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Ciclismo
Tour de France 2018, Brent Copeland senza freni: “Noi della Bahrain-Merida danneggiati con la caduta di Nibali, possibile azione legale”
Non si placa la polemica, neanche a due giorni di distanza. La caduta di Vincenzo Nibali sull’Alpe d’Huez continua a lasciare strascichi pesanti sul Tour de France 2018. Se il siciliano ha iniziato la fase di riabilitazione per lanciarsi verso il finale di stagione (il grande obiettivo è quello del Mondiale di Innsbruck), la sua squadra, la Bahrain-Merida, ancora impegnata alla Grande Boucle, ha ancora tanta rabbia addosso.
“Alla base del problema c’è sempre la sicurezza. Evidentemente non ci sono abbastanza controlli, non ci sono gli investimenti necessari. Questo non è accettabile. Non stanno facendo abbastanza. Ho in mente il modo in cui era stata gestita la tappa dello Zoncolan al Giro, con tutta quella gente a fare un cordone di sicurezza. Esemplare. Dove è successo l’episodio di Nibali, le persone avevano spinto via le transenne” le parole di Brent Copeland, team manager della compagine asiatica, a La Gazetta dello Sport.
Incomprensibile anche la decisione della giuria di non assegnare a Nibali lo stesso tempo dei primi: “Rispetto a quanto successo nel 2016 a Froome sul Ventoux, ci è stato detto che allora c’era stata la colpa della moto e non era stata una situazione normale. Ma neppure l’accaduto sull’Alpe d’Huez lo era. Nibali sarebbe arrivato di sicuro con i primi“.
Possibile addirittura un intervento dal punto di vista legale: “Prima del Tour, i gruppi sportivi avevano scritto all’UCI sulla sicurezza, alla luce delle proteste antiSky. Ma la federazione non ha mai risposto. Siamo stati danneggiati e stiamo valutando un’azione legale. Abbiamo chiesto all’associazione squadre e ci dovrebbe essere un precedente in tal senso”.
gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Valerio Origo