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MotoGP, la classe eterna di Valentino Rossi. Spinge la Yamaha oltre i limiti, dopo la sosta può provare l’attacco

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Il tracciato del Sachsenring (Germania), sede del nono round del Mondiale 2018 di MotoGP, non era mai stato così amico di Valentino Rossi. Questo toboga tedesco, sinistrorso (10 delle 13 curve a sinistra), non faceva impazzire lo stile di guida del “Dottore“. Il venerdì e quel 17° posto al termine delle PL2 non lasciavano presagire nulla di buono eppure, come al solito, il campione ha messo la sua zampata.

Il secondo posto di ieri, alle spalle dell’inarrivabile Marc Marquez, ha quasi il sapore della vittoria per il 46. In difficoltà nel corso del weekend, il nove volte iridato ha trovato la quadra la domenica, azzardando nella scelta delle gomme ed avendo ragione. La Yamaha, così indietro rispetto a Honda e Ducati sul piano della trazione, è stato performante ed ha consentito al pilota italiano di conquistare una piazza d’onore degna di lode.

Purtroppo però, il distacco da Marquez sale. Lo spagnolo, a segno ancora una volta sul circuito tedesco, ha portato a 46 le lunghezze di vantaggio su Valentino e, dopo la pausa estiva, sarà Brno (Repubblica Ceca) il prossimo palcoscenico su cui esibirsi. Urge da parte di Iwata un intervento deciso, specie sotto il profilo dell’elettronica. Gli aggiornamenti portati al Ring non hanno funzionato e Rossi e Vinales (terzo in gara) sono stati costretti a tornare sui loro passi.

Il risultato finale è stato positivo, con due piloti sul podio, ma è chiaro che le prospettive del centauro di Tavullia sono quelle di salire sul primo gradino e iniziare a creare qualche grattacapo a chi, al momento, sembra imbattibile. In Repubblica Ceca si prevede qualcosa di nuovo, approfittando delle tre settimane di stacco. Scopriremo se sulla pista ceca, dove la percorrenza è tutto, la M1 saprà essere veloce o meno.

 




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