniki di Mosca, ci sarà un’altra generazione decisa a consacrarsi, quella croata. Modric su tutti, ma anche Rakitic, Perisic, Mandukic: sono anni che questa squadra è tra le potenziali outsider ma poi resta sempre la cenerentola, quella formazione bella da vedere ma poco concreta. Euro 2012 fu un fallimento, così come il Mondiale di quattro anni fa, floppato clamorosamente con un’inattesa eliminazione al primo turno. Due anni fa c’era una discreta chance di fare strada agli Europei, nella metà del tabellone più “facile”, ma niente: alla Croazia continuava a mancare qualcosa.

Quel qualcosa è riuscito a portarlo il CT Zlatko Dalic, dando ordine e disciplina tattica alla squadra e consentendo così di esaltare ancor di più le doti dei suoi giocatori. Non solo talento, ma anche grinta, orgoglio e fame, tanta fame. Questo ha messo in campo la Croazia in questo Mondiale, al di là di ogni considerazione tecnica. Quella di un popolo che vede nella vittoria del Mondiale la rivalsa di una Nazione intera. Questo ha consentito di fare strada tra supplementari (tre su tre nella fase finale) e rigori e arrivare a giocarsi la finale. Migliorando quanto fatto dalla generazione magica della Croazia, che nel 1998 in Francia si fermò in semifinale, a un passo dal sogno.

E chi fermò quella Croazia? Esatto. Quale miglior modo per vendicarsi?

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Vlad1988 Shutterstock.com

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