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Pallanuoto
Pallanuoto: confermata la formula della Final Six anche per i prossimi campionati di A1
Campionati di A1 terminati da quasi due mesi, ci si butta verso l’estate che sta per portare all’appuntamento più importante per le nazionali di questo 2018: gli Europei di Barcellona. C’è ancora spazio però per parlare della Serie A1 al maschile e al femminile: confermata per le prossime due stagioni, nonostante le polemiche arrivate nelle ultime settimane, la formula della Final Six per assegnare lo scudetto.
In tanti si aspettavano la rivoluzione ed il ritorno ai play-off, che avrebbero reso sicuramente più spettacolare l’assegnazione del titolo, che sembra addirittura aver perso di valore negli ultimi anni.
A spiegare il perché della decisione è Francesco Postiglione, vice presidente FIN, a www.wpdworld.com: “Premetto che sono un amante dei playoff, di quelli con quarti di finale, semifinali e finali, non solo riservati alle prime quattro della regular season come si era prospettato stavolta. E ribadisco che la Federazione non è affatto contraria al ritorno a questa formula, che anzi ci sgraverebbe dell’organizzazione di due grandi eventi e ci permetterebbe anche di risparmiare risorse. Ma bisogna valutare la situazione in cui siamo e gli impegni dettati dal calendario internazionale”.
Impossibilitati dunque, anche dal torneo di qualificazione olimpica: “Rispetto al 2016, ultimo anno olimpico, nel 2020 ci saranno 4 turni in più di Champions League e una manifestazione internazionale in più come l’Europa Cup. Inoltre, nella stagione 2019/20 i campionati di A1 si fermeranno prima di Natale per riprendere a febbraio, dopo gli Europei di gennaio. Successivamente, in primavera, si fermeranno per altre tre settimane a causa del torneo di qualificazione olimpica: speriamo che Settebello e Setterosa non debbano parteciparvi, ma dovremo comunque stoppare l’A1 a causa degli stranieri. In questo scenario, ipotizzare dei playoff anche solo tra le prime quattro squadre, al meglio delle tre partite, avrebbe significato aggiungere almeno 6 turni di post-season: giocando ogni tre giorni, con riposo ridotto al minimo, sono almeno altri 18 giorni di competizioni. Anche scegliendo di iniziare la stagione a settembre invece che a ottobre, i giocatori avrebbero dovuto disputare una partita ogni 3 giorni per tutto l’anno, tenendo ritmi forsennati, con rischi notevoli per gli infortuni e senza la possibilità di prepararsi adeguatamente”.
gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Renzo Brico