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Softball, Mondiali 2018 – Parla il ct Obletter: “L’Italia darà filo da torcere a tutti. Puntiamo alla seconda fase e a Tokyo 2020”

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ESCLUSIVA OA SPORT – A margine della doppia amichevole dell’Italia contro la Nuova Zelanda, abbiamo raggiunto Enrico Obletter, manager della Nazionale di softball che giovedì 2 agosto aprirà i Mondiali di Chiba affrontando il Giappone padrone di casa. Il coach azzurro ha raccontato le sue impressioni sullo stato di forma delle ragazze e sugli obiettivi, ambiziosi, di questo gruppo, che a dispetto della giovane età si presenta alla rassegna iridata con voglia di fare bene e stupire. Tenendo presente la meta del percorso, ovvero le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Partiamo delle due amichevoli con la Nuova Zelanda (qui il racconto). Come sta l’Italia e qual è il grado di preparazione delle azzurre?

“In questo momento, a tre giorni dall’esordio, saremmo dovuti essere un po’ più avanti rispetto a quello che ho riscontrato nelle amichevoli contro la Nuova Zelanda. Per questo motivo ho cancellato la giornata libera che avremmo dovuto avere per recuperare l’amichevole persa per il maltempo contro Bic Camera. Giocheremo ancora, perché serve che questo gruppo venga stimolato a fare meglio. Uno stimolo che servirà ad aumentare l’applicazione di alcuni schemi d’attacco. Per avere ben chiaro cosa fare quando si è nel box di battuta serve giocare. Nonostante contro la Nuova Zelanda abbiamo battuto lungo e potente, nei momenti chiave, con corridori sulle basi, siamo mancati nella produzione e nella concretizzazione, soprattutto per mancanza di strategia individuale. Selezionare i lanci giusti sarà fondamentale per cercare di essere combattivi”.

Che impressioni ha avuto sulla squadra?

“La squadra mi sembra migliorata rispetto a un anno fa quando abbiamo giocato l’Europeo a Bollate. È un gruppo più forte, più coeso e unito; un gruppo che è migliorato anche grazie ad alcuni innesti, uno di questi Amanda Fama, un’atleta che ci dà maggiore qualità”.

Parliamo delle convocate. Quali scelte e valutazioni l’hanno portata a formare questo gruppo? Quali i punti di forza su cui puntare? (Victoria Lynn Galvan rientrava tra le convocate ma è stata costretta a dare forfait per infortunio)

“I nostri punti di forza sono certamente Greta Cecchetti e Ilaria Cacciamani in pedana. Grande apporto potrà dare anche Alice Nicolini come rilievo, grazie alle sue qualità caratteriali: è una ragazza fredda e ci servirà a partita in corso nelle fasi calde. Il diamante è formato da ragazze che hanno già molta esperienza a livello internazionale. Tutte hanno già giocato partite importanti e abbiamo molta fiducia su di loro. Il nostro punto interrogativo è in campo esterno: abbiamo ragazze molto giovani e con poca esperienza e questo Mondiale sarà per loro un test molto importante, perché giocheremo contro fuoriclasse che le metteranno a dura prova.
Per formare questo gruppo mi sono basato molto su quello che ho visto durante tutti i nostri raduni, fin da gennaio all’Asian Cup in Australia. Un po’ meno mi sono fidato del campionato, a causa delle poche partite di grande valore. Non è più come una volta, non è così probante e quindi dà riscontri meno veritieri”.

Lei ha spesso ripetuto che l’obiettivo di questo gruppo è Tokyo 2020. A che punto è l’Italia e come procede il percorso di crescita iniziato agli Europei?

“Il percorso va avanti con buoni miglioramenti. Sono tangibili, sia dal punto di vista atletico, sia dal punto di vista caratteriale. Per quel che riguarda il processo tecnico, ogni giocatore può e deve migliorare soprattutto se ha delle opportunità con sfide all’esterno di alto livello. Per ora, purtroppo, non siamo ancora riusciti a farlo al meglio per vari motivi. In questi giorni in Giappone non siamo riusciti a fare ciò che avremmo potuto fare. È su questo che dobbiamo puntare. Nel prossimo anno dobbiamo aumentare gli impegni di rango, quelli contro squadre di alto livello, per vedere certi miglioramenti”.

Italia squadra giovanissima. Le più esperte hanno 29 anni e ci sono giocatrici molto giovani (tre reduci dagli Europei U19). Un “rischio” calcolato in ottica crescita?

“Assolutamente sì. È un rischio calcolato e doveroso. Altrimenti si rischia di non avere nulla tra qualche anno. Soprattutto nei ruoli chiave in difesa. Il nostro campionato ci ha consegnato questi giovani talenti e noi dobbiamo metterli in campo. Dobbiamo sottoporli alla prova del fuoco. Non solo in ottica Tokyo 2020, ma anche oltre. L’obiettivo di corto raggio è quello, ma dobbiamo guardare a progetti di più lungo corso. Anche mandare il blocco dell’Under19, quasi per intero, a disputare l’Europeo Under 22 è stata una scelta rischiosa ma ponderata e ci ha dato ragione. Anche se non possiamo dire che vincere entrambi gli Europei sia stato raggiungere due traguardi, ma è solo un punto di partenza”.

L’obiettivo del girone è finire tra le prime quattro, quindi andare a giocare la seconda fase. Sarà dura, visto il livello del girone e della competizione. Che chance ha l’Italia? Chi temere maggiormente?

“Possiamo avere le stesse chance che hanno Cina, Gran Bretagna e Venezuela. Il passaggio del turno ce lo giochiamo con loro. Con tutto il rispetto, non metto in questo gruppo il Botswana. L’Australia ci sta sopra, lo stesso Canada è di un livello superiore. Il Giappone è un altro pianeta. Quindi il discorso si stringe a quattro squadre per un posto. Il nostro girone è molto temibile, di più rispetto all’altro raggruppamento”.

Cosa aspettarci dall’Italia? Cosa si aspetta Lei dall’Italia?

“Dobbiamo aspettarci una squadra combattiva che non cede facilmente. Saremo una squadra che a volte commetterà qualche errore, ma abbiamo un buon attacco e, nonostante la pedana un po’ leggera, abbiamo la possibilità di combattere. Se limiteremo gli errori difensivi, che a questi livelli fanno la differenza, daremo del filo da torcere a tutti, partita dopo partita. Perché è così che dobbiamo pensare. Una partita alla volta. Abbiamo un vantaggio: non ho mai visto Greta Cecchetti così in forma come ora; Ilaria Cacciamani è cresciuta tanto. Nella prima fase ci sono 7 partite in 6 giorni e saranno sempre loro le partenti, ma ripeto, tenendo al minino gli errori e aiutandole, per batterci le altre squadre dovranno giocare comunque al loro massimo”.

Il Mondiale dell’Italia sarà soddisfacente se…

“Se passiamo la prima fase, altrimenti non lo sarà. Una Nazionale deve sempre avere un obiettivo di fronte. Un obiettivo tangibile, non irraggiungibile. E la seconda fase per noi non è irraggiungibile, anzi. D’ora in poi dovremo sempre affrontare gli impegni che avremo non tanto per partecipare, quanto per vincere partita dopo partita. Scendere in campo per ogni singola vittoria. Nel 2019 il nostro obiettivo è vincere il torneo di qualificazione olimpica e per arrivare pronti lì dobbiamo cominciare a pensare di provare a vincere ogni partita qui. Una dopo l’altra. Il primo step di questo percorso è passare alla seconda fase di questo mondiale”.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Stefano Arnaboldi

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