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Nuoto, Europei 2018: Fabio Scozzoli, il tempo si è fermato. La seconda giovinezza del romagnolo a caccia di una medaglia

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Sono trascorsi otto anni da quando Fabio Scozzoli, giovane ma non più giovanissimo, impose la sua legge agli Europei di Budapest conquistando due medaglie di cui una d’oro, facendosi conoscere a livello internazionale e ponendo le basi per il doppio argento iridato di Shanghai nella stagione successiva, che resta la migliore della carriera finora per lui. Già, finora… perchè oggi il ranista romagnolo, esperto ma non “vecchissimo” prova a tornare sul podio continentale a sei anni dall’ultima medaglia Europea, che fu uno splendido doppio oro a Debrecen che precedette le Olimpiadi di Londra, molto deludenti per lui.

Dopo tre anni di oblio dovuti prima all’infortunio al ginocchio e poi a qualche errore nella scelta del tecnico che lo avrebbe allenato, Scozzoli sembra aver ritrovato se stesso e sta vivendo la sua seconda giovinezza con l’obiettivo di conquistare l’unica medaglia che gli manca, quella più prestigiosa, a Cinque Cerchi. Un percorso, quello della risalita, iniziato a dicembre 2016 quando conquistò il bronzo mondiale nei 50 rana in vasca corta a Windsor, lui che è stato il primo italiano a mettere al collo un oro mondiale nelle competizione da 25 metri. Poi la finale mondiale, sempre sui 50 rana, lo scorso anno a Budapest e il titolo (e record) europeo a Copenhagen nei 50 rana davanti ad un certo Peaty che di gare, negli ultimi due anni, ne avrà perse sì e no un paio, e il secondo posto nei 100 e infine lo show di Riccione, con il record italiano nei 100 rana (che in fondo sono il suo reale obiettivo visto che è la gara olimpica), fatto segnare sette anni dopo la semifinale illusoria di Londra 2012.

L’impressione è che il romagnolo sia sicuramente da medaglia nei 50 rana europei, dove partenza e arrivo, le specialità della casa, possono fare la differenza, anche se Peaty appare davvero “imbattibile” come lo definì Scozzoli un anno fa, salvo poi sconfiggerlo a Copenhagen. Il romagnolo ha il secondo crono europeo dell’anno nella gara più corta e, se arriverà a Glasgow con la condizione giusta, potrà davvero conquistare un risultato di prestigio e tornare a salire sul podio continentale a sei anni di distanza dall’ultima medaglia ottenuta. Qualche incognita in più c’è sui 100 rana: lo Scozzoli in forma di Riccione ha la possibilità di mettere in fila tutti gli avversari che non si chiamano Adam Peaty ma rivali come l’olandese Kamminga (59″14 a Roma un mese fa) e i russi Chupokov e Prigoda (entrambi sotto il crono fatto segnare a Riccione dall’azzurro, rispettivamente con 59″15 e 59″27) non staranno certo a guardare e la lotta per gli altri due posti sul podio è apertissima.

 





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